Unfinished

CRUSHING HAIL – GRANDINE DEVASTANTE

(Finita in un letamaio).
Tagliando attraverso la nebbia stagnante
si scatena una tempesta sul mio cammino
e a causa del forte vento cade il velo di silenzio.
Improvvisamente la voce di una valanga mi chiama.
Dall’ombra appare un volto e ruggisce,
strattonando quattro cavalli frustati a turno
e attirando il cuore da tempi passati.
Il tiranno è costretto oltre i suoi confini
e oltre le proprie mura di mattoni
e non presta attenzione al vento, né alla grandine.
Non posso restare.
Devo andare avanti!
Umiliata dalla pazzia primordiale
e liberata da una staticità opprimente,
l’anima ora ha trovato il coraggio.

NATIVE COLOSSUS – COLOSSO NATIVO

Alzati! Mettiti in piedi!
Sollevati da quel nero pantano!
Tra le folate di vento,
col suo talismano di pietra,
il mio avversario giunge per contrastare la creazione
e per congelare il sole.
Profondamente incatenato all’inferno,
con lo sguardo tagliente
e le braccia sulla difensiva,
la sua ombra s’ingigantisce
e i suoi talloni s’imprimono sul terreno.
Il colosso nativo,
la cui forza senza tempo è oppressiva.
Giù, lungo un oscuro corso d’acqua
la corrente ghiacciata avvolge i miei passi tra i riflessi neri.
Giù e un altro giorno volge al termine.
L’idra notturna reprime le ore serali.
Distruggendo un monolite.
Combattendo un gigante.
Come predetto dai veggenti,
il titano rovina su uno specchio.
Il colosso nativo,
la cui forza senza tempo è oppressiva.
Debole e sfiancato,
come zavorra discende.

BREATHING – RESPIRARE

Respira! Non vacillare!
Intrepido, reggi stretta la tua lancia!
Con onore e con coraggio affronta la paura!
Respira! Che sia fermo il tuo sguardo!
Attingi dagli eoni della tua stirpe antica!
Con forza espira lo spirito dei tuoi padri!
Misura in fretta la tua breve esistenza
e stringi i lacci del tuo fardello!
Accresci la tua gloria!
Eleva la tua meta!
Percorri il sentiero dei tuoi avi
e cammina con audacia sul terreno vergine!
Porta con te la saggezza!
Ricorda la pergamena!
Imbriglia la tua ombra
e combatti come un animale!
Scatena la tua aggressività fino alla fine!
Non dobbiamo cedere.
Individua il male
e abbraccia la luna piena!
Dalla culla alla battaglia,
con la volontà di restare in piedi.
Pronuncia la verità
al battere dei cuori mortali!
Fratelli e sorelle!
Respiriamo insieme!

FROZEN HARBOR – MOLO GHIACCIATO

Perdonami, amore defunto!
Mortale e incompleto.
Disprezzo, sete di sangue, egoismo e odio traviato.
Ora sei maledetto, amore defunto.
Non capivo le ferite che provocavo.
Un albero nudo senza vele.
Il timone bloccato in un sonno di ghiaccio.
Una nave ubriaca di gelo.
Intirizzito nella grigia stagione.
Adagiato nel silenzio dell’anima.
Il rotolare dei dadi dei giocatori d’azzardo,
nascosto al mondo alla fioca luce di una taverna.
Non si vede altro che immobilità.
Nessuna parte di me si aggiunge e nessuna se ne va.
E’ una morte ordinaria in una pace relativa.
I mercanti sono lontani
e l’odore delle spezie è ormai dimenticato.
I pescatori sperano,
ma le loro reti sono solidificate nel ghiaccio.
L’amore si perde all’orizzonte
e il tuo dolce viso è un ricordo.
Le luci celesti, stelle dormienti.
Sono nascoste alla vista e non guidano nessuno.
Le onde distanti ruggiscono
e non ci sono prue ad infrangerle.
La putredine marcisce.
Nessuna avventura da cogliere.
Amore defunto, mi manca la tua delicatezza
e non l’ho mai dimenticata.
Desidero il dono della tua fiamma.
Amore defunto, mi manca la tua delicatezza
e non l’ho mai dimenticata.
Desidero la favilla che un tempo ispirò la mia anima.
Con tempo prezioso abbiamo pagato il prezzo.
Sono troppo vecchio per scrivere d’innocenza
e sono troppo giovane per scrivere di saggezza.
Vergogna su colui che ha smarrito la propria anima in mare!
Amore defunto, mi manca la tua delicatezza
di cui una volta godevo e che non ho mai dimenticato.
Desidero il fuoco che un tempo ispirò la mia anima.
Spirito, perdonami!

