Kyrie Eleison

MALICE STRIKER – AGGRESSORE DEL MALE

Ora dovete affondare!
Ancora state cercando di conoscere? E cosa?
Lontano dal sole, sulle rive del Corpo Morto
stillano gocce di veleno da un’apertura sul tetto.
Lontano dal sole, nella baia del Totale Rimorso
colano gocce di tristezza nel vuoto del cuore.
Sulla mia lingua assaporo le anime.
Sulle mie ali reggo tutti voi.
I lupi sbraneranno i cadaveri che camminano
fino al crepuscolo e al Giorno dell’ira.
Gli uomini devasteranno la rivelazione del tempo
fino all’arrivo della neve eterna.
“La sua anima si abbandonò lentamente
mentre udiva la neve cadere lieve nell’universo
e lieve cadere,
come la discesa della loro ultima fine
su tutti i vivi e i morti”.
(Da “Gente di Dublino” di James Joyce)
Liberatemi dal mio destino!
Non lasciate che vi porti via!
Temprate le vostre carni! Gettatevi nel fango!
Liberatevi dal vincolo della mia sorte!
Ora dovete affondare!

LILITH – LILITH*

Fiamme avvolgono un tronco martoriato
e il tempestoso vermiglio avviluppa chiunque.
Un’infinita torma di condannati attende la fine
presso le Porte dell’Ombra.
Non ti sei inchinata al primo Uomo
e sei fuggita dall’Eden per evitare la sottomissione.
Hai preservato l’orgoglio e sei divenuta immortale.
Hai scongiurato il Peccato Originale.
In mezzo a legioni di demoni e bestie
è vano il tentativo di appagarti
e ai tuoi piedi cadono fiumane
di amanti logorati e presuntuosi.
Spietata prosciughi la loro linfa
e lentamente li spogli della pelle.
I corrotti crollano in una fragile vergogna
e li trasformi in gusci vuoti.
Dovremmo abbracciare l’arrivo della tempesta,
amandola e cavalcandola fino all’aurora.
Dovremmo abbracciare l’arrivo della tempesta.
Ascoltate il vento!
I vostri sussurri congelati in queste sale vuote!
Sento il tuono ruggire nelle mie vene.
Un lampo mi esplode davanti agli occhi, prima di richiuderli.
Cado, perso in un labirinto di ricordi.
Mi sono inginocchiato davanti ai tuoi atti lussuriosi
e mi sono venduto alle tue lusinghe.
Incubi orgiastici ora mi pervadono.
Ogni singola immagine.
Sono disgustato dal mio stesso riflesso
e infiacchito dall’infamia carnale.
Tetre visioni mi perseguitano fino al confine con la pazzia.
Desidero il sudore. Le tue labbra gocciolanti.
Spingi i tuoi piedi tra le mie costole!
Desidero i morsi. I tuoi denti grondanti.
Promettimelo! Non ci sarà nessun altro a parte me!
Ascoltate l’ululare dei gemiti come fossero uno!
Ascoltate le espiazioni delle ultime grida!
Nessuno a parte me l’addomesticherà.
Tempesta!
Dovremmo abbracciare l’arrivo della tempesta,
amandola e uccidendola prima dell’aurora.

Note: *(Demone mesopotamico femminile associato alla tempesta)

