NEW GENERATION SLAVE – SCHIAVO DI UNA NUOVA GENERAZIONE
In questo mondo sono arrivato pieno di paura
e piangendo tutto il tempo.
Suppongo che la mia nascita abbia lasciato una grossa ferita
sul mio cuore e sulla mia mente.
Ora raccolgo cotone e mi sforzo di cantare:
“Sono felice e faccio quello che mi piace!”
Ma la mia voce si spezza
e comincio a odiare la mia canzone.
E tutti gli altri naturalmente.
Mia madre mi disse: “Sii buono! Lavora duro e ama Dio!”
Ogni domenica ho mentito e ho cercato di capirne il perché.
Ma non c’è niente da dire. E’ il tuo onore.
Non mi guardare in quel modo!
La verità è che sono un uomo libero, che non si gode la sua vita.
Sono arrivato a un punto morto.
La mia testa è piena di bugie e di speranze.
Mi è sempre sembrato troppo tardi per cambiare
e troppo presto per capire.
Non ho il mal di pancia. E’ solo la mia espressione.
Sono come prigioniero.
Mi sento arenato e di solito rigurgito bile.
Mi chiedo se tutti questi anni non siano stati solo uno spreco di tempo.
Che cosa faccio?
Mi lamento e fumo troppe sigarette,
ma francamente non me ne importa.
THE DEPTH OF SELF DELUSION – LA PROFONDITA’ DELLA DELUSIONE
Potrei restare per sempre uno straniero nella tua terra.
Potrei restare per sempre uno straniero nella tua terra promessa.
Una vita è accettabile, ma una seconda…
No, non voglio vivere sulla vetta!
Non ti seguirò.
Troverò la mia strada o resterò qui.
Potrei restare per sempre uno straniero nella tua terra
in cui tutti hanno fretta.
Potrei restare per sempre uno straniero nella tua terra del mai.
Un mattoncino. Poi un altro e così via.
In ogni caso costruirò quel muro.
Potrai trovarmi là, riposato e tranquillo
e senza nessuna maschera.
Ecco dove resterò.
Guardati intorno! Dove siamo? Chi siamo?
E’ ciò che abbiamo sempre voluto?
20.473.605. A volte anche di più.
Ho inseguito la tua ombra,
ma non sapevo che sarei diventato tuo schiavo.
Ho detto addio ai sorrisi senza fine
e non sto bene vestito di rosso.
Da questo posto riesco finalmente a vedere
quanto di quest’ombra che ho chiamato “me” ero io
e cosa è stato lasciato indietro.
CELEBRITY TOUCH – IL TOCCO DELLA CELEBRITA’
Non posso permettermi di tacere.
Non posso permettermi di perdere il mio stile.
Ciò che conta è restare ben in vista.
Vengo guardata, quindi sono.
Posso soddisfare la mia fame.
Posso soddisfare la mia sete.
Che importa dei sentimenti insignificanti?
Ora ho la mia occasione.
E’ esattamente ciò che mi serve per essere sotto lo sguardo di tutti.
Per essere collegata ai loro cervelli e controllarne la mente.
Al centro dell’attenzione. In TV e sulle riviste.
La mia vita privata ormai è pubblica.
Ho venduto tutto di me.
I giorni si stanno accorciando e presto si dimenticheranno chi sono.
Allora salterò sul loro furgone senza tabù.
E se iniziassimo a conversare e non solo a parlare a voce alta?
Se separassimo la battaglia da ciò che conta davvero?
Se sparissimo, sprofondando sotto terra?
Se nascondessimo le nostre espressioni stupefatte?
Voi ed io. Migliaia di occhi.
(Ho bisogno di amore nel cuore della notte
e nel mezzo del giorno).
Zitti!
WE GOT USED TO US – CI SIAMO ABITUATI A NOI STESSI
Quando scorro lungo il prospetto dei nostri giorni recenti,
cerco di capire come abbiamo potuto dimenticare
che ci siamo fatti una promessa l’un l’altra.
Che nulla avrebbe spezzato ciò che era nostro.
Ora non parliamo mai quando andiamo in pezzi.
Facciamo finta che vada tutto bene e ci circondiamo
di rapporti a senso unico e dei cosiddetti amici.
So che ci siamo abituati ai nostri nuovi noi,
ma non vorrei vivere così.
Non vorrei essere dove siamo.
So che ci siamo abituati alla nostra nuova vita,
ma non vorrei viverla così.
Il silenzio è sceso tra di noi.
Le porte sono sbarrate e le parole non vengono dette.
Ancora abbiamo paura del tempo.
Abbiamo iniziato a tenerci a una distanza che possiamo controllare.
Né troppo vicini, né troppo lontani.
Facciamo finta che vada tutto bene e riempiamo in nostri spazi interiori
con schegge d’odio e con il cosiddetto amore.
FEEL LIKE FALLING – MI SENTO COME SE CADESSI
Fuori il giorno sta diventando buio.
