A TOWER OF ASHES – UNA TORRE DI CENERE
Ammirate la torre!
Pietra dopo pietra ci siamo elevati verso il cielo
per raggiungerne le altezze e oltre.
Con occhi di fuoco e accesa superbia
il nostro potere non poteva essere negato
e Dio stesso ora può osservare ciò che abbiamo costruito.
Mi interrogo sui miei intenti e sulle motivazioni.
Babele, sei davvero così lontana?
A volte mi chiedo che cosa avremmo fatto
se l’applauso si fosse smorzato
e ci fossimo ritrovati ad agire in una sala vuota su un vuoto palcoscenico.
Gli occhi di Dio o gli occhi dell’uomo?
Nessuno può servire due padroni con disegni diversi,
ma noi seguiamo la nostra strada e continuiamo a scalare
sempre più in alto, ma più vicini a cadere.
Costruiamo le nostre fortezze all’interno delle mura,
ma restiamo sempre a rischio di perdere tutto.
Tutta la gloria a cui aspiriamo.
Tutte le torri che possiamo erigere.
Tutti l’orgoglio che accumuliamo verso il cielo.
Quando la vanità fallisce
l’illusione viene sostituita da una torre di cenere e bugie.
Ancora proviamo a costruire le nostre torri sempre più in alto
e qualche volta, quando pensiamo di aver raggiunto il culmine,
l’unico modo per procedere è verso il basso.
Quando è la superbia che ci porta sempre più in alto,
osserviamo le nostre torri crollare
e inermi ci schiantiamo al suolo.
Sempre più in alto, ma più vicini a cadere.
Costruiamo le nostre fortezze all’interno delle mura,
ma restiamo sempre a rischio di perdere tutto.
ON EAGLES’ WINGS – SU ALI D’AQUILA
Le lacrime le rigano il viso
nel suo freddo letto d’ospedale,
proprio come fosse prigioniera tra quattro orrende pareti.
La paura che non sa controllare
scavalca le mura nella sua testa.
Ogni giorno che passa aspetta la chiamata
e io non lascerò mai il suo capezzale.
Camminiamo su una corda sospesa tra fede e paura
in ogni momento della nostra vita,
ma ad un tratto il buio della notte diventa giorno.
Un altro miracolo.
Un’altra opera che si manifesta in questo spettacolo.
Vengo spazzato via.
Il vino fuoriesce e il mio calice trabocca di nuovo.
Vengo spazzato via.
La mia gratitudine cresce in tutte le benedizioni che nemmeno capisco.
Hai innalzato il mio spirito perché volasse in cielo.
Perché si sostenesse su ali d’aquila.
Rialzi coloro che cadono
affinché incoronino il Re sopra tutti i re.
Ogni onore e gloria!
Veniamo innalzati dalla Tua maestà su ali d’aquila.
L’ho guardato negli occhi
e ho ripetuto queste parole più volte nella mia mente,
ma non possono essere ciò che ha detto.
Le ho ascoltate io stesso e so che la vita può essere severa,
ma non capisci che sono troppo giovane per perdere mio padre?
Vengo spazzato via.
Sorridi di fronte alle probabilità,
perché i dottori non possono conoscere i Tuoi disegni.
Vengo spazzato via.
Detieni le chiavi della vita e della morte
e il tempo è nelle Tue mani.
Ogni popolo e nazione.
(Alzate la voce e cantate!)
(Innalzate una canzone di lode nelle altezze su ali d’aquila!)
Tutti i cieli! Tutta la creazione!
Sulle lingue di uomini e angeli!
(Alzate la voce e cantate!)
(Lasciate che il vostro cuore raggiunga le altezze su ali d’aquila!)
Tutti benedetti! Tutti riconoscenti! Cantate!
LAYING THE DEMON TO REST – METTERE IL DEMONE A TACERE
Quando siedo da solo, con del tempo da perdere,
la tentazione alza la sua testa disgustosa.
Nata da un sogno ingannevole diventato incubo,
torna a chiamarmi
e mi mette alla prova per vedere se questa volta cederò
o almeno quanto tempo impiegherò a piegarmi.
