SAMPO* – SAMPO
Le scintille sprizzano. La mia mente ruggisce.
La sala del mio cuore si riempie di luce del cielo.
La luminosità dei fumi inebria i miei sensi.
Pervade questa fucina e lo spazio.
I giorni sono scivolati nelle notti.
La luna e il sole si sono uniti.
Gruppi di stelle si sono spenti.
Una meraviglia è nata.
Ascolto e guardo. Osservo.
Uso ogni potere e lo lascio traspirare.
Mi confronto con l’oscurità assoluta
e la lucentezza accecante, luminosissima.
Dalle fiamme guizzanti emergono le forme.
Sorgono con il loro fascino abietto.
I loro cuori avvelenati nascondono la bellezza,
ma io vedo e percepisco il loro inganno. Lo vedo!
Nella luminescenza li spingo indietro,
affinché perdano le loro forme nel fuoco iroso.
Ancora e ancora,
comincio il mio lavoro da capo.
Note: *(Oggetto magico che produce ricchezze e fortune)
SILVER BRIDE – LA SPOSA D’ARGENTO
In un sogno mistico di ore notturne,
ho visto la nitidezza dei miei giorni,
dai cancelli del desiderio
fino al calore della famiglia.
La morte dell’assassino di mia moglie
non mi ha dato alcun conforto.
Non c’è una forma per la solitudine,
né per un sogno.
Ho creato una regina d’oro.
Ho costruito una sposa d’argento,
tratta dalle notti estive del nord
e dalla luna invernale.
Ma non sembra la mia donna.
Non sento alcun cuore battere.
Non emetto sospiri per quelle labbra d’argento.
Non c’è calore nell’oro.
Dentro il mio cuore c’è una fiamma di desiderio
che sfida il potere della mia volontà.
Costretta a una forma argentea
è la mia regina dorata.
Ho costruito il nostro letto sotto le stelle
e l’ho ricoperto con abbondanti pellicce d’orso.
Accarezzo l’arco delle curve dorate.
Bacio le sue labbra d’argento.
Una regina d’oro, scolpita da me.
Una sposa d’argento, forgiata da me.
Una regina d’oro, senza un cuore.
Una sposa d’argento, senza calore.
Nessuna vita.
FROM THE HEAVEN OF MY HEART – DAL PARADISO DEL MIO CUORE
Io sono Colui che ha forgiato i cieli
e anch’io ho il mio re.
Sono stato inviato nelle terre del nord.
Sono stato gettato nella lontana Pohjola.
Sono stato costretto da un incantesimo del mio re
e dai suoi ordini che non si possono rifiutare.
Dai più piccoli granelli della terra
e dalla tosatura estiva delle pecore.
Dai ricordi di un singolo seme
e dall’eleganza delle piume di cigno,
lascerò che il latte scenda dai cieli.
Dal paradiso del mio cuore.
Là le mie abilità sono ben conosciute da tutti.
Tutti conoscono il mio nome.
Tutti sanno della mia potenza.
Sanno che ho forgiato uno strumento divino.
Un meccanismo celeste.
I cancelli dell’abbondanza si sono aperti per me.
SKY IS MINE – IL CIELO E’ MIO
Dal mondo è scomparso il sole
e dal cielo la luna se ne è andata con le stelle.
Sono tornato a casa, nella mia tetra stanza di dolore.
Una casa abbandonata.
Un luogo di sofferenza e di solitudine.
Ascolto il mio cuore che batte.
Il debole fluire del mio sangue.
Ascolto il mio cuore che batte.
Echi nello spazio.
Qualcosa si muove nel vuoto.
Qualcosa che mi attira più vicino.
Qualcosa che mi annuncia le mie future opere
e che me le sussurra all’orecchio.
Il cielo è agitato.
Le luci sono luminose.
Sotto i miei piedi
la terra viva comincia a respirare.
Il cielo è mio!
La spada è mia!
Il destino è mio!
