Eredi

UN MILIARDO DI ANNI

Le nuove guerre preventive non si fanno più
con le pistole caricate a sangue freddo,
ma con colletti bianchi e cravattine di marca.
Il gioco del più forte ha sempre vinto su di noi.
Eppure siamo il massimo capolavoro che
la terra abbia mai visto in tutti i mutamenti suoi.
Un miliardo d’anni di scoperte uniche,
creando dèi supremi. Smarrimenti necessari.
Un miliardo d’anni dentro a smisurate evoluzioni,
senza aver capito cosa farne.
La nostra devozione a diventare macchine.
Le mille sigarette con su scritto morirai.
Polvere e pastiglie, se li prendi guarirai.
Nell’ora della fine dimmi cosa pregherai.
Un miliardo d’anni senza aver capito cosa farne.

METALLI PESANTI

Il tempo scorre tra le reti accese,
come in vetrina dentro i social network.
La disciplina è ciò che ci conviene
per non morire dentro alle miserie.
Le carni crude sotto il sole ardente.
Siamo cadaveri diretti al fronte
e c’è qualcosa che mi sfugge sempre.
Com’è che si ripetono gli errori?
Siamo il gregge che è lì che aspetta
il prossimo comando da eseguire in fretta.
Siamo dentro allucinazioni.
Crediamo che i vicini siano sempre i peggiori.
Il tempo stringe e non frega a nessuno.
Ripetizioni su ripetizioni
e stiamo bene sotto gli ombrelloni.
Chili di crema contro radiazioni.
Ci sono cose che non posso capire,
neanche quelle che non posso giudicare
e c’è qualcosa che mi sfugge sempre.
Il senso stesso del significato.
Siamo quello che sta aspettando
il prossimo cadavere che passa accanto.
Siamo dentro allucinazioni.
Crediamo nei profitti per sentirci migliori.

L’EQUILIBRIO

Voglio essere un cinico.
Trovare la mia forma nei rapporti sociali.
Si cade nell’inganno della forma che si racconta
e che poi non torna.
Cinico! Sei solo un cinico!
Ma più ti guardo, più vedo che tu vai dove vuoi.
Mi fa male e in qualche modo invidio.
Cerco di restare in equilibrio su me stesso,
con i cambiamenti radicali. Modi di pensare ancora.
Voglio tutto facile.
Non voglio farmi il culo nelle cose
per dire che sono presente.
Scegli i modi. Inventi i tuoi racconti,
come i camaleonti che cambiano ogni volta che serve.
Cinico! Sei solo un cinico!
Ma tra noi due tu sei quello che vince sempre.
Questo tempo l’hai capito più di me.

SPIRITI

Mi ricordo l’ironia che ci portava altrove.
I rovi non graffiavano i nostri piedi nudi
e dentro l’incantesimo spuntarono le ali.
Il mondo ci sembrava un piccolo puntino blu.
Ed il coraggio vinse, lasciando le macerie
bruciare sulle ceneri dell’infertilità
e non sapendo come si pronunciava il nome,
cullandoci dal vento dell’immortalità.
Sei lo specchio di questa valle
che disseta tutti questi spiriti.
Questa luna tiene svegli per purificare tutti i sensi.
Per quello che vedrai ti sembrerà impossibile
che la bellezza viva di fronte alla miseria.
Per quello che verrà potremmo solo dirti
che la pace ti sostenga ovunque tu ti troverai.
Credo solo che ciò che è dentro noi non è semplice
e nasconderlo non mi servirà più.

NEL TUO SILENZIO

Sotto il sole ardente, con la Panda verde,
senza meta i sogni della nostra età.
L’orizzonte aveva mille sfumature,
anche adesso che il ricordo mi frantuma il cuore.
Nel mio silenzio,
in tutte le case e le strade che ho visto,
nessuno di voi mancherà.
Lì, nel mio universo, di tutti gli anelli portati alle mani
e donati ai defunti.
Vivo con il mio pensiero quotidiano
che non sa distogliersi e darmi guarigione.
Vivo come spettatore e guardo il mondo che
nel suo dissolversi si dà alla distruzione.
Vivo la necessità di dare un senso
che non sia visibile per andare in ogni dove.
Vivo senza più partecipare alle sventure e alle fortune
che il mondo ci propone.
Vivo per cercare quella pace che, lo so,
non è possibile e non è colpa di nessuno.
Vivi nel silenzio dei tuoi gesti e le parole
che non servono a colmare tutti i vuoti.
Vivo la necessità di dare un senso
che non sia visibile per andare in ogni dove.
Tutto quello che non ho capito mai.

SCHIAVI MODERNI

Sterili sentieri, come trappole per topi.
La visione delle nostre libertà.
Mortificazioni sotto forma di pressioni.
Il sapore delle nostre verità.
Ci sono cose che ci mancano.
Le stesse che poi si comprano.
Non se ne uscirà mai.
La verità: siamo soltanto una massa di morti
che cercano di essere vivi
tra mille prigioni e possibilità.
La verità: siamo soltanto una forma moderna di schiavi,
legata al lavoro, devota al denaro e alle forme di sterilità.
Effimeri pensieri imprigionati da malesseri,
nei tranelli delle nostre necessità.
Scorrono frequenti, appetitosi compromessi.
Il mercato delle vite ti comprerà.

MASCHERE

Ti proverai tutte le maschere che troverai
giuste per te.
Ti sentirai come desideri.
Nessuno mai saprà di te.
Fuori dalle quattro mura c’è una farsa che ti aspetta.
Ruoli da perfezionare,
recitando la tua parte.
Quanti misteri si celano dietro di te,
nei segreti che non svelerai.
Quelli che sai soltanto tu.
Maschere per ogni cosa che tu vorrai.
Quella che tu non toglierai.
Quella che sai soltanto tu.
Ti accorgerai che non ricordi più
il nome che hanno scelto per te.
E smetterai di riconoscerti
in quello che hanno scelto per te.
Lo sai solo tu.
Lo sai soltanto tu.

