Eigengrau

TERMINUS – FINE

All’interno di questa cella,
orrore nella mente divina,
la carne viene aperta e purificata con le fiamme.
La mente oggi è come un guscio
che cerca di avere la sensazione del controllo.
All’esterno la morte della vita mi coinvolge.
Sono testimone di un segno
e la divinità viene distrutta a causa tua.
Il fallimento ti dissangua.
Benvenuto alla fine del tempo!
Fatti avanti! Rifletti!
Fissa nei nostri occhi vacui!
L’esistenza è priva di significato.
Guidato dalla sola volontà, scendo da questa nave.
Il vuoto incandescente disintegra tutto ciò che sono.
Il terreno si spalanca.
Le ossa si frantumano.
I miei resti sono sparpagliati nella polvere,
nell’accettazione della fine della mia vita.

AD INFINITUM – ALL’INFINITO

Il tuo crudele tradimento
si nasconde negli occhi di un uomo falso.
La lealtà è distrutta.
Hai il cuore di un agnello e lo sguardo di un serpente.
Dall’alto del tuo apice
sarebbe un fallimento raggiungere tutte le cose a cui aspiri.
Sei la degenerazione di un pezzo di merda!
Le tue convinzioni sono forti, ma l’istinto è debole.
Sei come impronte sulla sabbia
e il tuo odio è l’onda che le cancella.
Quando ciò che resta di te affonderà nella luce
e assisterai al riflesso infranto di ciò che ti sei lasciato alle spalle,
scivolerai troppo lontano per essere salvato.
(Sei troppo lontano per essere salvato).
Le immagini danzano sulle onde, così in alto rispetto a te
e sbiadiscono. Rifrangono come tutto quello che sei.
Un traditore. Un impostore.
Stai cambiando pelle
e sotto le apparenze di una crescita,
si sta semplicemente facendo largo un te più egocentrico.
Una persona boriosa,
le cui caratteristiche sono incubi venuti alla vita.
Sei corrotto e li hai fatti penetrare all’interno.
Hai dato accesso a tutto ciò che dovevi tenere a bada
e non ti sei accorto della lama che smussava i tuoi spigoli
e ti cambiava la forma con pazienza.

GEHENNA – GEHENNA

Svanisco nel silenzio.
Prima in superficie. Poi affondo e calo a picco.
Al momento dell’emersione,
il mio corpo è un tutt’uno con il fango.
All’interno di questa terra gelida
sono alla ricerca del rifugio che mi era stato promesso.
Ho aperto un mondo,
ma vi ho abbandonato tutto ciò che conoscevo.
Una volta ancora osservo la ragione, vuota e turbata.
La mia fede nel nulla è rimasta inalterata.
La mia rabbia ribolle col senso di colpa e il dolore
e intanto la mia anima marcisce.
Che cos’è questa fede che mi è stata donata?
M’interrogo sull’ultimo tradimento subito.
Nascosto dalle menzogne,
un sordido ricordo comincia a strappare il velo.
Trascende una realtà diversa.
Il flusso di visioni si frantuma in entropia.

EIGENLICHT – DI LUCE PROPRIA

Del fumo si leva tra le fenditure di questo oceano.
E’ un frammentazione cognitiva della linea tra il grigiore e il nulla.
Una percezione.
Una proiezione per addolcire gli spigoli delle nostre abilità.
Per mostrare il quadro d’insieme.
Una staticità visuale a cui aggrapparsi.
L’incompletezza.
Le sue distorsioni oscurano i nostri punti di vista,
pur di superare il vuoto.
E sebbene vi ci soffermiamo come ciechi,
scorgiamo un’ombra. Come uno spettro di luce.
L’incapacità di comprendere abbraccia il nulla.
Ne siamo così spaventati da avere allucinazioni lucide?
Persino in un luogo dove la luce non può esistere?
Ma ancora la cerchiamo. Ancora la desideriamo,
pur di superare il vuoto.

TEMPEST – TEMPESTA

Disperdiamo il gregge.
Dilapidiamo tutto ciò che serve pur di tenerci buoni i fanatici.
Siamo inchiodati qui,
ma dovremmo aprire e gettare via i ceppi della nostra volontà.
Sono talmente arrugginiti!
Sono talmente logori!
Dovremmo tagliare i legacci che ci hanno costretto a mimare
questo spettacolo quotidiano.
Ci siamo a tal punto convinti di questa separazione,
che ci hanno recisi.
Eravamo ciechi di fronte alle mani che ci strattonavano.
Questa presa non si è mai allentata
e ci soffocava ogni giorno di più.
Il cerchio si ripete.
Non c’è più aria qui. Ormai è così lontana.
La morsa sul collo aumenta a ogni nostro respiro.
In questa tempesta anossica siamo diventati
la confusa incarnazione della guerra.
La pulsazione interiore si distorce
e scivola fuori dal tempo, creando una costante incomprensione.
Questa condotta è aberrante.
I popoli gemono.
E’ il preludio di un silenzio di massa.

FORGED IN EIDOLON – FORGIATO COME UN IDOLO

Nell’alba, un ricordo sbiadito.
E’ una storia di rinascita nella schiavitù,
raccontata tempo fa.
Le ere sono trascorse.
La manipolazione è stata proficua.
Piaghe di menzogna sciamano sull’Uomo.
L’estinzione è imminente.
E’ un momento totalmente negativo.
Ciò che una volta era fascinazione,
ora è una luce che guida i ciechi.
Ferite spalancate si aprono su una mente auto-maciullata.
E’ un incubo da osservare,
in cui non c’è conforto e nulla da nascondere.
Un’assoluzione scontata per i peccati che sono venuti alla luce.
Vergogna, peccato e potere.
Adesso osservate il cerchio del tempo!

MIMICRY – IMITAZIONE

Il passaggio del tempo.
La desolazione di una sanità mentale che si sfilaccia
affascina il mio sguardo.
Uno schema statico.
Un dualismo della coscienza.
Questo momento è l’eternità.
Invade il mio subconscio.
E’ un demone che prende il controllo
e tende allo squallore.
Io crollo ed esso affievolisce.
Si consuma la separazione.
La mia anima è affettata dai frammenti
e si sminuzza fino al decadimento.
All’interno i pezzi si ridispongono
e si riproducono continuamente.

INTO AETHERIUM – NEI CIELI

Questa corda è legata al momento presente.
Prima si attorciglia. Infine si tende.
Sono cambiato. Ho abbracciato il tormento.
La mia anima e la mia mente sono in pezzi.
Provo un profondo senso di fallimento.
La consapevolezza viene meno.
Sono un testimone e mi sto espandendo nell’ignoto.
Tensione. Malessere. Costernazione.
La realtà si scinde.
L’involucro, sventurato, non è più funzionale e ingrigisce.
Comincia la disgregazione.
Invochi i Cieli.
Il vento riecheggia in questa agonia.
La modernità avanza.
Invisibile nei cieli, vieni portato via.
Il compimento si realizza alla sorgente del principio dei tempi.

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