Vedo i suoi occhi luminosi e sento le sue grida malvagie.
“Balla con me, amico mio!”
Le cose che vorrei fare mi ritrovo a non farle
e quelle che non voglio fare, le faccio.
Perché? Perché lottiamo contro cose antiche
e viviamo con il nostro potere decisionale al di sotto delle nostre possibilità?
E’ guerra! Non capite che è guerra?
Guerra contro i principati e le potenze.
Entità invisibili che vogliono divorarci.
Lo spirito combatte la carne
e ora le mie ferite sono profonde e spalancate.
Sono stanco. Esausto.
Sono ferito e in pezzi.
(Non indurci) in tentazione,
(ma liberaci) dal male!
(L’oscurità discende) di nuovo sulla mia anima
(e ancora la tentazione mi chiama). La sento.
Mentre la battaglia continua,
vedo ciò che mette la mia fede alla prova
quando gli angeli caduti non mi lasciano mai solo.
Padre, metti il demone a tacere!
Quando la spada mi si spezza tra le mie mani,
vedo l’oscura futilità della carne.
Quando sto per cadere, ti prego, sorreggimi!
Padre, metti il demone a tacere!
Sono aggrappati alla mia schiena.
Scappo, ma sento i loro talloni scavarmi la carne.
Il sangue gocciola a terra
e divento sempre più debole a ogni respiro.
Ogni volta che me ne scrollo uno di dosso,
un altro mi affonda le zanne nel collo
e ogni volta c’è una spina che mi strazia.
Gli angeli contrattaccano
e le loro spade fiammeggianti tranciano i caduti.
I demoni si riprendono e tornano all’attacco.
Il ciclo è cominciato.
Intrappolati nell’oscurità del momento,
senza un luogo in cui rifugiarci,
siamo parte di una guerra santa.
Come è scritto, così sarà.
“Dove c’è una volontà c’è un modo” dicono,
ma a volte la mia volontà sembra intralciarmi.
Oggi Tu dovrai combattere al posto mio.
BETHLEHEM – BETLEMME
Per tutta la vita ho aspettato e guardato attraverso gli occhi della fede
per vedere la consolazione di Israele
e, anche se ora la fiamma della mia esistenza è fioca,
so che scorgerò il salvatore di Israele.
Perché lo Spirito del Signore mi ha promesso
che non avrei visto la morte prima di vedere Lui.
La promessa è viva, poiché attraverso questo bimbo
la santa luce di Dio illumina Gerusalemme.
Un bimbo che causerà la caduta e l’ascesa di molte anime.
Un segno per il popolo di Israele.
Un bimbo che sarà la via e la vita per ogni anima.
Per ogni generazione, diranno i Gentili*.
Perché la via è stata preparata sotto gli occhi di ogni uomo.
Il Figlio stesso di Dio è nato in Betlemme.
Un sacrificio oggi si compie nel tempio
e la redenzione si estenderà molto oltre Gerusalemme.
Oh Betlemme, la tua stella stanotte brilla radiosa
e i miei occhi hanno visto la gloria della santa luce della salvezza.
Questo bambino è venuto a redimerci tutti?
A salvarci dalla caduta?
La redenzione è presente.
Guardate! Stanotte il Figlio risplende luminoso
sotto la stella di Betlemme.
Mentre il mondo dormiva profondamente nel buio,
un bimbo in Betlemme ha mantenuto la promessa.
Gli antichi avevano profetizzato un grande liberatore.
Colui che avrebbe spezzato la maledizione del peccato in eterno.
Non si è presentato nell’ostentazione del mondo, né con piglio regale,
ma con un’oscura croce da portare.
In Betlemme spunta una nuova alba
e la stella che indica il cammino brillerà per sempre.
Una nuova speranza è nata per l’intera creazione quella notte,
poiché nelle tenebre si è accesa la più fulgida delle luci.
Note: *(Nella Bibbia erano considerate le genti non giudaiche)
ABSOLUTION DAY – GIORNO D’ASSOLUZIONE
Lo spettacolo è all’inizio.
Sono incatenato in un’aula di tribunale.