CEDAR – CEDRO

Fiamme si sprigionano dal cuore.
Il bagliore di un fuoco notturno.
Il tocco sotto le costole di un batter d’ali.
La speranza è come una luce nel cielo di notte.
Una visione di cui sorridere.
Nell’oscurità la battaglia deve essere vinta.
Ora il sole presto sorgerà.
Spunta un nuovo giorno e sarà luminoso.
Ascoltate, amici miei!
Vi parla. Ascoltate!
Si diffonde la voce del cedro appassito.
La pazienza non è uno spreco di tempo
e resistere offrirà una prospettiva.
La visione di un tempo sognato apparirà
se cercherete colui che parla
e preparerete le vostre mani alla scalata.
Seguite l’orso nero e provate l’emozione!
Arrampicatevi sul cedro!
Svettate sui suoi rami!
Raggiungete l’uccello del tuono*!
Un’anima cavalca sul suo dorso.
La meta del desiderio è volare via.
E’ il momento di librarsi.
Raggiungere le stelle.
Raggiungere le più alte vette.
Tuttavia, più in alto si sale,
più la caduta sarà profonda.
Quindi aggrappatevi con forza!
L’orso nero vi farà da guida.
Tutti a bordo!
L’uccello del tuono ci chiama.
Basta puntare ai semplici sogni!
Basta con le ali dipinte
e con gli occhi che non dormono mai!
Abbiamo sfidato gli oceani più oscuri
e il cuore ha mirato a immergersi in profondità.
E’ una caccia attraverso pianure sconfinate
e si perde l’equilibrio se il cedro vacilla.
Al di sotto sbavano i lupi
e prevale il passo dello stolto imprudente.
Il vostro sogno verrebbe negato.
Fate attenzione perché alcuni poeti mentono!
Considerate il tempo che avete da vivere
e il vostro momento di morire!
Una perfetta fioritura.
Un raccolto abbondante.
E’ la nascita di un nuovo bambino
e l’inizio di una nuova vita.
Nuotate tra l’erba alta
e navigate nel cielo!
Il riposo della speranza e dei vostri viaggi
non tarderà ad arrivare.

Note: *(Nella mitologia dei nativi americani è un enorme rapace simbolo di tempeste)

