CHARNEL NOIR – NERO OSSARIO
Possano queste fiaccole appese tutt’intorno spegnersi!
L’essenza pungente. I fiori di una sepoltura di massa.
Le torce illuminano la notte della morte
e l’incenso volteggia in putridi sbuffi.
Dagli Innocenti alla Tombe-Issoire
ne scaturiscono senza fine. E’ il nero ossario.
Che i carri possano passare lungo le strade vuote
con le loro costanti e spettrali esalazioni!
Mentre un olio santo scende sulle ossa impilate,
uno spesso drappo viene calato sulle tombe.
Note: *(Cimitero degli innocenti a Parigi)
**(Una via di Parigi che conduce fuori città)
OUR NIGHT HOURS – LE NOSTRE ORE NOTTURNE
Al suo chiarore, un abito d’avorio adornato di stelle,
procede tra le foglie d’autunno
e, ad ogni passo, la corrente della notte crepita
e riecheggia sulla pietra consumata sotto i suoi piedi.
Come una crudele mela avvelenata appesa a portata di mano
per il cuore dei deboli e degli indifesi,
tra i suoi denti nasconde i misteri dell’inferno.
Le nostre ore notturne.
Profondamente ammaliati dalle gole.
Danzeremo sotto la luce della luna fino all’alba.
Immersi nelle ombre,
sotto archi e balaustre tagliati dalla luna,
tanto dalle più disgustose cripte, quanto dalle più maestose bare, emergiamo
e ci raduniamo per onorare ancora una volta la sera.
GHOST MOON – LUNA FANTASMA
Una dopo l’altra le candele vengono accese
e la cera scivola sull’ottone ancora una volta.
Cinque. Poi sei. Otto. Nove. Poi dieci.
Due visi delicati, profondamente scavati dai leggeri baluginii.
Dita tremanti e affusolate si stringono sui candelabri.
La paura è pronta per ogni lunatico.
Aleggia immobilità guardando oltre i vetri.
Immersa in una gelida lucentezza attraversa la soglia,
il respiro affannoso
e le fiamme ardenti vengono sminuite dalla sua luminescenza.
Tutto quel gelido candore
è avvolto dalla luce della luna fantasma.
Un intenso sguardo spettrale e penetrante.
Accerchiati dall’oscurità gli spiriti si sono smarriti.
Un gesto sacro. Tutti rendono grazie.
Questa è la notte delle notti
e il bagliore si spegne.
HYMN IN HEMLOCK – INNO ALLA CICUTA
Sono il fuoco rubato alla pira di un pover’uomo.
L’unghia ingiallita di una mano avvizzita.
Le ceneri di cui è pregna la vita che viene soffiata via.
La nauseabonda schiuma di una cane rabbioso.
Sono il midollo di un cervo che si nutre di serpi.
Una donnola che partorisce dalla bocca.
Tutto questo io sono.
Che la luce risplenda su di voi!
Nei suoi giardini velenosi,
lungo tortuosi sentieri,
inni alla cicuta in violacee sfumature.
Sono l’antica notte della Tessaglia.
Sono l’oracolo di Rodopi*.
La velenosa parola che gronda dalla luna e dalle stelle di lassù.
Sono la bocca morta della profezia.
Note: *(Antica fiaba egiziana molto simile a Cenerentola)
LID OF A CASKET – COPERCHIO DI UNA BARA
Accanto alle mura del cimitero,
i cancelli di ferro sbarrati,
una pira d’oppio brucia intensamente.
Ai confini del sonno,
da qualche parte vicino alla morte,
gli spiriti si contorcono al rintocco delle campane di mezzanotte.
Bare, bare, coperchi di bare.
I frutti dei morti sono maturi.
Bare, bare, gli spiriti fluttuano dai coperchi
e la colonna di fumo serpeggia in alto.
Il velo tra i mondi si assottiglia.
L’anima non è mai perduta.
Il passaggio è aperto su questa fradicia terra di funerale,
mentre le nubi ribollono e si oscurano
sopra connessioni di fulmini e sale.