Non ho difesa che confuti le accuse che mi vengono mosse.
Sono colpevole secondo tutti i capi d’accusa
e la sentenza è la morte.
Non posso dire una parola perché non ho nulla da dire
e perché merito il giudizio che oggi pende su di me.
Sono colpevole secondo tutti i capi d’accusa
e la sentenza è la morte.
“Aspettate! Non è più così” prende la parola qualcuno.
Il mio avvocato che perora la mia causa
è un uomo totalmente integerrimo.
“Mi addosserò io la sua pena
(e ne pagherò il prezzo).
Pronunciate il giudizio per me
(che non ho nessuna colpa)
e lasciatelo libero!”
In catene ho accumulato un debito che non posso ripagare
e sono colpevole senza appello,
ma la grazia e la misericordia ti donano l’assoluzione.
Adonai*! Alzo le mani verso il cielo nella lode,
perché hai cancellato il mio peccato.
Guardate! Oggi è il giorno della mia assoluzione.
Soltanto la Sua morte poteva rendere il sacrificio completo.
L’Agnello ha versato il proprio sangue sul seggio della misericordia.
Giorno d’assoluzione.
La macchia del peccato viene bruciata.
“Grazie al Mio sangue, voi tutti, piegati sotto il peso, entrate!
Vi darò riposo.
Mettete a terra il fardello e ricominciate!
Ho già pagato il vostro prezzo
e ho costruito un ponte tra la morte e la vita verso la vita eterna”.
Nessun prete può dire se ne sono degno.
Nessun sacramento o legge sacra può cancellare i miei peccati.
Nessuna chiesa può purificarmi lo spirito,
perché la macchia scarlatta che schizza la mia anima
scorre troppo in profondità.
Nessuna acqua santa può santificarmi agli occhi di Dio.
E’ il grande “io sono”.
Eppure Egli ha provveduto a risollevarmi
e a lavarmi nel sangue dell’Agnello senza macchia.
Perché Cristo soltanto è degno
di pagare il prezzo per liberare tutti i peccatori. Persino me.
Quando ogni opera delude e ogni sforzo fallisce,
capisco che soltanto la fede è la chiave
e l’assoluzione per tutti coloro che credono.
Note: *(In ebraico significa Signore)
THE WRITING IN THE SAND – LE SCRITTE SULLA SABBIA
Mentre stanotte il cerchio si forma,
prendo posto per mettere in atto il mio diritto.
Raduno tutti gli immorali che vedo
e accompagno i peccatori uno dopo l’altro.
Le pietre del giudizio vendicheranno tutto ciò che hanno fatto,
ma poi solleverò lo sguardo e fisserò il Figlio.
Oh, sentirò il mio sangue diventare freddo.
Occhi che penetreranno, come la più affilata delle lame,
fino in fondo alla mia anima.
Parole di verità che taglieranno profonde.
Hai scritto righe misteriose.
Inciampo e la pietra che reggo in mano viene gettata via.
Quando lo specchio me la mostra,
vedo la mia ipocrisia
e piango sulle scritte sulla sabbia.
Tutte le cose che cerco di nascondere.
Tutte le volte che ho evitato il Tuo sguardo.
Pensavo di poter in qualche modo vivere con la mia bugia,
prima che la verità diventasse così evidente
e non posso tentare di cancellare la mia marcia e sudicia lavagna
e i peccati nascosti che mi condannano al mio destino.
Oh, non posso nasconderli alla Tua vista.
Scopri i segreti e i sogni più oscuri
e li porti alla luce.
Quando le scritte sulla sabbia vengono cancellate,
non posso più voltarmi e camminare nell’altra direzione,
perché le Tue parole sono incise nella mia anima
e la luce illumina tutto ciò che so e che ho conosciuto.
Colui che è senza peccato scagli la prima pietra!
MARTYR – MARTIRE
Un coraggio che non è di questa terra nei tuoi occhi.
Una fede ultraterrena nel profondo.
Hai dedicato la tua vita
e hai permeato con la tua morte
cuori congelati e menti scettiche.
Guardate il mondo che osserva!
Guardate il mondo che vede!
Coraggio nel sonno.