Questo miracolo è mio!
Dal metallo ho tratto la regina delle spade,
capace di spaccare la pietra, le rupi e le montagne.
Dalle tenebre ho camminato
lungo la via delle stelle.
MAJESTIC BEAST – BESTIA MAESTOSA
Nelle viscere della montagna
ho forgiato un uccello fiammeggiante,
tratto dal metallo, fatto di acciaio fuso.
Un’aquila di fuoco. Una bestia maestosa.
Sulle ali dell’aquila sono volato
fino al fiume Nero,
nella valle dei morti
e fino alla corrente che macina la carne.
L’aquila si è levata fin nell’alto dei cieli.
Ha toccato la volta del paradiso.
Il cielo brillava,
rumoreggiava e scricchiolava.
L’aquila si è levata fin nell’alto dei cieli.
Si è innalzato il mio grifone in fiamme.
Il tuono ruggiva e calava
sulla testa del mostro.
Ho incontrato una creatura.
Un luccio nero e gigantesco.
Dalle sue fauci mi ha salvato la mia aquila,
trascinando il pesce fino al sole.
Gli ho aperto il ventre e gli ho staccato la testa.
Ho portato la testa fino alla casa su al nord
e ho gettato il cranio spolpato alla sprezzante regina.
Ecco un trono per riposare le tue ossa congelate!
Ho mantenuto il mio patto. Ora tu mantieni la tua promessa.
Ho creato i cieli
e forgiato un miracolo.
Il serpente che infestava i campi della morte si è ritirato.
Il lupo delle terre d’ombra è stato ucciso.
L’orso della morte è stato incatenato.
Ho catturato l’impossibile,
anche il luccio del fiume Nero.
MY SUN – IL MIO SOLE
Lentamente gira la chiave del tempo
nella serratura delle promesse infrante.
Nel silenzio muto del mio spazio,
sono accucciato nel desiderio.
L’opera dei miei déi s’indebolisce.
Si allontana dalle mie mani che annaspano.
Desidero adornare i suoi capelli
con stelle lucenti
e la sua fronte con il sole raggiante.
Nell’argento traccerei
l’aura lunare della sua grazia.
Lei risplende.
Conoscevo la perfezione dei cieli
e il ricordo delle mie gesta.
Sono svaniti lontano da me
e mutati in notti solitarie.
Ma sempre così lentamente gira la chiave del tempo.
E’ una serratura arrugginita
di promesse infrante.
HIGHEST STAR – LA STELLA PIU’ ALTA
Sotto la volta dei cieli,
sono solo e aspetto.
Il bagliore dell’argento risplende nei miei occhi.
Le mie mani luccicano d’oro.
Il rossore del metallo scorre nelle mie vene
e il blu dell’acciaio nelle mie ossa.
Il riflesso del nero del carbone fluttua nei miei capelli
e il mio petto è dorato dalle onde.
E’ il mio paradiso!
Possiede i miei occhi.
E’ il mio spazio
e ha la mia forma.
So che è il mio capolavoro.
Ne sento la forza degli déi.
Un ritocco delle più immense altezze.
Che i cieli siano ben allineati!
Ho ascoltato con attenzione
(quale doveva essere) la posizione della luna.
Mi sono occupato dei suoni
e ho tracciato nel vuoto il corso del sole.
Ho calcolato il centro delle stelle
e ho fissato la cupola lontana,
affinché le luci vi filtrassero attraverso.
Ho stabilito le curve di ogni confine
e piazzato la stella più alta.
Tutto funzionava e il sole danzava.
Splendeva, abbagliava, brillava,
in movimenti circolari, curvi e fiammeggianti,
pulsando, bruciando, tramontando.
Fluiva dalle mie ossa,
legato alle mie dita.
Cambiava posizione sopra o sotto di me
e mi faceva percepire i miei desideri.
