FLARES OF DEFIANCE – TORCE DELLA RIBELLIONE
Ho oltrepassato un confine, non è così?
Per diventare un’ispirazione e una pantomima.
Colui che alimenta questo grande malumore.
La mia anima si divide, no?
Ti sdrai e guadi come un asino.
Miserabile, acconsenti alla grande frustrazione.
Siamo noi quelli che strisciano,
ma è venuto il momento
di ribellarsi alle menzogne.
Le nostre lingue saranno taglienti
e invocheremo le sacre torce della ribellione.
Devo escogitare (qualcosa)?
Devo rilanciare?
L’etica fervente a lungo negata
sopravviverà a strade buie e solitarie
o è capitolata, espiando nel sangue?
Devo cedere, perso nella lotta perché sono me stesso?
Siamo noi quelli che strisciano,
ma è venuto il momento
di ribellarsi alle menzogne.
Le nostre lingue saranno taglienti
e invocheremo le sacre torce della ribellione.
Le (parole di) crisi abbondano sulle nostre labbra
e risuonano.
Io non vi appartengo!
ASCENDENCY – ASCESA
Fratello! Fratello! Devi proprio balbettare?
Offrimela! Fammene cavaliere!
Concedimi la tua apatia!
Sorella! Sorella! Impertinente transistore*!
Viziati! Crogiolati! Immergiti nell’atropia!
Con le mani legate non ci sono corone sovrane.
Una volta riuscivamo a vedere noi stessi.
Le mie non sono lacrime capricciose
accompagnate da una paura piena di riverenza.
Una volta riuscivamo a vedere noi stessi.
Col tempo reprimeremo la corona di platino.
Il sangue gronda dal trono dorato
e sepolti abbiamo tramandato il diadema.
Siamo stati interrati con ruoli infamanti e sconosciuti.
Vegliate su di me!
Stringete ancora le catene!
Potrò prosperare in questo regno?
Vegliate su di me!
Stringete ancora le catene!
Potrò prosperare sotto questo giogo?
E’ il gemito pesante di un antico rattoppo
e il sangue gronda dal trono.
Note: *(Dispositivo semiconduttore usato in elettronica)
CRUX – FULCRO
Emanazione raffinata.
Insensibili osservazioni.
Il fuoco fa luce
e ombre pallide si diffondono.
(Così sarà) finché sentirò di nuovo l’impulso
a manifestare la mia inerte essenza.
Scaccia i fantasmi!
Mostrami che sono qualcosa di più
delle forme attraverso le quali mi vedi!
L’involucro deperisce.
Scappa! Sfiora soltanto la morte imminente
e scegli di morire un altro giorno più confortevole!
Il cerchio è come un rettangolo nella terra.
Una chiarificazione ripetitiva mi scorre sui nervi.
Una strada essenziale, primordiale e naturale
spinge la mia aura dalle ombre verso la fiamma.
Ripetitive e cicliche.
Sono forme vitali e primitive.
Ombre sulle ombre.
Il respiro mi attraversa le vene.
Lo sento nelle vene.
Lo sento.
MISERIA – MISERIA
Vive nel dannato respiro.
I sospiri sono scoraggianti, vili e oscuri
e le storie sussurrate hanno un potere indefinibile.
Si annidano nella tua spina dorsale.
Mormorii. Brontolii.
Grida che fuoriescono dalle tue orecchie.
Venite ora, occhi della notte!
Non lasciare che la tua angoscia ti vincoli alla paura!
Cresceremo insieme.
Navigherai sulle onde oltre il mondo che brami.
La vile corrente rumoreggia.
Approda sulla riva!
Là le mani ti guideranno.
(Là i suoni ti guideranno.
Le luci ti guideranno).
Cresceremo.
Notti alla deriva.
Bagliori fantasma.
Onde che s’infrangono.
Che cos’altro c’è in serbo tra le beffe e gli enigmi?
Fa male e nella tua afflizione non si può guarire.
Come bandiere nere,
nella tua mano sventolano preoccupazioni senza speranza.
Sono un vecchio nemico.
Possiamo crescere per sempre.
Là le mani ti guideranno.
Là i suoni ti guideranno.
Là le luci ti guideranno fino a riva.
Oh, quando il dannato respiro esala nebbia,
annaspi verso la superficie.
Oh, i tuoi occhi notturni presagiranno l’alba,
annaspando verso la tua meta.
Cresceremo.
PENUMBRA – PENOMBRA
Ti risvegli dal coma,
congelato e irrigidito dentro.
Una cupa e densa penombra
ti accoglie con un ghigno lacerato.
E’ una ricerca gravosa e livida,
controllata totalmente da una ballata furiosa e rapace.
Una melodia apatica.
Un freddo oltraggio.
Un deplorevole riconoscimento.
Questa dimensione è limitata.
Il tuo sguardo è come vapore.
I tuoi respiri sono come rasoi.
Acquisendo e perdendo l’autocontrollo,
ti aggrappi per farti più vicino.
Sei sospeso sopra lo spartiacque della morte,
ove un’ombra è incisa nel punto in cui
non regna nulla a parte il silenzio.
Lotti e ti fai coinvolgere, appiattito sulla schiena.
Le tue ossa raggelate gemono
e desiderano che la nebbia si allontani.
Soppesano i piaceri
e temono la canzone che sorride di rimando.
