A NIGHTMARE TO REMEMBER – UN INCUBO DA RICORDARE
Ho un incubo da ricordare. Non sarò mai più lo stesso.
Quello che è iniziato come una risata,
presto si è trasformato in dolore.
Il cielo era terso e glaciale. L’aria era densa e immobile.
Non sono uno che dimentica in fretta e scommetto che non lo farò.
L’immagine di un momento. La perfetta ironia.
Un ideale, nuovo inizio eclissato dalla tragedia.
Uno sconosciuto non invitato ha cominciato a ballare da solo,
così abbiamo detto addio alla sposa radiosa
e ci siamo incamminati verso casa.
La vita era così semplice allora.
Eravamo così innocenti.
Papà e mamma che si abbracciavano reciprocamente.
Senza preavviso sbucò dal nulla,
come un proiettile nella notte
e frantumò vetro, gomma e metallo.
Un fuoco rovente. Una luce intensa.
Urla di terrore. L’angoscia della paura.
Il suono delle sirene. Il fumo negli occhi.
In breve tempo la quiete era avvolta nel silenzio.
Non si udivano più grida, né pianti.
Ero intontito e disorientato.
Avevo freddo ed ero spaventato.
Ero ferito e in pezzi.
Ero terrorizzato e confuso.
Gettato su un tavolo in questo strano posto,
sono stato accolto dallo sconosciuto, un uomo senza volto.
Mi disse: “Figliolo, ti ricordi? Ricordi ancora il tuo nome?”
Poi mi accese una luce negli occhi ed esclamò:
“Prendila per il dolore”.
Andavo alla deriva senza speranza, immerso in una meravigliosa agonia.
Cadevo senza fine, perso in una straordinaria disperazione.
Ero buttato là, mezzo sveglio, con una blanda sedazione
e pensavo che il panico dentro di me cominciava a svanire.
“Dimmi, questo ti fa male?” mi domandò l’uomo senza volto.
“Riesci a muovere le dita? Puoi cercare di fare del tuo meglio
per rimetterti in piedi?”
Chiesi degli altri: “Stanno tutti bene?”
Mi disse di non preoccuparmi, mentre si voltava e si allontanava.
Giorno dopo giorno e notte dopo notte
ho rivissuto questi eventi.
Non avevano visto la luce rossa?
Ancora ed ancora, scena dopo scena,
come un incubo ricorrente che ossessiona i miei sogni.
Come potevi prepararti a ciò che sarebbe successo dopo?
Nessun figlio dovrebbe mai vedere un padre in una situazione simile.
Fu un miracolo se sopravvisse. Una benedizione che nessuno morì.
Fu per grazia di Dio se tutti ce la fecero.
La vita era così semplice allora.
Eravamo così innocenti.
Ci avrebbe accompagnato per sempre.
Sarebbe stato un incubo da ricordare.
A RITE OF PASSAGE – UN RITO DI PASSAGGIO
Da quando il Nuovo Ordine Mondiale influenza le nostre paure,
diffonde accuse sulle idee più radicali.
La Fratellanza della Sapienza, con forza e dignità,
possiede rituali che resteranno un mistero.
Sotto l’occhio che sorveglia costantemente,
volano gli angeli del tempio.
Gira la chiave! Cammina attraverso la porta!
E’ la grande ascesa per raggiungere uno stato più elevato.
Un rito di passaggio.
L’ultima tappa. Una dimora sacra.
Apri la porta e poni la pietra d’angolo!
Sono uomini di ricchezza e potere,
con la loro influenza e la loro fama.
Filosofi e leaders. Fanno tutti parte del sistema.
Legati da un patto e dall’onore, come la rosa e la croce.
Un sodalizio enigmatico di pensieri esoterici.
Gira la chiave! Cammina attraverso la porta!
E’ la grande ascesa per raggiungere uno stato più elevato.
Un rito di passaggio.
Le sette stelle. Il sole nascente.
E’ un mondo perfetto. Una nuova vita è appena iniziata.
WITHER – APPASSIRE
Esprimile! Riempi lo spazio vuoto!
Sei così insicuro. Trova le parole giuste ed esprimile!
Guarda in basso! Non ti viene in mente nulla?
Trova un posto e trasforma l’acqua in vino.
Mi sembra di non andare da nessuna parte
e di non poter mai vedere la fine.
Appassisco e divento vulnerabile.
