Epigone

EXHALER – ESALATORE

Ho capito il mondo fin troppo bene.
Non c’era nulla da dire.
La luce delle stelle batteva sul guscio.
Il vento sarà la mia spina dorsale
quando verrà il mio tempo
e la gloria di tutte le cose
era già implicita col risveglio.
Ogni nuovo giorno sono perfettamente presente
e non faccio sogni nebulosi,
non più dei fantasmi che ne prendono parte.
Anni innumerevoli contenuti in un unico giorno.
L’inferno si avvicina
e la domanda attende il suo spettacolo.
Il nodo erano la carne e le ossa
quando la Terra era ancora casa mia.
La fortuna è stata consumata
e il segreto è stato nascosto e messo sotto chiave.
Come potrei perdere la più grande sapienza
che abbia mai conosciuto?

WOOLGATHERER – PERDERSI IN SOGNI FANTASIOSI AD OCCHI APERTI

Poi tutto si corruppe e mutò in fumo.
Ferite riempite di domande
apparvero non appena mi svegliai.
Insisterai?
Ci si impratichisce con la fine prima che con l’inizio.
E’ il mio modo storto di trascinarmi.
Starai meglio se non ci sarò più.
Non mi allontanerai?
Allontanami!
Ci ho provato e ho applaudito
per una risposta che sfuggiva.
E’ apparsa come una statua
mentre correvo tra gli alberi.
La Terra mantiene il suo equilibrio,
ma fortunatamente c’era di più che non ero in grado di vedere.
Era nato dal nulla.
Resta con me!
Mi hai permesso di entrare così gentilmente.
Emozioni riservate l’universo custodirà.
Punizione o privilegio?
Ti offre un buco per sbirciare.
Questa è la strada.
Questa è la luce.
Eppure improvvisamente diventa troppo intensa.
Il tesoro non avrebbe mai dovuto essere dissotterrato.
La realtà si distorce
e mostra il proprio valore.
L’orologio sarà per sempre impostato a muoversi al contrario
e la mia rivelazione è soltanto un ricordo a cui badare.
Sgrava gli occhi dalla loro devozione!
Quel pozzo si è prosciugato.
Niente di ciò che posso immaginare potrebbe essere messo a paragone.
Sarò un semplice passante.
Hanno mai visto il mondo definitivo che hanno creato
o è nella vera natura del suo cuore
arrivare un momento troppo tardi?
Voglio soltanto scappare dal tuo regno.
Il mio non è uguale.
Vagare in un flusso vibrante.
Indagarne la finalità.
Dall’istante in cui ha toccato la mia mano
è stato troppo vicino
e ciò che considero a me caro
non posso macchiarlo.
Lascia stare!
Ho una finestra e una sedia
e la gola che mi brucia mi fa fluttuare.
Lascia che mi riposi
dove l’ego non osa, ma è consapevole!
Un intrico di rami morti convergenti
gronda sangue e occasioni sprecate.
Devo aver perduto qualcosa qui.
Scruto in mezzo ai boschi verso l’altare.
Sapevo che quei sogni si sarebbero infranti,
poiché spesso vacillavano.
Ma questo non è il caso.
Non c’è codardia o sofferenza.
Il vuoto fondamentale ti fissa senza espressione.
Guida oppure segui!
Forse è finita.
Scappa dalla primavera
prima che la sbarra si abbassi!
Chiaramente tutto questo non può catturare la santità
ed è un precedente che mi perseguiterà per sempre.
Non ti allontaneremo.
In eterno inseguirai la risposta che manca.