La supremazia della vita e della morte.
Un’anima eletta, sotto il controllo del Cielo, brilla quaggiù.
L’ultima prova verrà presto affrontata
e l’orgoglio del Cielo ti dimora dentro,
ma ora spalanca le ali e vola!
Vedono il Suo volto splendere nei tuoi occhi.
Il mondo intero lo vede.
Accetterai il colpo
e prenderai il tuo posto nella galleria degli eroi.
La pace non viene compresa dalle menti umane.
Ha origine oltre il regno del tempo.
Forza silenziosa e fervore.
Una fede viva perché tutti la ammirino.
Un’eredità di gloria lasciata alle spalle.
Guardate il mondo che osserva!
Guardate il mondo che vede!
Alzano gli occhi al cielo.
E’ la fine della onnipresente derisione.
Non con ira parla nel silenzio
e lascia il suo segno.
La luce penetra il buio che tutto consuma
e il sale preserva e crea la sete.
La vita continua. Libertà dalla maledizione.
E’ incoronato con una santa corona, amici miei.
La prova è completa e la fede ha resistito fino alla fine.
Guardate i milioni che hanno affrontato questo destino!
Vi accoglieranno nella gloria alle porte.
(Senza vergogna pronunciatene il nome!
La vita è realizzata. Il paradiso è ottenuto.
Edificate! Testimoniate!
Restate a testa alta!
Glorificate!
La vita è deposta.
La corona del martire.
L’amico più grande.
L’anima è libera e la catena spezzata.
Cristo è proclamato.
Reggete la torcia e ravvivate la fiamma!)
(L’anima pura ora vola libera.
La leggenda prende vita.
Chiude gli occhi inerti,
mentre il suo tempio muore.
Glorificato nell’amore,
Tu innalzi ogni cosa.
Il potere non è tuo,
ma il coraggio ti attraversa).
MIRROR OF SOULS – LO SPECCHIO DELLE ANIME
(LA CASA DEGLI SPECCHI)
Ascoltate la storia che vi narro!
Un sogno ossessivo che conosco bene.
Una notte camminavo da solo verso casa
e il sentiero era illuminato da candele.
Più avanti vidi una porta aperta,
senza sapere cosa mi aspettasse.
Diedi un’occhiata attraverso l’uscio.
Una sala di specchi mi invitava a entrare.
Feci un respiro e avanzai.
Una storia d’amore e di orgoglio distrutto.
La porta si chiuse di botto e cominciai a correre.
Sembrava che il mio viaggio fosse iniziato.
Corsi e voltai da una parte e dall’altra,
con la paura e il panico negli occhi.
L’immensità mi sopraffece
e gli specchi erano profondi fin dove arrivava la vista.
Mi vedevo in ognuno di essi.
Vi vedevo le cose che avevo fatto.
Migliaia di forme che mi lusingavano
e la paura si trasformò presto in superbia.
Specchi differenti. Diverse forme.
Le mie varie forze si accentuavano.
Ogni specchio aveva un nome e un volto
e tutti mi riflettevano in qualche modo.
Li guardai per rimirarmi
e giudicare la mia vita attraverso qualcun altro.
Le metafore abbondavano.
Gli specchi erano le persone che avevo incontrato.
Guarda l’uomo che vedi negli specchi!
Le cose che puoi essere negli specchi!
La mia gloria si rivelava nel cuore dello specchio.
Lo specchio non mente mai.
Il fuoco del mio sguardo negli specchi.
La vanità che cresceva negli specchi.
Il potere della superbia che emergeva negli specchi.
Osservando negli specchi vedevo
tutti i più grandi capitoli della mia vita raccontati.
Negli specchi il mondo sembrava d’oro.
Al termine della galleria di specchi
vidi una porta dorata
e immaginai la bellezza che al di là nascondeva.
Velocemente allungai la mano
per varcare la prossima soglia verso la terra promessa.
Tirai verso di me l’imponente porta e l’aprii.
Per continuare il viaggio entrai,
ma la porta sbatté dietro di me e rimasi chiuso fuori.
Una pioggia battente mi accolse
nell’abbraccio della più fredda e buia delle notti.