THE BURNING JOKE – LA BEFFA BRUCIANTE

Ho un uragano in profondità.
Spunta il sole e le mie ferite guariscono.
Un’altra alba buca la nuvole
e il suo becco affilato strazia le mie membra.
Lo sento sulla mia testa china,
indifesa a causa di questa catena indistruttibile.
Un dio di metallo è stato forgiato per punirmi,
controllato dal padre degli déi e degli uomini.
Onorerò il mio sacrificio.
E’ tempo di bruciare!
Mi sono arrischiato in mezzo ai titani
e ho sfidato il disegno divino*.
Il mio dono ai mortali era per renderli liberi
dalla brutalità e dalla disperazione.
Il mio azzardo non è stato vano, fratelli
e non vi incolperò del fallimento.
Ciò che ho fatto vi offre un’opportunità.
Non provo rimorso.
Onorerò il mio sacrificio.
E’ tempo di bruciare e di prendere fuoco!
Fuoco nel vuoto!
Plasmate il vostro destino, voi progenie maledetta
e dannata nei secoli!
Non tutto ciò che vola vicino al sole si brucia le ali**.
I figli dell’Aquila si opporranno alla nostra volontà
e cadranno vanamente,
feriti dalla nostra ambizione e bruciati dal nostro desiderio.
Bruciate!
Non abbiate paura! E’ soltanto il mio vero aspetto.
Non abbiate paura! E’ soltanto il mio destino bruciante.
Non abbiate paura! E’ soltanto il mio folle sorriso.
Non abbiate paura! E’ soltanto un sogno distopico.
Onorerò il mio sacrificio.
E’ tempo di bruciare e di prendere fuoco!
Ora che hanno stretto il legaccio
e che è emersa la verità,
non accetterete più le loro bugie e il loro dominio.
Ci precipiteremo in una rovinosa aberrazione.
Tutto è destinato a crollare
e saranno preservati in mezzo ai viventi
soltanto i folli e i ciechi.

Note: *(Il furto del fuoco di Prometeo agli déi, incatenato alla roccia per punizione)
**(Riferimento a Icaro)

HEART OF GAIA – IL CUORE DELLA TERRA

Nelle mani di una madre
ho cercato di custodire le ultime speranze e la mia rinascita.
Ho scorto la redenzione nel suo nome
e in un suo lamento ho trovato la retta via.
Siamo giunti lontano, camminando e commettendo errori.
Gettando via vite emerse dalla schiuma degli oceani.
Ci troviamo su un cuore
che pulsa nonostante il peso
e che ci tiene in equilibrio nonostante ciò che si è rotto.
Nelle mani di una madre
ho cercato di custodire le ultime speranze e la mia rinascita.
Ho scorto la redenzione nel suo nome
e in un suo lamento ho trovato la retta via verso un cuore nuovo.
Siedo da solo nell’incedere del tempo
e ascolto il battito che trasmette la sua eredità.
Ci troviamo su un cuore
che ha subito ogni ingiuria.
Che soffre per ogni parola gridata e per tutte quelle mai pronunciate.

SWAMP – PALUDE

Ogni scelta ti porta a un nuovo crocevia.
Cosa seppelliremo questa volta, mio Signore?
L’ira di un giorno o la sofferenza di una vita,
sigillate in uno scrigno sotto pochi piedi di fango?
Che tipo di uomo vuoi diventare?
La sabbia spazza via i tuoi rimorsi.
Che desiderio hai deciso di sotterrare?
Piazzalo in profondità!
Forse hai fatto qualcosa di sbagliato
e sei rimasto sul Mississippi un giorno di troppo.
Arriva il treno con in coda le sue luci rosse e blu.
Rosse per i problemi e blu per le menti condannate.
Condotto alle paludi, povero ragazzo,
non puoi riavere il tuo amuleto.
Me ne prenderò cura io.
Ho sempre amato questi piccoli sfizi.
E’ colpa tua, amico mio.
Mi prenderò io cura di te.
Ogni volta che ti volterai
cadrai e sbaglierai, Jim Crow*.
La tristezza è come una vipera calpestata,
pronta a sferrare un morso mortale.
Smettila di credere di poter essere un uomo migliore!
Supplica un mio bacio! Ora abbiamo un accordo.
Il tuo viaggio è segnato fino ai tuoi ultimi giorni
e sei condannato a fissare la tua ombra.
Stamattina presto ho bussato alla tua porta
e ti ho detto: “Credo sia tempo di andare”.
Sei arrivato a un crocevia.
Camminavamo fianco a fianco.
Picchierai la tua donna finché non sarai soddisfatto.
Sei arrivato a un crocevia
e sei caduto sulle ginocchia.
Così i giorni continueranno a rammentarti
che sono il cerbero sulle tue tracce.
(Questa canzone è dedicata e ispirata all’immensa produzione artistica
di Robert Johnson e a quella intellettuale di Alan Lomax nel suo saggio
“The land where the blues began”).