WETLAND – PALUDE

Un passo nell’incertezza.
Il letto marcescente di un acquitrino ti accoglie.
Arte spietata e astratta.
Lo sprezzante sogno del cuore
e un richiamo sconosciuto.
L’esitazione dei miei passi mi deride.
Non vedo più i miei piedi.
Sto calando e la speranza tentenna.
L’uomo lentamente affonda.
Guarda! E’ la purificazione dalla vanità.
E’ il fango in cui mi immergo.
Una speranza senza nome.
Nelle sabbie mobili della palude ci incontreremo.
Semplici rami difficili da raggiungere.
L’anelito di vivere.
Una mano che sembrerebbe divina mi afferra.
Un’anima perduta, sola ed errante.
Una mente tormentata che sopporta per inerzia.
Una vita emergente e nuovi volti.
Resisto con tenacia sotto radici tese e sofferenti.
Il verde della natura.
La faccia mezza immersa nella torba.
Ora giace al mio fianco.
La vista è appannata.
Un unico occhio che fissa.
La luce del sole balugina attraverso le foglie brillanti.
E’ un’impresa soffocante.
Una sensazione senza fine.
L’istante tra lo sbattere di ciglia di Dio.
E’ la prima volta che si combatte per davvero
e il fragore degli eserciti converge.
Sto affondando.
Tendo le ginocchia.
Lotto per riuscire a respirare sotto i cieli,
nella bellezza delle nuvole plumbee
e della volta che gronda acqua.
Nel frattempo l’uomo mortale sprofonda.
Lentamente sprofonda.
Il giovane cipresso si protende.
Il suo cuore brama con le estremità tese.
E’ presto per essere umiliati.
Scivolando mi aggrappo alle sue radici scoperte.
Nelle sabbie mobili della palude l’uomo giace.

MIND OF MYTH – LO SPIRITO DEL MITO

Sposa velata.
Mi sono unito in matrimonio con la guerra
e ho lasciato la protezione degli alberi.
Sono solo nella tempesta del destino.
Se non so morire, come potrei rinascere?
Lo spirito del mito.
Custodisce il dono dei nostri antenati.
Dal bosco antico il fuoco ha rivestito
l’altura su cui sorge la loro tomba.
E tra le sue ceneri dovrò rintracciare il sentiero spoglio
in mezzo alla neve.
L’ombra un tempo ha nascosto il mio vecchio cuore,
vincolato al sangue cattivo
e segnato da una carne ferita.
Ho spezzato il lucchetto d’ossa
e grattato via la nuova muffa.
Mi sono allontanato dal lento decadimento,
lasciando il conforto di un luogo sicuro.
L’ira è esaurita.
L’onere così cupo.
Perché la frusta assaggia il servo amareggiato,
ma è venuta l’ora di salire sulla cima,
più vicino alla pace dell’unicità.
Ho scavato in profondità
e la presa della giovinezza si è dissolta.
Il vecchio albatros è malconcio.
Che la sfrontatezza sia libera
e possa distaccarsi dalla fragilità altrui!
Oh, parole amare!
Ne detesto il prezzo,
eppure ancora mi reggo ai miei stessi errori.
Ne ho assaporato le sferzate
e ne ho ricambiato la sconfitta,
ma ora chiedo soltanto il perdono.
Il viandante era intrappolato nella pietra
e una melodia ne addolcisce il soffio vitale.
Lo spirito del mito.
Custodisce il dono dei nostri antenati.
Dal bosco antico ha raggiunto il suo significato.
E tra le sue ceneri dovrò rintracciare un nuovo sentiero spoglio
in mezzo alla neve.
Tra la foschia dell’altura su cui sorge la loro tomba.

SUNFIRE SHOWER – PIOGGIA DI FUOCO SOLARE

La carestia. L’ho conosciuta.
La fame. E’ il sale di cui avremmo bisogno.
Gettato giù dal mare cosmico
impatterà sugli esseri terreni.
Ho forgiato uno strumento
e ho guarito le mie ferite.
Sono nato per portare la mia croce.
La corteccia è dura sotto il muschio del nord.
Con la siccità e i flagelli
serve un raccolto per sostenersi.
Un flusso solare mi scorre nelle vene.
Benvenuta, guida!
Dalla prospettiva del passato a quella del presente.
La luce penetrante si affina
ed evoca una forza in equilibrio.
Il respiro pesante.
Dono della vita,
cinto da antiche parole
e impreziosito dalla loro energia.
La pioggia di fuoco solare si riversa in basso.
Dalle fiamme della vita è sorta
e una mano colma di speranza si tende verso l’alto.
Una possibilità vissuta nell’attesa,
in ginocchio pieni di gratitudine.
E’ giunta sul bisognoso
per colpire una creatura umiliata.
Discende dal cielo in fiamme
ed entra in contatto con l’assenza di luce.
Sono ancora riconoscente dal pozzo dove sono caduto,
persino nella vergogna in cui ho ristagnato.
Ho attraversato terre sofferenti,
con le mani piene di bolle e ferite,
costretto a fidare nella mia volontà una volta ancora.

