SPIRITS OF THE DEAD – GLI SPIRITI DEI MORTI
La tua anima si ritroverà tutta sola,
in mezzo agli oscuri pensieri di una lapide grigia.
Non avrai nessuno, di tutta la folla, da interrogare
nella tua ora segreta.
(Edgar Allan Poe)
FROM WOLF TO PEACOCK – DA LUPO A PAVONE
Sin dalle prime ore dell’infanzia e di ciò che la riguarda,
in tutti i miei punti di vista e in tutte le mie considerazioni
mi sono sentito solo.
Ho assaporato la bellezza di cose diverse rispetto agli altri
e la maestosità distorta ho ammirato nelle cose che muoiono.
Ho sempre provato appagamento nello stare in solitudine
e nelle mie azioni e passioni ho colto la mia armonia distintiva.
Dalle loro fonti di diletto non ho mai tratto la pace,
ma dal profondo di me stesso la mia vera natura si è liberata.
Che entri il lupo!
Una caccia notturna, così gelida.
Il cuore del lupo, così solitario.
Gli occhi dell’anima, così ciechi.
La stella oscura, così luminosa.
In un crescendo aumentava la mia rabbia,
incatenata agli altri.
Alle loro idee affini e alle loro ambizioni così sobrie.
Ma quell’ira è trascesa in qualcosa di divino.
Creazione, catarsi e orgoglio mi appartenevano.
Una superbia simile a quella del pavone ho sentito nel cuore
e da ogni cellula e poro i suoi effetti hanno straripato.
Come la coda del pavone, con la sua ruota magnifica,
manifesta una bellezza senza fine.
Che si mostri la ruota!
THE KINDRED OF THE SUNSET – LA STIRPE DEL TRAMONTO
Come un drappo che scende verso terra,
le tenebre si diffondono con eleganza raffinata.
La malinconia raggiunge l’apice
e rapidamente sentirete la sua ira in ogni elemento.
I cieli sono in fiamme e sembrano bruciare indomiti,
mentre la terra è avvolta in un profumato manto blu.
Accendetele! Le candele bramano di bruciare adesso.
La notte disvela il suo riecheggiante spettro di morte.
Noi siamo la stirpe del tramonto.
Siamo destinati all’oscurità.
Siamo simili a profili nel buio.
Noi siamo i figli del tramonto.
Sappiamo che più avanti bruceremo nel fuoco della notte.
La foschia notturna ci viene incontro,
un fantasma che divora i miei segreti.
Fluttua sopra i campi come nebbia
e geme in modo angosciante.
I cieli si spengono e sembrano non bruciare più.
La terra è ammantata da un velo funebre.
Il tempo passa. La clessidra viene girata un’altra volta
e noi sorseggiamo compiaciuti l’elisir di morte.
Noi siamo i figli del tramonto,
simili a profili nel buio.
INTO THE UNKNOWN – NELL’IGNOTO
Cammina nell’oscurità e trascinati attraverso le sue volute!
E’ là fuori ed è stato intessuta per te da tempo immemore.
Acconsenti al dolore e l’agonia ti insegnerà i suoi nobili segreti!
Vinci a paura!
Spingiti nell’occhio vorticoso del grande Maelstrom!
A mente fredda e col cuore in fiamme,
non sarò mai più lo stesso.
Nell’ignoto, dove l’oscurità regna,
non sarò mai più lo stesso.
I sentieri notturni ti chiamano.
Ascoltali! T’invocano.
Una nebbia pesante ti avvolge la mente
e oscura la tua visuale.
Guarda in alto e cogli dal firmamento le stelle infuocate!
Nelle profondità della luce e della tenebra scoprirai il tuo vero nome.
ANCIENT HEART – CUORE ANTICO
Il cuore. Il cuore è vecchio.
L’antica anima del nobile e del forte.
Prezioso e vigoroso, il cuore è senza eguali.
Invincibile e mai in errore.
Sapiente sin dal principio.
Che si liberi dalle catene!
Indomito e arcano è il mio cuore antico.
Sangue sublime scorre senza fine nel mio cuore antico.
Fuoco e fiamme, irremovibili nei loro scopi,
si agitano nel mio cuore antico.
Il cuore. Il cuore è puro.
Un orgoglio violento, l’io incorrotto,
vive nel mio cuore antico.
THE WHINE OF THE CEMETERY HOUND – IL LAMENTO DELLA CREATURA DEL CIMITERO
Dimenticati e desolati sono i sentieri nel cimitero.
Rovine adornate di muffe. Oratori senza voce.
Ho cacciato qui per così tanto tempo.
Ho osservato ogni cosa decomporsi.
Le lapidi che affondavano nel terreno fino a sparire.
Ho mischiato l’immobilità alla poesia sepolcrale
in queste cripte oscure che sono diventate la mia casa.
Questo è il mio regno!
L’impero dei morti,
dove figure spettrali vagano solitarie.
La morte e la fine.
La rovina e la decadenza.
Ceneri e polvere. Terra e pietra.
Grigi pozzi di costernazione.
Il tempo non ha significato nel regno dei morti,
dove anime eloquenti si incontrano nel silenzio.
Questo è il mio regno!
L’impero dei morti, avvolto nel mito,
in cui l’ozioso si sofferma.
HOW DEEP LIES TARTAROS? – A QUALE PROFONDITA’ SI TROVA IL TARTARO?
Conosco l’entrata di un luogo dove ombre nere dimorano.
Una volta che sarai caduto in disgrazia
rimarrai prigioniero del loro sortilegio.
Tartaro, un immenso crepaccio.
Tartaro, l’abisso del passato.
Tremo, nudo come un verme
e lingue di fuoco gelide mi lambiscono.
Sono qui abbandonato senza alcun alleato.
Ho idee talmente truci che si diffondono senza sosta.
Dove la sofferenza, il rimorso e l’oscura compulsione vivono.
Tartaro!
Non c’è uscita da questo luogo dove ombre nere dimorano.
Nel suo stretto abbraccio si trova l’Inferno più profondo.
Dove la sofferenza, il rimorso e il buio sono la verità.
Tartaro, da cui non puoi scappare.
Tartaro, l’abisso dentro di me.
THE FRAGRANCY OF SOIL UNEARTHED – IL PROFUMO DEL TERRENO PORTATO IN SUPERFICIE
La luna sorge infine.
Sofferente, unisciti all’enigma!
La notte cala. E’ un richiamo.
Rifletti all’approssimarsi della fine!
Nella limpida luce di questa volta illuminata dalle stelle
devo ancora morire.
Finché le stelle svaniranno.
Fino al compiersi del destino.
Finché la fine sarà prossima
e l’effimera gioia si sarà esaurita.
Finché il sole scomparirà.
Fino al sopraggiungere dei vermi.
Finché la terra acclamerà
e il mio corpo discenderà.
Qui sarò re! Qui sarò l’unica verità!
La cupola di stelle si espande.
Il pellegrino trascende nella notte
e, quando il silenzio avvolgerà ogni cosa,
io dovrò ancora morire.
Rovina! Rovina!
La luce non c’è più.
Il sole sta morendo.
Che l’oscurità sia mia ospite
quando i suoni vuoti e le grida mute
e le parole senza senso saranno sparite!
Fisso le stelle, nel cielo di velluto rosso
e dalla terra dirigo la grande orchestra del silenzio.