(SCONOSCIUTO NELLA TEMPESTA)
La luce degli specchi si era esaurita nel ricordo ormai lontano
e la pioggia continuava a cadere.
La candela si spense.
Mi sforzai di seguire un sentiero che non riuscivo a vedere
e la pioggia continuava a cadere.
L’oscurità s’infittiva a ogni passo,
tanto che si poteva tagliare con il coltello
e la pioggia continuava a cadere.
Non distinguevo niente
e non mi ero mai sentito così solo in tutta la mia vita
e la pioggia continuava a cadere.
Ero in trappola nella furia della tempesta (e l’oscurità era soffocante).
Il corpo e l’anima erano esausti e logori. (Un altro scherzo del destino).
Non avevo mai avuto così tanta paura. (Era la fine della storia?)
Non avrei mai dovuto aprire quella porta? (Dall’euforia all’inferno).
Interrogai il mio destino.
La mia fine consisteva nel morire in quell’uragano?
Forse era questo il disegno fin dal giorno in cui ero nato.
Eppure nella sala degli specchi mi ero sentito così emozionato.
Non potevo camminare per un altro miglio sotto questo diluvio,
così mi rassegnai al mio destino
e mi abbandonai nel fango.
Se non posso andare avanti, mi butterò qui a morire.
Improvvisamente vidi una luce in lontananza
e mi avviai in quella direzione riaccendendo la mia fioca speranza.
Più mi avvicinavo e più la luce riluceva,
facendo pulsare la sua resistenza in mezzo alla pioggia.
Proseguii e pregai di potermi riparare dalla tempesta.
Ormai procedevo speditamente verso la luce.
La speranza mi aveva ridato forza,
anche se ancora pensavo che non ci sarei mai arrivato.
Feci un passo indietro e caddi,
perché il terreno sotto di me era scomparso
e vidi, illuminata dal caldo bagliore della luce,
una buia voragine. Un immenso abisso.
Una vasta estensione di nulla.
Un baratro senza fondo fin dove lo sguardo poteva arrivare.
Occupava l’intero orizzonte e non c’era modo di superarlo.
Il mio cuore sgomento era in pezzi
e la speranza era di nuovo perduta.
Sentii una mano sulla spalla
e mi voltai a vedere una figura in ombra sotto la pioggia.
Per qualche motivo non mi sentii spaventato,
nemmeno quando pronunciò il mio nome
e, non so perché, sapevo che non voleva farmi del male.
Forse per la serenità che distinsi nei suoi occhi.
E anche se non l’avevo mai visto prima,
era come se conoscesse perfettamente la mia vita.
“Perché piangi?” mi domandò mentre mi asciugavo le lacrime.
Indicai il grande abisso,
causa di tutte le mie paure.
“Devo attraversare e raggiungere la luce,
perché stanotte rappresenta la mia unica speranza,
ma quando ho visto l’abisso, ogni mia speranza è morta.
Ho passato così tanto tempo nel buio e sotto la pioggia,
che la vista della luce ha fatto gioire di nuovo il mio cuore,
ma il baratro era così profondo e non c’era modo di oltrepassarlo”.
Lo sconosciuto sorrise e mi prese per mano.
Poi disse: “Ti sbagli, amico mio.
Non puoi superare il crepaccio da solo, questo è chiaro”.
Mi condusse fino al bordo del precipizio
e indicò oltre la sporgenza.
“Guarda! Costruirò un ponte per te” disse.
Attraversai il ponte verso la luce.
L’estraneo mi aveva salvato la vita quella notte.
Mi voltai per ringraziarlo, ma era già sparito.
Era stato un lungo cammino fin dall’altra parte
e l’avevo percorso senza la mia guida,
ma non c’era tempo da perdere. Dovevo proseguire.
La luce sfolgorava da dietro una porta impossibile da descrivere.
Sangue e graffi segnavano la porta dopo secoli di maltrattamenti,
ma non ero confuso poiché sopra la porta
campeggiava una vecchia iscrizione.
“Chiunque voglia vedere la realtà, entri nella sala della verità”.
E così feci.