PASSENGER – PASSEGGERO

Egli è un fiume che scorre senza fine
e la sua sorgente sembra inestinguibile sotto le acque.
Ha scoperto una falla nella luce della creazione
e il suo passo è così risoluto e misurato.
Oh, che grazia!
Tutto è al proprio posto.
Ella è una montagna circondata da una tempesta.
Quanto è meravigliosamente esposta ai venti senza alcuno sforzo!
Per lei probabilmente è stato così da che è nata.
Quanto ce lo siamo ripetuto nella nostra mente sconsolata!
Mentre si raccoglie il caos
la porta è socchiusa.
Comincia a filtrare (così spontaneamente).
Gli esseri entrano da vicino e lontano
e non se ne andranno più, (benedetti per l’eternità).
Continuano ad alimentare l’enorme malessere
dove il significato si sedimenta.
(Non è incredibile?)
Sapete che questo viaggio è l’unica cosa di cui avete bisogno.
Dobbiamo insistere!
(Non siete multicolori?)
Il dolore è soltanto passeggero,
a prescindere dall’autore.
Non vi condurremo mai al lago
dove affogare sofferenze e odio.
Ne avete bisogno quanto al fuoco serve l’aria.
Tabula rasa*.
E’ una strada che non dovreste osare prendere,
morendo nell’antro della creazione.
Loro sono i martiri e noi li loderemo
e prenderemo a prestito le loro emozioni per un momento,
ma una volta che affonderanno
li lasceremo andare.
Oh, di sicuro hanno imparato a sopportare.
Per sempre il patto,
per sempre il piano di frantumare ogni pietra e di respirare sabbia.
Non vi soffermate in superficie!
Scavate sempre!
Saprete chi siete quando vedrete.
Tutti gli inferni e tutte le benedizioni sono state rivelate in un unico Dio.
Non sarà d’aiuto,
ma vi dovrete inginocchiare.
Ha cominciato la sua vita come un compagno,
riempiendovi di storie di sventure e miracoli.
Ha svuotato tutti i suoi magazzini,
ma in qualche modo è rimasto.
Ancora falsifica i suoi utilizzi con abusi pratici.
Quanto è terrena questa guarigione?
A cosa state arrivando?
C’era una creatura aggrappata alla vostra schiena
che teneva il vostro sguardo leggermente deviato.
“Oh, non preoccupatevi!
Mi ringrazierete per questo.
Le lodi si alzeranno dalle rovine e dalla nebbia”.
Avete ancora bisogno di me.
Vi ha dato ogni cosa quando tutto è iniziato.
Storie, domande e parole da sviluppare.
Ma è l’origine? E’ il principio?
O soltanto un parassita cucito nel vostro cuore?
E’ l’offuscamento eterno.
Affonda nella sorgente, perdendo il suo significato.

Note: *(Espressione latina che indica la cancellazione di ogni conoscenza per ripartire da zero)

