The Hyperborean

THE MARINER – IL NAVIGATORE

Conosco i venti e le onde.
I rimedi che salvano la vita.
I segni degli déi nel cielo
e le ferite per cui si muore.
Orsa*, mia guida verso nord!
So come capire il valore di un uomo.
Ho conosciuto donne durante le mia lunga vita
e ho conosciuto la felicità e la guerra.
Le terre mi scorrono a fianco
e le onde s’infrangono sulle Colonne**.
I venti mi guidano a vele spiegate.
Il navigatore.
Cartagine sulla destra e Roma alla sinistra.
Stolti con nient’altro da fare,
se non la guerra, finché riposeranno in pace.
La terra è ricolma di morte.
Mare, portami lontano sul respiro di Eolo***!
Navigo sulle acque scure come vino di Poseidone***,
ma seguo Elio*** grazie a una brezza di ponente.
Vedo le Colonne svettare,
di colui che era il più forte tra i Greci.
La nostra rotta piega verso nord.
E’ la Terra dei Giganti che sto cercando.
Ho imparato a conoscere le onde.
Ho imparato a conoscere i cieli.
Le mie abilità marinaresche non mi tradiranno
fino al mio ultimo giorno.
Le terre mi scorrono a fianco
e le onde s’infrangono.
Iperborea°.
I venti mi guidano a vele spiegate.
Sono il navigatore.

Note: *(Dea greca, figlia di Elio, rappresentata come orsa)
**(Le Colonne d’Ercole, considerate il confine del mondo)
***(Déi greci rispettivamente del vento, del mare e del sole)
°(Terra che si credeva trovarsi molto a nord della Grecia)

AD BESTIAS – ALLE BESTIE

Non c’è nulla per me qui.
Razza umana, conosco il tuo volto.
E’ fatto d’inganno e menzogna
e di un coltello ad ogni abbraccio.
Per la rabbia e il comando.
Per corone, allori e ogni vanità.
Un patto nella notte.
Vigliacca frode.
Ascoltate! E’ la voce della folla.
Ascoltate! Il potente (ruggito del) leone.
Lo senti? E’ il suo respiro.
Lo senti che ti dilania?
Ti hanno condannato.
Sollazzo per coloro che festeggiano.
Indossano metallo stando in posizione
e le loro anime sono bestie.
E’ il destino.
Ogni impero crescerà nel corpo e nella falsità.
La corruzione è la fine.
La superbia non vale niente davanti agli artigli.
Alle fauci che strappano con il potere della legge.
Dannazione.
Sono stati condannati
e per niente tu morirai in continuazione.
Condanna alle bestie!*
Non c’è nulla per me qui
e ci siamo spinti così in là.
Salpiamo verso le stelle!

Note: *(Nell’antica Roma i peggiori criminali venivano dati in pasto a belve feroci)

SIRENS – SIRENE

Da levante il canto delle sirene ci raggiunge chiaro,
portato dal vento e dalle onde incessantemente.
Seducente come l’oro che brilla
ci invita al banchetto.
Al convivio in compagnia di bestie in maschera.
Sirene! Capite? Tutto è perduto.
Sirene! Quanti naufragi sugli scogli!
Da settentrione il vento gelido reca la verità
attraverso la fatica e il conflitto.
E’ una brezza consolatrice.
Odo tutta la sofferenza che le voci suadenti esprimono.
“Venite da noi! Unitevi a noi!
Banchettate con noi!
Placheremo il vostro dolore”.
“Ricchezze e lussuria.
L’ebrezza della vite.
Il diletto della carne.
Alla tavola a cui desiniamo
affogherete tutti i vostri problemi in una coppa di vino”.
La morte arriva per tutti nella quiete della tempesta.
Vedo la bellezza sfiorire
e i vostri volti terrorizzati.
“Il fiume Lete e lo sfarzo sono le nostre porte,
ma il ritorno a terra non sarà fortunato.
Alla tavola a cui desiniamo
affogherete tutti i vostri problemi.
Stanotte berrete con le divinità”.
La morte arriva per tutti nella quiete della tempesta.
Vedo la bellezza sfiorire
e la vostra carne rosa dai vermi.

