ORIGINS – ORIGINI
Chi ha orecchie per sentire, ascolti,
perché questa è una storia antica.
Nelle parole c’è l’esistenza e le parole si fanno carne.
Esse hanno dimorato tra noi e abbiamo visto la loro gloria.
Chi lo desidera, le ascolti!
Ogni anima le ascolterà.
Alcuni scapperanno a nascondersi.
Altri resteranno.
Alcuni sorrideranno.
Altri non diranno nulla.
Rimarranno immobili e silenziosi
e cercheranno di dimenticare.
THE NAMELESS – IL SENZA NOME
Padre santo nelle tenebre, sia sacro il tuo nome!
Venga il tuo regno e l’ascesa del tuo dominio!
Sbocci la notte argentata.
Ave re dell’Autunno!
Padre santo nelle tenebre, sia fatta la tua volontà,
quando i cancelli dell’Autunno si spalancheranno.
Perché i tuoi boccioli fioriranno in gloria,
figli dell’Aldilà.
Tu sei il senza nome.
Il primordiale che era, è e sarà.
Senisteros, voi siete la mia genesi.
Una rosa è nata da uno stelo nobile
e ne sono scaturite le tribù sorte dalla notte.
Padre santo nelle tenebre! Sole della notte!
Tuo sarà il potere e la gloria per sempre.
Padre santo nelle tenebre, benedetto sia il tuo nome!
Venga il tuo regno e l’ascesa del tuo dominio!
FROM DARKNESS – DALLE TENEBRE
Non è ironico che la tua paura preferita
sia il contesto in cui ti sei formato?
E’ l’imperscrutabile oscurità
di un regno antico e scavato in profondità.
Il seme germoglia dalle viscere sotto il terreno,
dove la luce del sole non potrà mai arrivare.
Considerate che noi tutti veniamo dalle tenebre,
rifugio di ogni vita in formazione.
Emergiamo, in un viaggio dall’oscurità,
eterno ricovero dell’anima.
Il buio della notte si dilegua
e l’alba si irradia nel tempo, in mezzo al tempo.
E il seme nel terreno, sepolto in profondità,
non produrrà frutto finché non morirà.
Nel buio dell’Autunno
le onde della brezza e la vita sono concepite.
Il giorno è nato dalla notte
e nelle tre notti di Samon è nato l’anno.
Così la canzone è stata cantata
e chi vorrà la potrà ascoltare.
Non è ironico come ti aggrappi stretto
all’evidenza di tutto,
pur mantenendo il desiderio inalterato
di spiegare ciò che non puoi spiegare?
Il bimbo cresce nell’utero della madre,
protetto e nascosto.
CELTOS – CELTI
…
Dall’ovest Egli prese vita,
il sommo re dell’Autunno,
con la sua somma regina,
nobile figlia dei Bretanni.
Il loro primo figlio, Io, era sovrano dei Celti.
Il mondo si meravigliò di fronte agli eredi dell’Autunno.
…
VIRUNUS – VIRUNUS
A nord del boschetto di tassi,
la montagna era incoronata con gloria e acciaio.
Uno splendente bagliore di ricchezza,
casa del prosperoso sommo principe di Noreia.
Un uomo fatto
per combattere sul fianco della montagna rosso sangue.
Un uomo nato
per sconfiggere la rapace bestia.
Un uomo fatto
per porre fine all’era di sofferenza.
Un uomo nato
per attuare la profezia entea.
Un giorno fatidico apparve un cinghiale colossale e furioso,
che voleva nutrirsi sulle nostre sacre terre.
Un solco di distruzione fu tutto ciò che rimase.
Le spade di metallo erano state sollevate inutilmente.
In pezzi erano state fatte le nostre scintillanti lance.
Oppressi e affranti subivamo nel terrore, finché egli sorse!
Vir! Vir!
A nord del boschetto di tassi,
s’innalzò un uomo pronto a sfidare la bestia.
Padre della sua città,
casa del prosperoso e sommo principe di Noreia.
NOTHING – NIENTE
Così tante vite si sono spente e consumate.
E altrettante ne sono nate.
Così tante che è tremendo e significativo
come si affonda nell’irrilevante.
L’oggi diventa storia.
La storia diventa leggenda e si conclude nell’oblio.