Questa dimensione è limitata.
Il tuo sguardo è come vapore.
I tuoi respiri sono come rasoi.
Il tuo sguardo è come vapore,
contorto e piegato come rasoi.
DOLOS – DOLOS*
Una sfilata in pompa magna e splendore,
poi il merito e la virtù sono stati svenduti.
Toni eminenti e signorili si sono innalzati.
I polmoni dorati erano legati al candore.
Le lingue d’argento. Gli occhi predatori.
Stai deperendo.
Inspira! Così sembri essere vivo.
Espiri e ti laceri.
Sei un fanfarone annebbiato,
simile a un sottile ramo nella bufera.
Sei come un fioco tramonto che si spegne.
Bassi volano gli avvoltoi.
E’ un espediente per evitare la pioggia.
Sei una barchetta di stagno nel temporale.
Hai dato la colpa a quella rissa
e ti sei strozzato con le parole con cui inveivi.
(Se andrai fuori strada
sarà saggio per me andarmene.
Hai dato la colpa alla tua rissa immaginaria).
Te ne sei andato per un capriccio e per impluso.
Per poterci condannare e fregarci.
Sono parole furbe quella della tua parlata incensurabile.
(Il verdetto annaspa e appassisce).
Il tuo messaggio contorto
è il premio di un vagabondo.
Astuto barbone che conta i suoi legami,
non riconosci neppure la tua ombra.
Allora addio!
Ti sposti con la tua silenziosa avversione,
avvoltolato e debilitato da un turbine.
Un amico in una pungente tempesta
che avvizzisce sotto il sole.
Hai rovistato tra i rifiuti una volta.
L’hai fatto due volte.
Stiamo cambiando.
Oh, i tuoi polmoni dorati e i tuoi occhi predatori.
Stiamo cambiando.
Note: *(Spirito dell’inganno e dell’astuzia)
PARIAHS – PARIA
Mentre il vostro amore si anestetizza
e diventa insensibile
e scalate superbi verso la cima della montagna
con intenti grossolani, il vostro riflesso incrinato
e la volontà di fermarvi spezzata,
invocate il sangue da sotto una maschera.
Da mezzo mondo distante
hanno sbraitato con parole profane
e nascosto sotto i loro nomi
una sorgente di sangue e rabbia.
Quando la crisi è così amara
si lanciano frecce di pietra.
Conoscete il loro centro?
Conoscete il vostro?
Il fervore aumenta
e nei vostri occhi si disegna la collera.
Gemete violentemente.
Via, con le teste dei paria!
Il dolore per la sventura, l’orrore e le cataste dei roghi.
Via, con le teste dei paria!
Siete aridi per il disprezzo e il sangue.
Siete vili e disperati.
Da mezzo respiro distante l’amicizia appare immaginaria.
La posta in gioco ora è pressante,
colma di intimo disdegno.
I santi di gesso inducono a lacrime simili a pioggia.
Conoscete i loro sogni?
Leggete le loro labbra con urla brutali.
Siete aridi e sprezzanti. Vili.
Cataste di roghi.
Se desiderate delle tombe
dovrete scavarvi anche le vostre.
I santi di gesso, avvolti nell’ira,
inducono a lacrime simili a pioggia.
Mentre il vostro amore si anestetizza
e si riempie di vergogna,
il vostro riflesso incrinato resta mutilato
e invocate il sangue.
Siete aridi e sprezzanti. Vili.
Cataste di roghi.
Se desiderate le loro
dovrete prendere anche le mie.
CENTAURI – CENTAURI
Meraviglie scultoree.
Un confine oscuro getta riflessi nell’atmosfera.
Sopra i profili delle dorsali scorrono le anse del fiume.
Danzano coloro che osservano dall’oscurità,
mentre piombano in basso le meteore.
Qui nelle tenebre si addensa il gelo della notte.
Qui nell’immobilità si incendia l’anima.
Il mio respiro è corto.
Le mie pulsazioni recitano un poema di reverenza.
Nella mia mente e nella vastità dello spazio
una magia mi scorre attraverso.
Ho gli occhi spalancati e aspetto.
Centauri chiama nella notte
e lassù le stelle brillano chiare.
Le vette sono scolpite.
Rabbiose s’innalzano verso una luna fumigante.
Impazzite, le comete sono folli e divertite.
Traditi, i cieli appassiranno.
Solitari, gli abeti tengono in ostaggio il cielo
con forme simili a baionette.
Le colline sembrano vive
e io sono praticamente solo.
Il vento è prudente, come un drone svolazzante.
L’aria è densa fissando nell’abisso.
Ho visto un picco rosso a mezza luna sul mare.
Perso nei suoni, una foschia pacifica mi sommerge.
In questo immenso spazio
una magia mi scorre attraverso.
Ho gli occhi spalancati e aspetto.
Oh, il buio riflette la magnificenza tra le ombre.
Scopro l’introspezione.
L’aria sarà presto in fiamme
e il sole sorgerà ancora.
Sento un abbagliante calore tra le ombre.
L’aria presto brucerà.
Sento una voce imperiosa nello splendore aereo.
Presto il sole erutterà di nuovo.
Qui nelle tenebre si addensa il gelo della notte.
Qui nell’immobilità si incendia l’anima.
Il mio respiro è libero
e le mie pulsazioni sono rivitalizzate.
Resto qui con gli occhi spalancati.