Sono sdraiato a faccia in su nel mio guscio.
Chiudo gli occhi e li tengo stretti.
Mi sento come se cadessi in uno spazio vuoto.
Ho lasciato che la vita andasse alla deriva,
perché ho scelto un percorso diverso.
E quando la luce si offusca, mi sento come se cadessi.
Capisci di aver ingerito la vita reale,
cresciuta nei momenti in cui hai sgomitato nella folla.
Capisci di aver scelto una vita irreale
e di esserti adagiato nell’instabilità, in comodo formato tascabile.
Volevo essere la tua luce.
Volevo illuminare i tuoi sorrisi.
Volevo essere la tua soluzione.
Un ponte tra l’io e noi.
Volevo essere la tua preghiera
e asciugare le lacrime dai tuoi occhi,
ma ti ho voltato le spalle.
Avanti!
Potevo piantare un albero nell’alba,
le cui radici fossero profonde nel terreno
e i cui frutti non cadessero negli spazi vacanti.
Invece ho cercato rifugio in me stesso e nella solitudine della folla.
Ora mi deprimo
e mi sento come se cadessi in uno spazio vuoto.
DEPRIVED (IRRETRIEVABLE LOST IMAGINATION) – DISAGIATO (IMMAGINAZIONE PERDUTA IRRIMEDIABILMENTE)
Sono circondato da bei ricordi.
Ho l’abitudine di collezionarli.
Alfabetizzo, per quanto riesca a ricordare i miei rituali d’infanzia.
Le icone di quel mondo
riempiono sempre i miei scaffali e il mio cuore.
Mi riparo dalla pioggia, rintanato nella mia gabbia.
Oggi non ho molto a cui pensare.
Compilano loro al posto del tuo cervello.
Sono raggomitolato. Disagiato.
Sono stato rinchiuso.
Mi trovo in un mondo di sinonimi e note scritte a mano.
Di mie rappresentazioni come burattino
e infinite storie della buona notte.
Posso toccare la luna e spegnere il sole.
Posso sempre contare sui miei sogni. Sogni di giorni migliori.
Vi prego, non pronunciate il mio nome!
ESCALATOR SHRINE – LA SCALA MOBILE DEL SANTUARIO
Siamo gente che cammina sulle scale mobili
in questo nuovissimo tempio.
Siamo qui per rimodellare le nostre identità.
Per condividerne la pelle.
Rinasceremo e ci sentiremo uguali.
Sentirsi conformati significa che nessuno qui è reale.
Siamo spettatori in piedi in un santuario di scelte,
imprigionati tra piani di speranza e disappunto.
E ci sentiamo uguali!
Sentirsi conformati significa che niente qui è reale.
Siamo gente che vaga su e giù per le scale.
Siamo fatti di carta cibernetica.
Ragazzi di Google e ragazze di Wiki.
Figli della cura di sé.
Stiamo qui a pregare, ogni singolo giorno d’allenamento,
alla ricerca di una possibilità per sopravvivere.
Comprare riduce il prezzo dell’illusione.
Fluttuiamo in una luce diversa.
Ci sciogliamo nell’ennesima folla solitaria.
Avevamo il nostro amore e ora abbiamo anche desideri a perdere.
Avevamo la nostra anima e ora abbiamo anche una pelle raffinata.
Prendiamo e usiamo. Gettiamo via e dimentichiamo.
Trasciniamo i piedi, stanchi e delusi
e ci muoviamo con lentezza.
Cerchiamo di sostenerci sulle gambe malferme,
dopo tutti questi anni buttati.
Spingiamo le pietre del peccato su per la collina dei nostri giorni futuri.
Nell’abbraccio del sole al tramonto,
i nostri fardelli gettano ombre sul terreno infuocato.
Accogliamo gli ultimi raggi
e cerchiamo di arrivare alla fine del viaggio, prima che il sole si spenga.
Percepiamo di essere vicini alla meta,
ma la notte scende troppo presto e noi brancoliamo nel buio,
impreparati ad affrontare le bugie che non conosciamo.
Allora desidereremmo tornare indietro,
ma non possiamo fermarci e così andiamo avanti.
CODA – CODA
La notte fuori si irradia luminosa.
Sono sdraiato a faccia in su nel mio guscio.
Apro gli occhi.
Non mi sento più come se stessi cadendo in uno spazio vuoto.
Ho permesso alla vita di andare alla deriva,
perché ho scelto un percorso diverso.
Quando la tenebra si diraderà,
non mi sentirò più come se stessi cadendo in uno spazio vuoto.
Vorrei essere la tua luce e illuminare il tuo sorriso.
Vorrei essere la tua soluzione.
Un ponte tra l’io e noi.
Vorrei essere la tua preghiera
e asciugare le lacrime dai tuoi occhi.
Quando la notte scenderà ancora, non crollerò.
Sono pronto a risorgere.