Note: *(Le Leggi Jim Crow decretarono la segregazione razziale negli Stati Uniti meridionali nei luoghi pubblici)

THE DIVIDING LINE – LA LINEA DIVISORIA

Vedi la disperazione nei miei occhi?
Vorrei scoprire dove si volge il tuo sguardo
che sogna e abbraccia l’orizzonte
e che continua a guardare e a pregare.
Quanti granelli di sabbia sono caduti?
Per quanto tempo hai aspettato?
Sei condannata a un’attesa eterna,
sempre sotto il tuo stesso peso.
Ho davvero paura dei passi del mio destino?
Là dove emerge Tritone,
tra quelle acque si mischiano le tue lacrime,
tra la speranza di tornare e il tormento di affogare.
Poi giunge il canto delle sirene
che colora di rosso le acque.
Non potremmo mai cambiare
la sua acuta sete di sangue.
Potrei disconoscere la sua voce
e tuffarmi nel profondo mare
e nella melodia dei suoi ruggiti.
Arrendermi e naufragare ancora.
“Qui infine giungi e respiri,
oltre i luoghi, oltre il tempo,
nel fragore di infinite onde,
qui pace hai primordiale fonte.
Oltre la fine non si può andare
e una risposta non puoi aspettare
e nel ricordo il fatal momento
un velo di scelta trapassa a stento.
Eppur ripartirai più tardi,
per assumere un volto.
Ripartirai più tardi,
per assumere un volto”.
Non puoi smettere di gridare.
Lo sporco sull’acqua ti circonda.
Emerge dal fondo fitto delle tenebre.
Ferma i tuoi artigli! Riusciamo a vedere attraverso il velo.
Non si può smettere di guardare la linea divisoria tra voi due.
Tra chi dona e chi depriva.
Tra chi scompare e chi sopravvive.
Ho davvero paura dei passi del mio destino?

ABSENCE – ASSENZA

Scende la notte e il mio momento è arrivato.
Il riposo del giusto.
Varrebbe la pena di recitare una Messa.
Nel silenzio della rive del fiume,
sospiro profondamente nella mia dannazione.
Sale la nebbia e mi guida.
La bianca signora bacia i suoi fantasmi e poi arrivo io.
Sale la nebbia e mi circonda.
Nello stesso vizio e nello stesso errore qui siedo.
Basta uno sguardo e la realtà si dissolve.
Siamo soltanto io e te, mio amico di smeraldo.
Passami le mie catene e assicurami la libertà!
L’alchimia è la mia perfetta dipendenza.
Goccia dopo goccia, sono maledetto nel mio heure verte*.
La sua voce è una sinfonia per la mia pazzia.
Non aver paura!
Placa la mia eterna sete!
Lascia che impazzisca!
Danza nel mio sangue!
Lascia che svanisca da solo!
La mia voce è una sinfonia per la tua pazzia.
La mia vista si offusca
e perle mi scendono dal capo.
E’ un’antica e sacra necessità.
Non posso respingerla. Lo giuro.
Il vapore mi avvolge.
L’ultima goccia muta in verde.
L’abisso è così vicino
e l’estasi è la mia rovina. Lo giuro.
Prego per una tua carezza
e per il tuo sapore sulle mie labbra.
E’ un nettare. Offrimene ancora!
Hai ragione. Affonderò qui.
Spingi più a fondo la mia testa!
Scuotimi e colpiscimi!
Il veleno sarà la mia cura
e il desiderio la mia guida.