Eppure niente sparisce senza lasciare traccia.
Tutto germoglia da ciò che era.
THE CALL OF THE MOUNTAINS – IL RICHIAMO DELLE MONTAGNE
Contro le onde, con le spade in pugno.
Contro il mare, con le spalle al muro.
Contro la sofferenza, di fronte ai nostri nemici.
Contro la tempesta, che ci ruggisce in faccia.
Un grido riecheggia attraverso i cieli.
Un bagliore. Un volo di gru.
Il richiamo delle montagne.
Il richiamo delle Alpi.
Il richiamo di casa.
Il suono nei nostri cuori.
La canzone delle montagne.
Cos’è quel trambusto, così sfacciato nei nostri cuori meravigliati?
Cos’è questa brama che fa sollevare i nostri occhi pieni di desiderio?
Cos’è questo suono che riecheggia nei cieli plumbei?
Qual è l’augurio che risuona dalle corde della lira?
Un urlo si leva nel vento sibilante.
Un comando. Il grido di protesta delle gru.
SUCCELLUS* – SUCCELLUS
Sacra è l’avvolgente volta celeste dell’alba.
Mentre le fiamme si diffondevano rosse nel firmamento,
la prima luce prese vita sulle sue mani protese.
Ho visto il tuo volto splendere su di me.
Un potere che non si estinguerà mai.
La tua ascia e il tuo bastone mi confortano.
Tu sei il mio pastore.
Io non voglio possedere la tua ascia e il tuo bastone.
Essi mi confortano.
Mi hai creato per godere di verdi pascoli.
Mi hai condotto in acque tranquille,
splendido sole della notte.
Padre! Forza sempiterna e fuoco dell’esistenza.
I tuoi colpi emettono scintille di vita.
La tua mazza non manca mai il bersaglio.
Nessun uomo può comprendere la vastità nella tua mano.
Il tempo si arrende, sole dell’Aldilà.
La caccia dei lupi non sarà vana,
mentre il corvo fa ritorno a casa e ritrova la sua isola,
nobile servo di Nantosuelta.
Fa da scorta all’anima nelle tenebre da cui è nata.
Note: *(Dio Gaelico positivo)
INCEPTION – PRINCIPIO
E là era il nulla.
Il tocco risanatore di Grannus*. Il bagliore di Cernunnus**.
Il colpo del dio Succellus. Il ruggito distruttore di Taranis.
I denti di leone fluttuano come neve
e testimoniano le leggi eterne dell’abbondanza.
Ognuno è contato.
Nessuno viene dimenticato.
Ognuno è solo un altro uomo nelle mani di Succellus,
infinitesimo ed effimero.
Echi lontani risuonano esaltando l’invisibile.
Montagne antiche, nella loro serenità, preannunciano la grandezza.
Chiunque deride la pomposa futilità,
che sarà consumata fino alla cenere e spazzata via.
E’ sempiterno e santificato.
L’acqua e il fuoco sono imminenti.
“Insegnano che l’anima non discende nelle silenziose terre dell’Erebo
e nel buio regno di Dis al di sotto,
ma che il respiro stesso governa le membra in un altro mondo.
Se la loro versione fosse vera,
la morte sarebbe solo un punto nel mezzo di un’esistenza perpetua”.
L’effimero morirà. Il futile verrà spazzato via.
Le ferite saranno sanate e le domande troveranno risposta.
La creazione sarà purificata per un meraviglioso nuovo giorno.
Evanescente, inferiore e piccolo,
l’insignificante diventerà una piccola stella
e brillerà su coloro che verranno.
Note: *(Dio Gaelico solare)
**(Dio Gaelico animale)
VIANNA – VIANNA
Abbiamo viaggiato guidati dagli déi.
Tu l’hai reso verbo.
Uidluia degli Allobrogi,
i tuoi piedi danzavano sulle orme dell’Aldilà
e le parole delle tue canzoni sono incise nei nostri cuori.
Mia Vianna! Mia luce luminosa!
Vianna! Mio sacrificio!
Mia Vianna! Mia madrina!
Vianna! Mia immortale!
Santo sia il tuo nome, figlia mia!
Danzando nell’Awen sei diventata parola,
mentre le lacrime si mescolavano al Rodano
e quando la Terra si aprì per ricevere il sacrificio,
tu benedicesti le acque e il terreno consacrato.
