LIBER8 – LIBERAZIONE
Un altro giorno grigio è vicino.
La vita è così futile.
Sai che ti hanno predisposto a fallire
in tutto ciò che è significativo.
E’ proprio ciò che fanno:
intossicare con promesse di meraviglie.
E allora noi offriamo il collo remissivo
per allentare il nostro appetito.
Le redini soffocanti bruciano
su ogni osso e vena.
Siamo intrappolati in un mondo sconfitto.
Costretti a servire nella disgrazia
della prigionia di gusci vuoti.
Siamo stanchi del modo in cui veniamo trattati.
Insorgeremo contro le loro bugie
e la pagheranno per tutto!
Ancora i bambini vengono lasciati a morire
per una pace effimera, piuttosto che per necessità artificiose.
E’ il modo in cui abbiamo perso tutto.
E’ ciò che facciamo:
ci sacrifichiamo nella speranza di una miracolo.
Ci sveglieremo troppo tardi
prima di capire che stiamo affogando.
Le lacrime per la nostra salvezza
sono la fusione del vostro odio e della vostra sofferenza.
Reclamiamo i nostri destini rubati
e i diritti che ci avete sottratto,
perché nulla termina senza lottare.
PRODUCTS OF WAR – PRODOTTI DI GUERRA
Cerco di combatterlo ogni giorno.
Il vostro occhio giudice che non manca mai
di vedere il peggio e causarmi dolore
in questa demenziale guerra della rabbia.
Morti e consumati,
lo spargimento di sangue non troverà mai sfogo.
Attraverso un pozzo d’odio senza fine
stiamo discendendo.
Non importa quanto insisterete.
Non mi dedicherò a questa piaga
nella mia guerra personale di autodisprezzo
e non vi resterà nulla da guadagnare.
Finché non vi terranno a terra sottomessi
e appesi a un filo, sollevatevi!
Credeteci e appendeteli per il collo!
E’ soltanto una pausa temporanea
del fuoco e della tempesta.
E’ una zona di guerra.
Mai avrei creduto che questa vita
sarebbe stata una zona di guerra,
priva di qualunque sentore di pace.
Morti e consumati,
lo spargimento di sangue non troverà mai sfogo.
Attraverso un pozzo d’odio senza fine
stiamo discendendo nel cuore di una tempesta primordiale.
THE NEW JOKER – IL NUOVO JOLLY
Sguardi isolati taglieranno sempre più da vicino
e nella necessità ti sei allontanato da me.
Ma se ti fossi sentito bene?
Pensavi di potermi di nuovo trascinare in basso?
Ancora ed ancora
ci perdiamo nei nostri nascondigli.
E’ sempre il jolly
e la ragione è il motivo per cui falliamo.
Ancora ed ancora
siamo reclusi nell’autoconfinamento,
ma riesco a vedere oltre le tue mura.
Giochi fingendo di essere controllato da vane consolazioni.
Un nevrotico senso di autodepravazione
emerge dal tuo freddo sorriso.
Non potrai infettarmi ancora con le tue bugie.
Forgiata nel metallo,
la mia pelle non cederà.
Ancora ed ancora
siamo persi nei nostri nascondigli.
E’ sempre il jolly
e la ragione è il motivo per cui falliamo.
Ancora ed ancora
siamo reclusi nell’autoconfinamento.
Siamo solo degli emarginati.
Siamo solo delle imperfezioni.
IN ANOTHER LIFE – IN UN’ALTRA VITA
Mi sono vista crollare
e ho rinunciato alla mia intera vita.
Avrei potuto lasciarti allontanare da me?
Il cerchio si sta ancora districando.
I ricordi si dispiegano.
Il mio sguardo è troppo severo
quando affondo nelle mie paure.
L’hai detto in un’altra vita.
Sono libera da questa profonda divisione nella mia testa,
dove so che c’è qualcosa di più.
Vieni a prendermi!
Anche se ora non è il mio momento,
svegliami da questo sogno!
Senza di te non riesco a capire cosa resta di me.
Sono soltanto cocci
e spero che siano abbastanza,
perché ho rimesso in riga la mia sanità mentale.
L’hai detto in un’altra vita.
Come posso scappare dai loro volti vendicativi?
Dai loro omicidi silenziosi
e dal loro far gara a chi dà la colpa?
Mi hanno spinta verso il basso
e non ho capito che tutte le prigioni sono dentro (di noi).
Se sono una detenuta non tornerò indietro
e cercherò la luce.
Vieni a portarmi in un’altra vita!