Mi arrendo e tutto diventa più chiaro.
Vado in pezzi e lascio che la storia mi guidi.
Accendile!
Fa che le tue sensazioni scorrano!
Chiudi gli occhi! Visualizza quelli che conosci!
Apriti, ma non sforzarti di relazionarti.
Falli uscire! Aiuta i ricordi a riemergere!
Questa mediocrità ancora mi consuma
e mi sento come se stessi per rinunciare.
Appassisco e spreco me stesso.
Come riflessioni su una pagina,
il mondo è ciò che tu ti sei creato.
Affondo nell’esitazione.
Le mie parole si frantumano
e tutte le mie migliori opere si schiantano al suolo.
La prospettiva di ricominciare mi lascia paralizzato.
Distruggila!
Sarà un’altra cosa che hai perduto.
THE SHATTERED FORTRESS – LA FORTEZZA IN ROVINA
(X. LIMITAZIONE)
Libertà. Chiama il mio nome.
Serenità. Mi tiene sano di mente.
Felicità. Lenisce il dolore.
Onestà. Mi indica il mio posto.
Apertura. Verso altre posizioni.
Forza di volontà. Per poter capire.
Giustizia. Ma non giudizio.
Comprensione. Verso i difetti altrui.
Gentilezza. Non è poi così difficile.
Auto-limitazione. Di lingua e penna.
Fare l’inventario. Il mio pane quotidiano.
Analisi. Tenere la guardia abbassata.
Guarda nello specchio? Che cosa vedi?
La fortezza in rovina che un tempo mi circondava.
Sono fiduciosamente asceso verso il fuoco più oscuro
e ho trovato il sentiero per andare più in alto.
Sei abbastanza brillante perché mi possa fidare.
Vai e vivi la tua vita!
Mantieni il passo e saprai sempre come fare.
E se non sarai sicuro, chiediti:
“Ho fatto a loro quello che volevo fosse fatto a me?”
Guarda nello specchio? Che cosa vedi?
La fortezza in rovina. Vola adesso! Sii libero!
Sono fiduciosamente asceso verso il fuoco più oscuro
e ho trovato il sentiero per andare più in alto.
Un tempo pensavo che fosse meglio essere nel giusto,
ma alla fine ho trovato la luce.
A volte devi sbagliare e imparare dai tuoi errori.
Ora vivo sereno, senza l’odio dovuto al proprio senso di giustizia.
(XI. RICEVERE)
(Aiutami ad essere uno strumento per la tua pace).
(Dove c’è odio, dovrò portare amore).
(Dove c’è l’errore, dovrò portare lo spirito del perdono).
(Dove c’è discordia, dovrò portare armonia).
(Dove c’è uno sbaglio, dovrò portare la verità).
(Dove c’è il dubbio, dovrò portare la fede).
Ora che hai visto cosa hai fatto,
(dove c’è disperazione, dovrò portare speranza),
(dove ci sono ombre, dovrò portare la luce),
è il momento di fare un passo verso il Regno.
(Dove c’è tristezza, dovrò portare gioia).
Tutti i tuoi peccati ti renderanno più forte.
(Dovrò cercare di confortare, piuttosto che essere confortato).
(Dovrò cercare di capire, piuttosto che essere capito).
(Dovrei aiutarti ad uscire dalle mura della prigione).
(Dovrei cercare di amare piuttosto che essere amato,
perché è dimenticandoci di noi stessi che ci si ritrova
ed è perdonando che si viene perdonati).
Prendi tutto di me!
Tutti i desideri che una volta mi consumavano interiormente.
Aiutami a vivere l’oggi
e aiutami a ottenere la grazia di svolgere le tue opere!
Sono pronto!
Aiutami a essere quello che posso essere!
Sono pronto!
Aiutami e guidami per arrivare ad essere libero!
(XII. AFFIDABILE)
Sono affidabile, se qualcuno da qualche parte
chiede aiuto. Voglio dargli una mano.
THE BEST OF TIMES – I TEMPI MIGLIORI
Ricordo i giorni passati e come sono volati via veloci.
I nostri quarantuno anni pensavo sarebbero durati per sempre.
I giorni d’estate e i sogni della West Coast speravo non sarebbero finiti mai.
Un giovane ragazzo e suo padre.
Il suo idolo e miglior amico.
Ricorderò per sempre che quelli furono i tempi migliori.
Una vita trascorsa insieme.