IDENTIFIER – IDENTIFICATIVO

Ne sono già caduto preda.
Costernazione ipocrita.
Ancora vado avanti,
schiavo della forma.
C’è un mistero dentro di te.
Una purezza dell’essere che conosciamo in modo innato.
Come può il restare senza parole suonare vero?
Trovare la frequenza e andare avanti.
Aggirare le giustificazioni.
L’etere ti respira attraverso
ed è tutto ciò di cui hai bisogno.
Ancora persiste questa convinzione
di legare tutto a qualche azione mortale.
Non possiamo evitare di corromperti.
La trascendenza può farlo, ma non lo farà.
L’estetica è costituita da un precedente.
In quale altro modo potremmo conoscere il nostro significato?
Gettiamo quel mantello terreno,
macchiato dalle nostre parole
e dalle maledizioni che abbiamo scritto!
Il motivo si manifesta in un istante
e il rito dell’essere è disposto dal tempo e dallo spazio.
Eppure ancora siamo scettici rispetto all’esistenza.
I profili corporei sono assenti e limpidi.
Primordialità è ciò che senti.
Lascia che tutto questo spazio diventi assurdo!
Prima di questo tempo.
Prima di questa parola.
Prima che i nostri dèi bruciassero.
Gettiamo quel mantello terreno,
macchiato dalle nostre parole!
Non è mai stato destinato
ad essere così vicino a me e a te.
Come posso tenermene a distanza?
Mi trasformo in fumo e nebbia.
Oh, ancora do sostanza a un’occhiata fugace
e ancora una volta in questa danza cadremo.
Tutte le creature raccolgono tracce dalla mente,
costruendo storie in base a ciò che sperano di trovare.
Penso che preferirei essere cieco.
Tutte queste correlazioni con l’astratto
si evidenzieranno in modo più chiaro
una volta che non potremo più revocarle.
(Ne sono caduto preda).
Tu, identificativo.
(Ne sono caduto preda).
Non potrai spingerti più in alto.
Forse è il momento di rinunciare.
I segni si mostrano tra le stelle.
Stelle consumate dal mio sguardo.
Il mio sguardo che si inverte nella mia voce.
Eppure ancora la mia voce mi tradisce.
Contorcendomi in un’immensa sorgente cosmica,
da questo punto lascerò che la mia causa si separi.
Decostruirò gli immani mari superni
che mi travolgeranno e mi demoliranno.
La tua voce. Le tue bugie.
Taglia tutti i tuoi legami!
Entra in punta di piedi nell’indistinto!
Intrufolati tra i tormenti a motivi geometrici del passato!
Il caos sembra essere privo di vergogna.
Tornerò sempre dove “fare” è semplicemente “desiderare”.
Non è mai stato destinato
ad essere così vicino a me e a te.

DISTRACTION I – DISTRAZIONE I

Uno dei tre, se sono fortunato.
Piuttosto uno dei due.
Che spreco sostare nella luce che si spegne stanotte!
Non è mai stato un problema.
Non è spuntata nessuna ragione.
Nessuna conclusione tangibile.
Almeno non una che fosse chiara.
E ancora non riesco a capire pienamente
in questa mirabile vastità che ho paura di perdere
e per cui ho pianto.
Conto ogni cosa senza scopo.
Le riconto da capo.
Tutto mi evita,
ma mi preoccupa sempre più.
Tutto è più inconoscibile di quanto lo sia mai stato.
Costantemente il sole premuroso mi riempie di vita,
eppure nemmeno mi accorgo
che sto seguendo la sua orbita nel cielo.
Il terrore è qui per restare.
Distogli lo sguardo!
Abbi il coraggio di espanderti in una totale rovina!

DISTRACTION II – DISTRAZIONE II

Riportalo indietro dalla Terra e dalla Luna
fino alla mano e alla penna!
Possiamo continuare a far girare le ruote
e per sicurezza eliminare il “quando”.
Abbiamo affaticato la terra per anni,
testimoni che replicavano ingranaggi.
Gireremo intorno finché non crederemo
che la Terra ci mostrerà uno specchio.
Ma una mente curiosa deve sempre vagare
e sbirciare per un momento dietro l’angolo.
Si avvicina più rapidamente
del tempo per chiudere la porta.
Riportalo indietro da milioni di anni
a meno di dieci!
E’ una mappa senza una destinazione
e ci sono minuti ancora da preservare.
Ferite che cercherai di guarire.
Conseguentemente strapperai la carne dal corpo
per arginare l’imminente rivelazione,
ma qualsiasi sia la durata dello sforzo
non si potrà bloccare il sigillo per sempre.
Lascia che le montagne svettino
e che i fiumi scorrano in profondità!
Non riposeremo mai,
non finché saremo svegli.
L’equazione si dissolverà,
ma fino ad allora continueremo a correre.
Oh, perdonami!
Ho dato un’occhiata.
Si sta aprendo.

DISTRACTION III – DISTRAZIONE III

I venti ululanti si sono smorzati
e mi sono arreso ad ammettere
che ti vedo, ora che ti nascondi là dietro.
Non sei proprio lì
e non te ne sei mai andato.
Capisco che sei giunto per restare.
Distolgo lo sguardo
e mi dissolvo nel tutto.

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