THE SILVER SISTER – LA SORELLA D’ARGENTO
Una luce argentea. Un bagliore sulfureo.
La notte primordiale. La trasformazione dalle tenebre.
Sotto il buio della volta celeste,
canti solenni si innalzano
e le canzoni immemori dei saggi,
per dichiarare l’apparire
e la nascita della notte,
della rugiada scintillante
e dei venti che sussurrano nell’alba vibrante,
vengono a lungo preannunciati.
Il tuo viso puro riversa raggi di cristallo.
Siamo accarezzati dal tuo tocco vellutato,
mentre danziamo nella notte.
Un ultimo bacio argentato,
prima che le antiche canzoni si perdano nel silenzio.
I lupi dell’Autunno si dirigono verso i rifugi divini.
La luce si irradia in perle stanniche sul manto grigio
come pietra, del popolo fiero.
La tua radiosità cristallina proclama parole antiche
che risuonano alte e chiare dall’Aldilà.
In questa notte danziamo per la gloria del Senza Nome.
Un ultimo bacio argentato, prima che il filo definitivo si spezzi.
KING – RE
Io sono il re, sovrano e servo.
Custode del divino e destinatario di regalità.
Nel bosco di Omphalos,
la mia maestà è una canzone per gli dèi.
Mi conoscerete dai frutti
e dall’abbondanza in cui cresceranno.
Dai segni e dalle meraviglie ai vostri piedi,
rivelate dal volo dei corvi.
Io sono la corona di Gallia.
Sono la quercia nel Nemeton.
Sono il servo dei figli dell’Autunno
e sono la volontà degli dèi.
Ambicatus è il mio nome.
I miei eletti sono destinati alla conquista.
Come fiammiferi che prendono fuoco,
il mio regno prospererà e crescerà.
Mi conoscerete dai frutti e dalle foreste Hercinane,
fino oltre le Alpi che grattano il cielo.
Fin dove il volo dei corvi ci condurrà.
THE DAY OF STRIFE – IL GIORNO DEL CONFLITTO
Le montagne tremarono
quando si aprirono le porte dell’Autunno.
L’antico si fece avanti,
per portare giustizia sugli arcigni tiranni.
Un vecchio dalla pelle avvizzita,
che recava simboli divini sulla pelle.
Le sue parole erano simili a frecce nella sua faretra.
Noi lo seguimmo,
con le orecchie incantate dalla sua lingua.
Era l’antica saggezza dell’Autunno.
Era la nostra forza bruciante.
La nostra luce splendente.
La nostra libertà soffocata.
Nel giorno del conflitto,
due figlie nacquero con dolore,
destinate al regno della vita
e la loro gloria agli albori sarebbe stata radiosa.
“Saseroneos, feroce gigante! Oh Tauriscus! Tu, furente toro!
Hai calpestato per un tempo sufficientemente queste terre!”
Un vecchio logoro distrusse l’oppressore
e reclamò le terre occidentali.
La nostra salvezza! La nostra vittoria!
Quando la nostra terra rifiorì e i figli dei Celti crebbero,
Ogmios ritornò all’Autunno, in attesa del banchetto di Gobanno.
OGMIOS – OGMIOS
“La lingua divina distilla miele.
Il genere umano sarà legato all’ambra e all’oro.
Questo è il mio verdetto!
Perché i regni non vengono conquistati grazie al ferro,
né il possente muore a causa della lancia.
Gli uomini cadono per mancanza di fede”.
ETERNITY – ETERNITA’
Ecco dove siamo giunti! I giochi sono fatti!
Gli imperi sono sorti e caduti.
I potenti sono morti e avvizziti, proprio come quelli precedenti.
I fuochi si sono consumati, a migliaia.
Eppure la grande ruota non ha proseguito il suo girare?
Il merlo non ha continuato a cantare?
Il vischio non ha continuato a crescere sulla corona delle querce?
Ciò che è stato raccontato è stato dimenticato.
Velate sono le parole che si sono innalzate un tempo,
avvolte come una larva nel bozzolo.
Lasciate che chi lo desidera, ascolti!
Origins
- Autore dell'articolo:Federico
- Articolo pubblicato:Novembre 3, 2015
- Categoria dell'articolo:Death metal melodico / Folk
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