COME HOME – ARRIVO A CASA

Vieni! Adagia il capo sul mio seno!
Vieni! Immagina un mondo di riposo!
Torna a casa, figlio mio! Amore mio!
Sanguinante all’ombra di una montagna,
si batte per restare forte, sebbene pianga.
E’ legato a un sentiero angusto
e ahimè, mio figlio è perduto,
anche se la sua anima è stata ritrovata.
Sei partito per cercare sapienza e onore
e per trovare meraviglie,
anche se ti so in difficoltà.
La polvere ha occupato la tua sedia
e tra noi la tua tovaglietta è spoglia.
I tuoi passi svaniscono
e la voce è sfuggente.
Purtroppo un tempo la tua carezza era dolce.
Vieni! Adagia il capo sul mio seno!
Vieni! Immagina un mondo di riposo!
Svegliati! Ho sognato il tuo mondo immerso nella pace.
Lasciati andare nella serenità!
Sbarazzati del tuo fardello, figlio mio!
Lascia che affondi nel mare!
Figlio mio! Amore mio!
Torna! Torna da noi!
Torna a casa un’ultima volta prima di ripartire!

THE SCARRED CLAY RESHAPED – L’ARGILLA ROVINATA RILAVORATA

E’ tempo di liberare i vecchi déi.
Di imparare a sanare le ferite profonde.
Le vecchie sofferenze e la gioventù perduta.
Mi sono sbarazzato del mantello lacero
e ho viaggiato verso l’ignoto.
Ho lasciato la mia stirpe,
separandomi dalla mia pelle tribale.
Ho spillato il sangue di un pallido impostore,
dipingendone l’ambigua storia ancora una volta
e appiattendone le fondamenta a corto di lacrime.
Si sono allontanato dal gregge addomesticato,
da solo, per trovare un nuovo trono.
Colore è stato aggiunto alla tela.
E’ la fine di un’era in una terra inaridita.
Acqua su un volto straziato dalla guerra!
Sono esausto per la caccia durata una vita
e la pietra grezza sfrega sui talloni consumati.
Una nuova verità prende forma.
E’ consuetudine per un vecchio stolto.
E’ tempo di cullare vere vite.
Di indirizzare il mio umile sguardo
verso il volto del sole infuocato.
Un’esposizione incompleta ai suoi raggi.
Un altro taglio sulla lingua di colui che cerca.
Ode all’argilla rovinata e rilavorata!
Ode al fiume che scorre senza fine!
La lama cala sul ramo ribelle
e il pollice umido preme sull’argilla.
Un’opera di magnificenza
che stende la bellezza su questo luogo.
Tuttavia devo affrontare un’altra morte.
Con distacco il fuoco lambisce i vecchi resti.
Devo partire,
immergermi nella natura
e piango per il luogo che chiamavo casa.
Ora che la marea è infine giunta,
metti alla prova il tuo coraggio o rinuncia!
Modello il mio volto e la mia maschera in un unico viso
e, attraverso il caos, grazie alla luce,
l’equilibrio è raggiunto.
I denti snudati e un ruggito lacerante.
La spada in pugno.
La volontà di combattere.
Di porre fine alla vita.
Possano quei tempi giungere a fatica!
Anche se la schiena è ormai spezzata,
gli occhi sono spalancati.
Rinfrancato da gambe forti,
procedo verso il luogo sacro.
I piedi danzano con prudenza.
La devozione ha scolpito un cuore d’argilla.

Testi richiesti da Gorgone04

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