EREDI

Ti ricordi quando eravamo diversi?
Non siamo cambiati di niente.
Abbiamo seguito gli istinti.
Se ci pensi siamo tutti illuminati
da un vivere senza domani.
Perduti nei grandi conflitti.
Sì, nel progettare sensi di colpa.
Beneducati ai consumi feroci.
Generati dalle grandi ricchezze.
Dal futuro sicuro e radioso
di un pugno di mosche.
Mentre tutto cedeva,
ignoranti dell’eredità,
guardavamo le stelle cadere in un bagno di sangue.
Vivevamo tra Berlino e il suo muro.
Educati ai consumi feroci,
all’ombra di Chernobyl.
Che ne sarà di noi?
I vostri silenziosi eredi.
Penso che un sogno così non torni mai più.
Mi dipingevo la faccia e le mani di nero.

QUANDO AVEVO PARANOIA

Quando avevo paranoia non dormivo bene più.
L’incertezza s’insediava facilmente dentro me.
Ho vissuto dei deliri da non farmene mai più. No!
La misura che distingue ciò che giusto e invece no
nei deliri onnipotenti pronti ad ogni richiamo.
Lunga vita a tutti quelli che non sanno smettere!
Che si illuminano ancora nonostante quel che c’è!
Da quello che farò senza saperlo mai.
Mi son fatto paranoie da non farmene mai più. No!

L’IMPERATRICE

Quanti ricordi dietro di noi,
sopravvissuti a mille segreti
che ho racchiuso qui dentro di me,
senza credermi.
Via tutto quello che non credo più!
Come un arcano che svela i segreti,
piccole luci che s’illuminano qui
e se davvero è tutta un’illusione,
posso dirti, sei l’illusione più bella per me.
Solo per me.
Qui, da qui cominciavano le giornate di sole
e la semina dei desideri partiva da qui.
Si sentivano le voci chiamare di fronte all’immagine
che il tempo ha dato di me, di te.
Nei cimiteri, dentro i silenzi,
c’era una pace che trovavo solo lì
e senza terra e radici come a sorreggermi.
Via tutto quello che non credo più!

1492

Alle due di notte di venerdì 12 Ottobre 1492,
Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta,
distinse finalmente la costa.
Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta,
carico di sogni, di ricchezze e di riscatto
e con le mani al cielo,
con tutto il fiato in gola,
urlava “terra!” e l’Occidente lo seguiva.
La conquista d’America.
Secoli di civiltà persi nell’inganno.
La maledizione dei diamanti e l’oro.
A bordo delle navi guidate da reietti,
cariche di effigi e di polvere da sparo
e senza pace dentro, di fronte alla bellezza,
che l’anima venduta a poco prezzo ignora.

LAST CHRISTMAS (NON SI SENTIRA’)

Mi trovo spesso a fare i conti con me stesso
quando arriva l’inverno.
Si dice che il carattere sforni forze
dagli zero ai tre anni.
So che è successo inevitabilmente o forse
si è riflesso nei dilemmi di adesso.
La soluzione, quell’ossessione,
si rivela a Natale.
La radio che suonerà Last Christmas,
che ci sfonderà
e cambierò stazione che su Virgin non si sentirà.
La radio che passerà Last Christmas,
che ci sfonderà
e cambierò stazione che su Virgin non si sentirà.
Siamo registi. Siamo comparse.
Siamo gli anelli della grande catena.
Distributori. Consumatori.
Per tutti i gusti. Per tutti i modi.
Mi sono accorto che in radio si presenta
il solito trip delle canzoni in festa
e della noia che arriva presto,
che lo sai che un po’ ci piace.
Chissà cosa passa alla radio?
Qualcosa che arriva lontano.
Ricordi che sembrano persi,
che adesso li trovo presenti.
Chissà cosa dà Virgin Radio?
Last Christmas non si sentirà.
Su Virgin non si sentirà.

SOTTO LE STELLE

Ogni volta che ci sono feste e anniversari,
ci rendiamo conto delle facile psicosi
e quello che farai, nei desideri tuoi.
Ascoltare Virgin Radio e fare un giro in macchina
sotto le stelle.
Questa notte mi sorprendo ad osservare
nelle case tutte queste luci accese,
mentre tutto quanto scorre innaturale,
tra gli alti e bassi di questo presente.
Così sereno, quando giro per le strade
come in sogno. Virgin Radio che accompagna
le mie notti senza meta.
E anche adesso, mentre tutti quanti
corrono feroci tra gli acquisti schizofrenici,
da manicomi!
Questo freddo si dimentica perché ci scalda dentro.
Di riflesso siamo persi dentro nel significato,
come un gregge  alla ricerca tutti di qualcosa.
Di quelle sensazioni che son sempre quelle.
E menomale che arriviamo dalle stelle
e camminiamo sulle stesse strade piene,
con l’ingordigia di essere nati in Occidente
e andare avanti sempre come fosse niente.
Questa notte mi sorprendo ad osservare
nelle case tutte queste luci accese,
mentre tutto quanto scorre innaturale.
Questa notte, come nelle storie di Corto Maltese,
dove tutto è un rincorrersi di eventi quotidiani.
E anche adesso che son tutti alla ricerca di risposte
alle solite domande, che son sempre quelle.
Sotto le stelle.
Se non sbaglio è la vigilia di Natale.
Nelle case tutte queste luci accese,
mentre tutto quanto scorre innaturale,
tra gli alti e bassi di questo presente.

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