Non dimenticherò mai.
I programmi radio al mattino.
Quel caso del cane scomparso.
Restare con la testa sul cuscino a quel vecchio 812.
Guardare Harold e Maude.
Il negozio di dischi. Il campo di stickball.
La mia casa lontana da casa
e quando non eravamo insieme,
le ore passate al telefono.
Ricorderò per sempre che quelli furono i tempi migliori.
Li conserverò sempre. Sono stati i tempi migliori.
Ma quando arrivò quella telefonata,
le nostre vite cambiarono per sempre.
“Potete sperare in qualche miglioramento,
ma è meglio prepararsi al peggio”.
Il fugace vento del tempo ha soffiato per tutti questi anni.
Avrei dovuto fare tante cose, ma il tempo scivola via.
Ricorda: “Cogli l’attimo!”
La vita trascorre in un batter d’occhio e molto resta ancora da dire.
Quelli erano i tempi migliori.
Mi mancano, ma il tuo spirito mi fa da guida ogni giorno.
Grazie per l’ispirazione!
Grazie dei sorrisi e di tutto l’amore incondizionato
che mi ha sostenuto per miglia e miglia.
Ma soprattutto, grazie per la mia vita!
Il mio cuore sanguina copiosamente,
ma va tutto bene.
Il tuo spirito mi guiderà ogni giorno.
THE COUNT OF TUSCANY – IL CONTE DI TOSCANA
Parecchi anni fa, in una città straniera,
così lontana da casa mia, incontrai il conte di Toscana.
Un giovane uomo eccentrico, discendente di sangue reale,
che mi accompagnò per un gita in aperta campagna.
“Sali sulla mia auto! Facciamo un giro!
Lungo il tragitto sarò la tua guida. Salta su!
Forse ricorderai un curatore cannibale,
personaggio ispirato alla vita di mio fratello”.
In mezzo alle colline, con la città alle spalle,
proseguimmo per molto tempo su stradine strette e viottoli polverosi.
Alla fine giungemmo in un pittoresco podere,
tra distese di campi di smeraldo.
Un mondo antico di tempi che furono.
“Permettimi di presentarti mio fratello,
questo signore barbuto”.
La storia è assorbita dalla sua pipa.
Il suo saper distinguere gli accenti mi rende nervoso e non è un caso.
Voglio vivere e tutto in questo posto mi sembra strano.
Non voglio morire!
Improvvisamente temo per la mia vita e vorrei salutarli.
Potrebbe essere l’ultima volta che sono stato visto vivo.
Potrei non sopravvivere
e l’ho capito dal primo momento in cui siamo arrivati.
“Ti piacerebbe vedere il nostro sacro posto segreto?
Vengo qui a tarda notte a pregare nella luce delle candele”.
Guardai attraverso il vetro e lo vidi incredulo,
ancora vestito con abiti regali, il santo oltre l’altare.
Ricordava la storia di tempi di guerra.
La leggenda è stata intessuta tra le mura di questo castello.
I soldati arrivarono a nascondersi in botti piene di vino.
Non poterono mai fuggire
e queste tombe di quercia furono il luogo dove morirono.
Sparii giù dalle scale della cantina
e come per l’erede inglese, la fine era vicina.
“Vieni ad assaggiare il frutto di questa rara vendemmia!
Sono i migliori vini prodotti negli anni”.
Poteva essere la fine?
Era quello il modo in cui sarei morto?
Seduto lì da solo, senza nessuno al mio fianco,
non capivo per quale motivo mi meritavo quella sorte.
Dove avevo sbagliato?
Non mi fu possibile saperlo.
Datemi un’altra occasione! Lasciate che mi spieghi!
Sono state le circostanze, ve lo ripeto.
Mi avete portato a fare un giro
e mi avete promesso una grande avventura.
Ma ho subito capito di dover temere per la mia stessa vita.
“Aspetta un secondo, amico!
Non è come credi.
Devi esserti confuso. Io non sono così.
Non temere, ti prego!
Non ti farei mai del male.
Questo è solo il nostro modo di vivere,
per quanto possa apparire strano.
Ti prego, scusaci!
La cappella e il santo,
i soldati nel vino,
le fiabe e i racconti
si sono succeduti nel tempo.
Naturalmente sei libero di andartene.
Vai pure e racconta al mondo la mia storia.
Racconta di mio fratello
e racconta a tutti di me, il conte di Toscana”.