Che la pioggia possa riversarsi
e i portali possano collegarsi nel vento ululante!
Ascoltate i fantasmi scorrere nella terra
attraverso i coperchi delle loro bare!
THERE ARE MANY SHADOWS – CI SONO MOLTE OMBRE
Una porta.
Una malevola bocca spalancata, nera come pece.
Avanza appena!
Sotto i piedi si arrampica una vecchia quercia dimenticata
e ogni stridulo scricchiolio graffia la notte agitata.
Attraverso i vetri sporchi brilla una fioca luce.
Riverberi ultraterreni.
La salvia e l’ambra sono stati bruciati inutilmente.
Non disturbare questo luogo!
Le ombre si muovono
e gli occhi tentano di penetrare l’oscurità.
Ce ne sono in ogni stanza.
Le ombre si muovono.
Un segno di filigrana nel buio
che la luce proietta sul pavimento,
contro il miserabile peso di questo regno
che si raggiunge attraverso una porta marcescente.
Le pareti sono scrostate.
Appassite e ingiallite sono le dita che le toccarono un tempo.
Ogni cosa respira in questo spettrale bagliore,
quando da laggiù si leva un grido.
THE ENDLESS PROCESSION OF THE GUILLOTINE – L’INFINITA PROCESSIONE DELLA GHIGLIOTTINA
Più veloci attraverso un fitto bosco,
su una strada con parecchi punti oscuri.
Gli zoccoli segnano questo viaggio solitario.
Nella frenesia del panico le ombre si fanno sempre più vicine.
I nostri carri funebri sono realizzati con le nostre stesse ossa.
Abbiamo mangiato, banchettato e dormito.
Ci siamo riuniti tra le lacrime.
Che cosa resta?
Portaci alla meta!
L’infinita processione della ghigliottina.
Infinite processioni per la brama di sangue.
Assicuraci questo dono, qui e ora
al centro del tuo mondo!
Siamo il tuo gregge e ti sfameremo.
La fine dei loro giorni è tornata.
SPECTRES – SPETTRI
Nel crepuscolo tutto è immobile.
Crepuscolo e terrore riempiono i loro cuori
per ciò che li aspetta.
Niente in vista. Gli orizzonti luccicano.
Il porpora del cielo si oscura.
Presto saranno qui.
Spettri, come soffi di nebbia nera
nel freddo strisciante dell’autunno.
Verranno attraverso la bruma.
Verranno attraverso la pioggia.
Verranno attraverso la notte
e non si fermeranno.
Pallide gole.
Le finestre restano socchiuse.
Le palpebre si chiudono.
FANGS IN THE TREE OF LIFE – LE ZANNE DELL’ALBERO DELLA VITA
(Scappate, bambini! Scappate!)
Dagli orrori che dimorano nelle terribili paludi.
Dalle canzoni simili a bassi lamenti dei morti che gemono.
Di tutto questo e di molto altro
il sacerdote ha parlato dal suo pulpito putrescente.
(Scappate, bambini! Scappate!)
Dai rami su cui è sospeso il senza dio.
Dalle suadenti promesse dei minacciosi defunti.
Di tutto questo e di molto altro
il sacerdote ha parlato durante il sermone di mezzanotte.
Sono le zanne dell’albero della vita.
Scappate nella notte, tutti voi, figli della disobbedienza!
Con attenzione ho ascoltato
e sono corso lontano (dalla luce).
Nella cappella consunta dal tempo
e stranamente luminosa nell’oscurità,
senza problemi mi sono mischiato
alla congregazione (di Giuda).
Una comunione offerta da un uomo senza volto
ho bevuto e consumato.
Vino avariato e pane muffito da un altare.
Il sangue del serpente e la carne della bestia.
Nelle paludi mi sono scavato la fossa.
In un rifugio per i dannati.
Charnel noir
- Autore dell'articolo:Federico
- Articolo pubblicato:Maggio 22, 2024
- Categoria dell'articolo:Gothic metal
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