THE STRAIN – LA TENSIONE
Questa paura opprimente dentro di me
ha deformato ogni cosa
e non capisco più né chi sono,
né cosa c’è in me.
Le speranze sono degenerate
e mi hai dato la colpa.
Resettiamo questa vita!
Sai che è soltanto un gioco.
Non importa.
Posso morire ancora,
ma ogni volta ci sarà un pezzo in meno.
Questa sensazione simile a una gabbia
è il risultato di un urlo represso.
Strattonami con forza in ogni mio dubbio!
E’ la tua opportunità nella sofferenza
e ora non me ne dimenticherò
dopo tutte le tensioni che hai gettato su di me.
Ora aspetta e vedrai cosa c’è sotto!
La rabbia e l’odio che mi hai instillato.
Quando avrò chiuso con tutti
saprai come ci si sente ad essere una preda.
I vuoti disconnessi si sono prosciugati
e i bisbigli non feriscono mai la verità.
E’ troppo tardi per tornare indietro.
RESPIRATOR – RESPIRATORE
Sono un’ombra che respira.
In queste ultime parole
ho bisogno di pace.
La mia famiglia non mi sente
e le urla non smetteranno mai.
La bianca Atlas* brilla.
E’ l’eco delle notizie di stanotte.
Il condotto sbatte.
Le lacrime non servono a nulla,
perché sto resistendo oltre il mio limite.
Mi sveglio con la paura d’indugiare
tra la vita e la morte
e non posso fuggire dalla gabbia che mi sono costruita.
Faccio finta che tutto vada bene,
ma la mia fine dipende
da ogni singola pillola e dal procrastinare di Dio.
Cade una goccia.
Sento un illusorio sollievo sotto la pelle.
Mi sto dissolvendo
ad ogni puntura di spillo,
perché sto resistendo oltre il mio limite.
Non riesco a mangiare.
Non riesco a dormire.
Non riesco a respirare
e faticosamente sto continuando
a resistere oltre il mio limite.
Note: *(Stella delle Pleiadi)
SYLAR – SYLAR
E’ la mia patologia dover riempire questo buco,
un passaggio blu scuro verso l’ignoto
e senza speranza ho cercato un rimedio,
ma la risposta non è mai all’interno.
Raggiungere il Sylar.
Aumentare la gravità impedirebbe di elevarsi.
Bisogna spiraleggiare in un eclissi orbitale per fermare la rotazione.
Serve un allineamento rifrangente sotto la volta celeste
per trovare l’illuminazione lontano da casa.
Senza fine. Non ci sono estremi.
Un esploratore nel mare cosmico.
Divento il Sylar.
BLACK MOUNTAIN – MONTAGNA NERA
Destinata a una fine di solitudine,
il centro della Terra è la mia casa.
Vado avanti per essere libera.
Non ho mai avuto la possibilità di capirlo,
ma ogni passo che faccio è mio?
Vago sotto le stelle lontane.
Avrei potuto seguire un’altra strada?
(Pazienza. Domande.
Stringimi! Portami! Curami! Rompimi!
Sono vuota. Tentami! Prendimi! Finiscimi!
Sono spacciata. Peccatrice.
Basta!)
E’ l’eternità desolata di un’anima immeritevole,
redenta dalla follia da cui non so separarmi.
Alla ricerca dell’armonia
le mie urla non possono portarmi lontano.
Sei un sogno per cui non mi arrenderò,
perché il mio respiro tende ad affievolirsi.
Stai racchiuso nel tuo abisso.
Sto cercando di pensare a cosa resta per me,
imprigionata in questa lotta e nel dolore.
Spero che ci sia pace oltre il tuo velo.
Più in alto ora volgo il mio sguardo.
Nulla lega la mia mente.
“Posa il capo e riposa!
Ogni peccato è stato confessato.
Sarai fatta a pezzi per essere mangiata”.
Tutta sola mi sono disgregata fino al punto di non ritorno.
Nessuno può vincere la battaglia,
ma sappiamo che non c’è modo di evitarla.
Accoglimi nell’inferno del tuo abbraccio!
Piena di terrore m’inchino al cupo labirinto della montagna.
Sono stata abbandonata per colpa tua.
Detenuta in una cella terrena,
scompaio nell’oscurità al di sotto.
Per sempre resterò spaventata dalla tua immensità.
Sono un’anima inferiore.
(“Abbattuta dalla tua sottomissione,
all’alba della tua perdizione,
hai sprecato la vita per un addio.
Non c’è altro dopo questa conclusione.
Soltanto il triste e imminente destino della montagna.
Qui è dove morirai”).
Non voglio morire!
Ti prego! Cambierò.
Non voglio morire!