(A)ster

OPHIUCHUS – OFIUCO*

Venere sta uscendo dal percorso che tracciava tra le stelle.
Leggilo, come ho fatto io!
E’ scritto lungo le sabbie del Nilo.
Strappa il velo e affronta la notte!
Prendi nota! Spezza l’ordine del tempo!
Sulla mia tomba lascerò un messaggio
per il futuro di ogni cosa.
“Colui che porta il serpente
sta tornando sulla Terra”.
Ra, senti la sua rabbia!
Si ricorda di ciò che gli hai fatto
ed è ancora ferito.
Sorgi più intenso!
La luce del sole (sprofonderà) negli oceani.
Le reazioni di rifiuto dei mortali
non possono controllare ciò che ho scoperto.
Le stelle hanno detto che tutti noi dobbiamo morire.
“La rottura dell’ordine significa la fine di ogni piacere sensibile.
Negare ciò che il Nilo ha proferito
non fermerà il suo volere”.
Riesco a percepire il Caduto.
Una voce si leva in alto dal vuoto.
La maestà del suo grande occhio.
“Tornerò in questo mondo che marcisce.
La nostra sacra tregua giace in un gelido grembo.
La rinascita dell’universo necessità la morte
e io sono essa ovviamente.
Le ombre si annidano nei miei morsi.
Un serpente che riempie il vuoto interiore”.
Ofiuco porterà su tutti la morte
e nuova vita fiorirà da quella vecchia.

Note: *(Costellazione equiparata ad Asclepio, dio della medicina nella mitologia greca)

OUROBOROS – UROBORO

“Coi miei denti feroci inciderò il mio nome
nelle carni dei vostri sogni.
La mia ira è radicata”.
Un tempo avete gettato via frammenti sottratti al mio corpo
e li avete arsi col fulmine.
Ho sentito una voce alzarsi dalla mia sofferenza
e ovunque ci sia l’orgoglio là dimora il mio odio.
Il vostro regno è qui fondato, su questo errore,
ma la carne in putrefazione della mia morte
ha trasceso ogni cosa.
Il serpente purificato mi ha avvolto
e sotto i segni di una nuova vita
la vecchia esistenza si è dissolta.
La vecchia si è dissolta.
Tutto è svanito.
La vita dell’universo antico presto incontrerà la fine.
Per mano di un dio
l’energia dei pianeti si disperderà in un fragore gelido e violento.
Ra, siedi!
Sto arrivando e il mondo brucerà.
A furia di girare un nuovo cerchio prende vita.
Sarà sempre come è sempre stato.
Lontano dal Nilo la corrente si prosciuga
e le mie fiamme carbonizzano tutto.

Note: *(Antico simbolo del serpente che si morde la coda da solo)

THE NAME OF LIGHT – IL NOME DELLA LUCE

Polvere al crepuscolo.
Ceneri del passato.
Niente rimane del mio ultimo (desiderio).
Ricordi di un mondo arroventato
dileguatosi nel nulla. (Nessuna esistenza).
Tutto si è concluso con me
e sono rimasti migliaia di segreti
che l’uomo non vedrà mai.
Le stelle e i pianeti sono stati oscurati
dalle spire del serpente.
Polverizzati come la sabbia del deserto.
Padre! La mia luce sarebbe stata più raggiante di te.
Polvere al crepuscolo.
Ceneri del passato.
Niente rimane del mio ultimo (desiderio).
L’universo nasce da un mondo arroventato
dileguatosi nel nulla. (Nessuna esistenza).
La morte aleggia sul tuo splendore.
Abbiamo tinto di nero ogni possibilità.
Ogni giorno, ogni luce e ogni barlume del futuro.
Dopo queste parole nulla rimarrà,
a parte il gemito di un dolore silenzioso.
Dal vuoto qualcosa d’innominato
risuona attraverso la vastità del nulla.
Omega. Il nome di una nuova luce brillerà.

ASTERA – ASTERA

Sogni eterei.
Quanti pensieri mi scorrono dentro.
Non riesco ad afferrarli,
ma ne riconosco le parole.
Su e giù. Destra e sinistra.
Ascesi e caduta.
Dentro e fuori.
Dietro e di fronte.
L’io e l’uno.
Nessuno e l’intero.
Non sei solo.
Bianco, grigio e nero.
Tonalità di colore.
Limitato e illimitato.
Attraverso i miei pensieri sorgono i ricordi.
Mi serve qualcosa per creare.
Un fuoco primordiale.
Polmoni che respirino.
Un cuore di pietra affondato nelle acque.
Resta accanto a me!
Rocce e stelle.
Cieli e nuvole.
Vita e morte.
Nuova vita che spiraleggia.
Mari abissali e montagne.
Grano biondo.
Uccelli e pesci.
Insetti e serpi.
Carne e ossa.
Ora un mondo intero esiste.
I pianeti e le stelle emergono dalla nebbia scura
e condividono la loro luminosità con le bestie,
alimentando nuove vite e riscaldando le nuove foglie.
Scandendo il ritmo del fulmine
il tuono delineerà la sua figura.
Scintille nell’etere ne precederanno il boato
e i miei frammenti verranno ritrovati.

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