SKYFORGER – CREATORE DEL CIELO
Dentro questa non-esistenza,
conoscevo chiaramente
le direzioni, ogni punto
di ogni potenziale area.
Ho espresso la mia sapienza
in un arco che abbracciasse ogni cosa.
Ho espresso il battito del mio cuore
in una cupola dalla vastità celeste.
Conosco il sole e la luna.
Il nome di ogni stella
e i loro movimenti e scopi
e ho segnato il punto dei poli ad incredibili altezze.
Ho creato gli orizzonti
e li ho modellati per far scorrere il sangue.
Ho creato luoghi,
alcuni per l’oro, altri per l’argento.
Da solo ho misurato tutto,
anche la vastità delle terre desolate
e ho fatto scorrere ogni curva, intersecandola col nulla.
Ho guardato in ogni direzione.
Ho guardato in un punto preciso.
Ho visto che tutto era in armonia.
Ho visto nel mio cuore.
Questo posto è mio. E’ la mia opera,
creata dal creatore del cielo.
Io sono il creatore del cielo!
Il fabbro della volta celeste!
COURSE OF FATE – IL CORSO DEL DESTINO
Ho preso una sposa dalle terre del nord.
Una moglie dalle terre degli stranieri.
Alla fine l’opera degli déi è stata rimpiazzata
dai giorni e dalle notti dell’Uomo.
Lei si svegliava accanto a me.
Restava accanto a me
e fissava il cielo.
Viveva la nostra vita.
Al principio di ogni tempo
santificavo il rumore della guerra per lavoro.
Con i pianti di terrore ci si poteva comporre una canzone
e gli spiriti dell’ira vi erano imprigionati.
Ora che mia moglie è morta,
squarciata da denti di metallo
e dilaniata dagli artigli d’acciaio,
l’antico veleno fa la sua ricomparsa.
Lei giace nel terreno.
Mi ha lasciato.
Mi osserva senza occhi.
Mi osserva.
Ammorbato dalla sventura delle ricchezze,
tradito da molteplici menzogne
e trapassato dal senso di vendetta,
l’antico veleno ha mutato il corso del destino.
Lei si svegliava accanto a me.
Restava accanto a me
e fissava il cielo.
Viveva la nostra vita.
FROM EARTH I ROSE – SONO SORTO DALLA TERRA
L’oscurità era la mia luce.
Il silenzio era la mia lingua.
La morte era la mia vita
e la materia il mio spirito.
Sono fratello del fuoco
e per il fuoco sono come un fratello.
Dal seno delle tre dame
ho bevuto latte nero,
ho divorato latte bianco
e ho ingoiato latte rosso.
Ho dormito nelle viscere,
nelle viscere di questa palude.
Ero morto sotto il terreno,
sotto l’acqua,
nell’oblio di ogni cosa
e all’oscuro di qualsiasi conoscenza.
GODLIKE MACHINE – UNA MACCHINA SIMILE A DIO
In una strana terra, la terra di Pohjola,
ho avuto il mio dono, ricevuto dagli dèi.
Ho estratto la conoscenza dei Cieli
dai pezzi del mio cuore e ho eretto un mulino dorato.
Ho creato i cieli e li ho manifestati.
Ho donato il corno dell’abbondanza e l’ho mostrato.
Il mio re mi ha venduto alla regina del nord.
Io ho forgiato ancora e le ho donato una macchina simile a dio.
Ma non era abbastanza per la regina dei bugiardi.
Sono stato inviato anche al fiume della morte.
Ho arato i campi della morte
e ho rivoltato la terra con il sangue bollente delle vipere.
Nel profondo della foresta,
ho dato la caccia ai lupi e agli orsi dalle ombre.
Ho offerto la morte come prezzo per le mie grandi opere,
mentre dalla lingua della regina del nord venivano false parole.
Il mio cuore è cambiato.
Lei mi sussurrava la sapienza degli déi
e mi dava le parole mancanti della saggezza.
A me, il creatore dei Cieli!