PLACE FOR FAIRYTALES – UN POSTO PER LE FIABE
Ciao, amico mio!
Ci rincontriamo!
Non è passato molto tempo
da quando abbiamo visitato il gran bazaar.
Molto è cambiato.
Ci siamo ingranditi
e abbiamo avuto un po’ di pace.
Piacere di conoscerti, vagabondo!
Un faro in questi tempi burrascosi.
Siamo andati in città,
dove la folla inghiotte i rumori della fuga
e suona con note minori
in un posto fatto per le fiabe,
che anelano nel cuore
e risvegliano l’anima.
Risvegliano il bisogno di scappare lontano.
Piacere di conoscerti!
Sono il vagabondo.
NOMAD – NOMADE
Nella città dalle luci intense
un immenso ponte collega le due parti.
Dove andrò?
Sono un nomade.
Una campana annuncia che è il momento delle preghiere.
I fiori vengono lanciati in aria.
Provo un desiderio sottile di trovare la strada.
Sono un nomade.
Come posso sentirmi solo
con tutta questa gente intorno?
Qualcuno mi ascolta?
Un picchio apre un buco nella mia mente
e nei suoi battiti suona una nostalgica litania.
Toc, toc. Chi è?
Toc, toc. Vattene, ora!
Sono venuto per conquistare la terra,
ma finora sono affondato nelle sue sabbie.
Toc, toc. Ascolta!
Toc, toc. Vattene, ora!
Toc, toc. Non c’è più posto per te qui.
Allontanate da me questo uccello,
prima che perda la testa,
volando con due piedi a terra!
Come posso sentirmi solo
con tutta questa gente intorno?
Per quanto posso fingere
di non essermi lasciato nulla indietro?
Un flauto suona un delicato invito
a guardarsi dentro in profondità.
E’ un mantra che vive in me.
Sono un nomade.
WAYS – ABITUDINI
Mio caro, ti ho ricordato di recente
quanto sia grande il cuore
che ascolta i suoni del mondo?
Tutto ciò che vogliamo
e di cui abbiamo bisogno,
i desideri e gli obblighi,
non sono qualcosa di cui andare fieri.
Mio caro, ti ho ricordato di recente
quanto sia grande l’amore
che si esprime senza politica
nei confronti di tutti i diversi esseri umani?
Che uso ne farai non lo so
e spero che per me sia uguale,
ma sono troppo debole per occuparmene.
Dovremmo cambiare le nostre abitudini
durante il tempo della nostra vita?
Dovremmo colpirli come un’onda
durante il tempo della nostra vita?
Spezzeremo questa catena
per pagare il prezzo di questa esistenza.
Oppure vivremo nella sofferenza
durante il tempo della nostra vita?
(La sofferenza) di tutti gli uomini che sono caduti
durante il tempo della nostra vita?
In questo gioco d’azione
che chiamiamo vita.
KIPPUR* – KIPPUR
Le storie delle mie iniquità
mi stanno appese intorno al collo.
Sono gioielli neri piuttosto dolorosi
che brillano nella loro cristallina maledizione.
E’ una bella sensazione!
Vivo in mezzo a voi sotto una maschera.
Il serpente dell’Eden.
L’uomo nero.
Duemila anni di menti avvelenate.
Il gemito del corno dello stambecco
spalancherà la porta del vostro cuore,
dove le preghiere saliranno fino al Signore
e ripareranno ai gesti immorali che abbiamo compiuto.
E’ una bella sensazione!
Non ho bisogno di purificarmi.
Sono soddisfatto così.
Sono condannato.
Dentro sono malvagio.
Il grande ingannatore in questo grande bazaar.
Nella mia realtà non ci siete più.
Siete una fiaba della buonanotte
che illumina le anime oscure.
Vivono le loro vite come vagabondi
e danzano con gli occhi chiusi.
Indossate le vostre uniformi!
E’ tempo di strisciare.
Oh, possente tempesta! Portami con te!
Liberami da questa umana catastrofe!
Ma promettimi che quando sarò libero
troverò un dolce arcobaleno ad aspettarmi!
Note: *(Ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell’espiazione)
AS YOU ARE – COME SEI
Sii come sei!
Ascolta il richiamo lontano!
L’architetto ti chiama
per ridefinire il tuo cuore.
In una piccola stradina senza nome
una sfilza di cuori che calzano a pennello
si presenta con le sue diverse qualità,
infiocchettata come un dono.
Ho aperto la porta
ed essi sono scappati.
Li ho cercati, ma non era quello il modo
e ho lasciato che il mio vecchio cuore rimanesse così.
Sii come sei!
HYMN OF THE VAGABOND – L’INNO DEL VAGABONDO
Sembra che poco sia cambiato
in questa terra remota, lontana su a nord.
Piccole case dal tetto piatto,
con i loro ornamenti arancioni appesi ai muri
che minacciano di cadere.
Scrivo da un hotel fatiscente, trascurato e freddo.
La mia finestra dà sulla strada,
dove la gente va e viene
e l’ascolto con attenzione cantare
l’inno del vagabondo.
A volte le nuvole coprono il sole,
quando scendono quasi a toccare il suolo
e mi sembra di nuotare coi delfini
in una piscina riempita di sabbia
se comincia a piovere,
facendomi perdere la testa.
Scrivo da un hotel fatiscente, trascurato e freddo.
Ascoltatemi cantare l’inno del vagabondo!
Ho accettato le regole del mondo,
ma ho scelto di ignorarle tutte.
Verrà il tempo in cui ti mancheranno
quelli che ami di più.
Sarà il momento di tornare a casa.
E verrà il tempo in cui dovrai raccogliere il tuo zaino e partire.
Cortese da parte tua unirti a cantare lungo la strada
l’inno del vagabondo!
SPACE ODDITY – BIZZARRIA SPAZIALE
Torre di controllo al Maggiore Tom!
Prendete le pillole proteiche
e mettete in testa il casco!
Torre di controllo al Maggiore Tom!
Inizia il conto alla rovescia.
I motori sono accesi.
Controllo accensione.
Che l’amore di Dio vi accompagni!
(Dieci. Nove. Otto. Sette. Sei.
Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno.
Lancio!)
Torre di controllo al Maggiore Tom!
Ce l’ha fatta davvero?
I giornali vorrebbero sapere che maglietta indossa.
Ora è il momento di lasciare la capsula
se ve la sentite.
Maggiore Tom a Torre di controllo!
Sto varcando il portellone.
Sto fluttuando in modo piuttosto singolare
e oggi le stelle hanno un aspetto molto diverso.
Da qui mi sembra di essere seduto su una lattina sospesa sul mondo.
Il pianeta Terra è blu
e non c’è nulla che possa fare.
Anche se ho attraversato centinaia di migliaia di chilometri
mi sento molto tranquillo
e penso che la mia nave sappia dove andare.
Dite a mia moglie che la amo tantissimo!
Già lo sa.
Torre di controllo al Maggiore Tom!
I vostri circuiti sono in avaria.
Qualcosa non va.
Mi sente, Maggiore Tom?
Mi sente, Maggiore Tom?
Sto fluttuando intorno alla mia lattina sospesa sulla luna.
Il pianeta Terra è blu
e non c’è nulla che possa fare.