NORTHERN SKIES – CIELI DEL NORD

L’acqua brilla sotto la luce dei cieli del nord.
Nell’aria gelida che cosa è vero e che cosa è falso?
L’atmosfera è limpida grazie alle stelle che seguiamo.
Nella luce che risplende delle stelle del nord.
Ho girato il mondo,
ma non ho mai visto luci del genere.
Oh, una latitudine lontana!
Ho ammirato i cieli del nord.
Siete mai stati dove nessuno è stato?
Si inala l’aria.
C’è odore di legno e di pesce.
Bagliori verdi luccicano distanti.
E’ un viaggio autentico,
in cui gli déi offrono i loro segni.
Nessuna nave è passata di qui.
Che cosa significa?
L’oceano è vuoto o è un sogno?
Le luci del nord rischiarano il cielo
e lo spettacolo che hai veduto non lo dimenticherai mai.
L’aria diventa sempre più fredda
e la bellezza delle stelle è folgorante.
La prua è ghiacciata.
Luccica a nord.
Siamo dove nessuno è mai stato?

ARTIC WINDS – VENTI ARTICI

Le stelle sfavillano sul mare.
Il mio equipaggio, le stelle e me.
Il silenzio è rotto dai crepitii del ghiaccio.
Questa terra sarà il nostro paradiso?
Nel cielo gli uccelli marini sono quasi spariti,
mentre prima starnazzavano a gran voce.
Ora forse soltanto i corvi esulterebbero.
Abbiamo lasciato il vento del nord,
dove il sole non abbandona mai il cielo
e oltrepassato il regno del sogno,
dove gli uomini si dirigono quando muoiono.
Quando Borea* rilascia il suo respiro
il vento porta soltanto morte.
Ciò che esisteva un tempo ora non c’è più.
Sotto il fulgore del sole di mezzanotte,
in mezzo ai venti artici.
Ti consigliano di portarti dietro una moneta
quando fai il tuo ingresso nell’Asfodelo**.
Ciò che esisteva un tempo ora non c’è più,
sotto il fulgore del sole di mezzanotte.
Quelli che sono rimasti insepolti
non supereranno mai l’Acheronte***.
Nelle luci del cielo del nord,
dove dèi e uomini vivono a testa alta.
Eppure, dove sono gli déi?
Vedo soltanto ghiaccio.
Isole congelate ci vengono incontro
e la loro origine è tutt’altro che nota.
Risplendono nell’oscurità con la loro lucentezza
e solo gli déi hanno assistito a un tale spettacolo.
Tra i venti artici.

Note: *(Nella mitologia greca personificazione del vento del nord)
**(I campi di asfodelo, un fiore, sono il luogo dove vagano le anime dopo la morte)
***(Fiume dell’oltretomba)

THE HYPERBOREAN – L’IPERBOREA

Il sole è alto
e le onde si riversano sulla riva.
Non vedrò mai più tutto questo.
La neve cade
e fa troppo freddo persino per respirare.
Le stelle sono come denti che lacerano.
Gli uomini mentono e le donne muoiono.
Questo è il destino di tutti sotto il cielo.
L’ho cercato e ho trovato un nuovo mondo.
Una terra per me
dopo che tutto il resto è affondato.
“Remate!” grido.
Sono i fantasmi che conosco.
“Remate!” grido.
Verso la morte!
Una regione immensa.
Si distende l’Iperborea,
con i suoi pilastri di ghiaccio svettanti sulla terra.
Nessuna malattia e nessuna vecchiaia.
Lontana dal travaglio e dalla battaglia, dicevano.
Né per mare, né per terra
è possibile trovare la meravigliosa via.
Ponti dorati che salgono fino al cielo.
Se moriremo sarà nell’Iperborea.

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