(LA VERITA’ RIVELATA)
Una volta dentro vidi un altro specchio.
Uno specchio così lucente che dovetti distogliere lo sguardo.
Uno specchio così alto
che cominciai a interrogare tutti gli altri
e, mentre mi trovavo nella sala della verità,
il mio cuore poté dire soltanto:
“Mostrami la verità!
Non so che cosa credere,
perché ogni specchio mi ha mostrato qualcosa di diverso
e il mio orgoglio ha lasciato il posto alla disperazione.
Ho passato così tanto tempo nel buio e sotto la pioggia,
che la vista della luce ha fatto gioire di nuovo il mio cuore
e quello sconosciuto ha costruito per me un ponte”.
“Guardati!” si levò una voce paralizzante come un tuono.
Riecheggiò nella sala e mi fece cadere sulle ginocchia.
Quando la voce mi chiamò per nome,
venni travolto dalla paura e dallo stupore.
Lentamente mi rialzai e fronteggiai il grande specchio.
Aprii gli occhi e poi li richiusi,
ma l’immagine è ancora impressa nella mia mente.
Un volto con occhi neri come la notte.
Una vista terrificante.
La carne decomposta dalla malattia e dal decadimento.
Straziata da un morbo.
Ero incapace di respirare.
Dimmi che tipo di creatura è questa,
perché di certo non sono io!
Scappai per quanto veloce i miei piedi mi consentissero
e tornai alla porta che dava sulla notte.
Persino la tempesta, che mi aveva quasi strappato la vita,
era migliore di tutto questo.
Spalancai la porta e vidi un uomo. (Una figura).
Di nuovo lo sconosciuto sotto la pioggia. (Era tornato a salvarmi?)
Vidi comprensione nei suoi occhi. (Aveva già visto tutto prima).
Forse avrebbe potuto spiegarmi cosa avevo visto oltre quella porta.
“Dimmi che cosa ho visto nello specchio prima di scappare!
Dimmi che cosa ho visto nello specchio!
Quel volto malato e corrotto.
Dimmi che cosa ho visto nello specchio
che mi ha riempito di tale terrore!
Dimmi che cosa ho visto nello specchio,
con quegli occhi senza vita e neri!
Era un demone sorto da un oceano di fuoco?
Era un morto che si sollevava da una tomba?
Oh, quel volto nello specchio mi ha paralizzato.
Mi spiegherai cosa ho visto nello specchio stanotte?”
“La luce nello specchio che hai visto da lontano.
Lo specchio delle anime mostra ciò che è ogni uomo.
Sei entrato nella sala e hai chiesto la verità.
L’uomo che hai visto nello specchio eri tu”.
“No! Non mostrarmi più la verità,
perché non voglio credere in ciò che lo specchio mi ha rivelato!
Il volto riflesso che ho visto non poteva essere il mio.
Putrescente e perso nell’abbraccio del disfacimento,
non ho riconosciuto il viso che oggi ho veduto.
Se dici che era il mio devo dissentire”.
Il significato delle cose a cui ho assistito:
lo specchio erano gli occhi di Dio.
La verità mi era stata svelata
dalle parole dello sconosciuto.
“Gli specchi che hai visto nella galleria tempo fa
erano specchi di menzogna e non riflettevano l’anima.
Quando si guarda attraverso gli occhi degli altri
non si vede che illusione, inganno e false realtà”.
Ho visto la mia anima nello specchio e mi ha distrutto.
Mi sono visto in modo talmente chiaro
che non mi era mai capitato.
“Puoi sottrarmi alla malattia che mi divora l’anima e liberarmi?
Puoi salvarmi, credo”.
Allora egli disse: “Alzati, figlio mio!
La tua fede ti ha riconciliato.
Ora guarda nello specchio ancora una volta!”
Attraversammo la porta insieme
e tornai a guardare lo specchio,
ma l’unico che vi si rifletteva era lui.
Non riuscii a vedere nessun altro che lui.
Ho scrutato nello specchio della mia anima
e ho osservato l’uomo che ha preso il mio posto e mi ha completato.
Nello specchio.
Lo specchio della mia anima.