Note: *(Corrispettivo francese dell'”Happy hour”)

FAITH – FEDE

“La fede è fondamento delle cose che si sperano
e prova di quelle che non si vedono”
Ebrei 11:1

THE HIIDDEN ONES – COLORO CHE SI NASCONDONO

(I – Marid*)
Onde di polvere mi salgono intorno
e abbracciano il mio sguardo in un’atmosfera graffiante.
Gargantuesche masse di creature maestose
illuminano le regole di un sogno assurdo.
Un potere assoluto raggiunge il nucleo
e impianta il seme di una razza corrotta.
Malvagi governanti deformano la realtà
per creare schiavi su rovine globali.
(II – Ghouls*)
Caduto a terra e nutrito a sangue e odio,
migliaia di mani mi trascinano con rabbia.
Spazzato via da un fiume in piena,
non posso negare il dolore che provo.
In ginocchio davanti a un esercito di non morti,
sento le loro unghie simili a spine.
Non possono capire la loro vera natura.
Sono come pellegrini senza una strada.
Assecondano i loro lacci uncinati.
Quelli di un male senza origine.
Afflitto da molte mani senza vita
e avvicinandomi allo scontro,
sento la debolezza e i morsi della sofferenza.
Un pianto che mi si annida dentro.
Improvvisamente, al vostro comando,
il tormento e le grida si placano.
Si apre uno squarcio in questa informe orda
e ti vedo davanti a me.
(III – Ifrit*)
Sono ancora vicino alla fine
e affronto l’invisibile putrefazione.
Le fiamme dei corrotti.
Non mi arrenderò all’invisibile putrefazione.
Potete strapparmi la pelle con la vostra frusta di fuoco,
ma non potrete controllare la mia volontà.
(IV – Qareen*)
Non ce la faccio più.
Coloro che si nascondono
stanno divorando la mia anima.
(V – Houris*)
Ora ne sono consapevole.
Guidami dove gli spiriti
hanno forgiato la radice della conoscenza!
Se da solo avessi fallito,
insieme finalmente otterremmo un risarcimento
contro coloro che si nascondono.

Note: *(Sono tutti creature spirituali o magiche della religione islamica)

CAMLANN – CAMLANN*

Un’alba di sussurri si dissolve con la nebbia.
Ditemi la verità di cui ho sempre avuto bisogno!
Se siamo sul punto di morire, vorrei morire combattendo.
Benedite il terreno che diventerà la mia tomba!
Caricate il nemico!
La strada è segnata.
Alzate le vostre grida contro le loro risa!
Schivate i dardi e guardatevi le spalle!
Consacrate le vostre lame con la loro carne!
Conservate ogni goccia di sangue!
Implacabili nella marcia finale!
Perché?
Perché sento il bisogno di confrontarmi con me stesso?
Perché non riesco a smettere di pensare a voi?
Scorre il sangue dei miei fratelli
e i corvi pasteggeranno con le nostre budella.
La speranza è distrutta.
Venite! Non ho paura.
In mezzo alle fila cercherò il tuo volto.
Il mio vero riflesso in uno specchio oscuro.
Perché?
Perché sento il bisogno di attribuirmi la colpa?
Perché non riesco a smettere di pensare a voi?
Quante lance ho infranto?
Quanti scudi ho frantumato
per condurvi qui,
dove il torvo mietitore aspetta?
Quante lacrime per mia responsabilità?
Quanto dolore per i miei peccati?
Finirà quando moriremo aggrovigliati.
Perché sento il bisogno di confrontarmi con me stesso?
Perché sento il bisogno di attribuirmi la colpa?
Perché devo definire ciò che è reale?
Perché devo definire ciò che è giusto?
Perché devo definire la libera volontà?
Perché non riesco a smettere di pensare a voi?

Note: *(Come narra la leggenda, è il luogo dove morì re Artù nella sua ultima battaglia)

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