CATABOLIC – CATABOLICO*
Vedo tutto che scompare.
Sento tutto ridotto a un grido.
So che i dadi sono stati lanciati.
So tutto. So che è perduto.
Svanisce. Ce ne accorgiamo tutti.
Nelle loro grida possiamo sentire tutto.
Lo avete visto da lontano.
Lo avete ascoltato, ciò che siamo.
Lo avete amato, ostinatamente.
Sapete tutto anche troppo bene.
Tutto ciò che è, così sarà e così è stato.
Tutto ciò che abbiamo fatto.
Tutto ciò che abbiamo pagato con le nostre perdite.
Terra alla terra. Vita alla vita.
Siamo questo. Tutti in tutto.
Svanisce. Ce ne accorgiamo.
Svanisce ancora.
Note: *(Che segue un processo di degradazione delle molecole)
LAST PLACE ON EARTH – L’ULTIMO POSTO SULLA TERRA
Non importa quanto sia saldo il tuo filo.
Sei più vecchio di quanto ti abbiano detto.
Non importa quanto intensamente tu risplenda.
Il tuo bagliore non sarà mai quello dell’oro.
T’immagini in un angolo.
Nell’ultimo posto sulla Terra dove puoi star bene.
Considera se avessi potuto avvisarla,
mentre aspettavi che sfiorisse.
Non importa quanto lontano tu sia.
Mi sei più vicino di quanto sembri.
Non importa quanto sia aperta la tua mente.
Alcune pagine sono scivolate via dai tuoi libri.
Non importa quanto sia complicato il tuo enigma.
Con quanto impegno cerchi di rinunciare
a tirare su quelli che hai sminuito.
Quanto sei pronto ad ammetterlo?
In attesa che sfiorisca.
DESIGN – DISEGNO
In frammenti e pezzetti. In pezzetti e frammenti.
Ecco come vedremo prima che tutto vada a posto.
Ecco come saremo.
Come ceppi di un albero.
Come fenditure di un cristallo.
Prima che tutto collimi.
Cammineremo sulla crosta
di una superficie in cui confidiamo.
Dormiremo per evitare di guardare giù di nuovo.
Sudore e sangue presto verrano versati con le lacrime
e ci avventureremo dove i giorni diventano anni.
I nostri cuori adotteranno un tono orgoglioso
e ignoreranno il silenzio della folla assente da tempo.
Arriveremo a capire il disegno della fine.
Ricorderemo il domani quando ancora sarà dietro l’angolo.
Un disegno spaventoso.
Un domani angosciante.
LAST MOMENT – L’ULTIMO ISTANTE
Che sia questa la fine?
Ancora una volta ce ne andiamo
e separati resteremo lontani.
Possono essere queste le parole?
Crudelmente assurde.
Per favore, diteci se sono queste!
Lasciate la luce accesa!
Moriremo con gli occhi aperti
e crederemo che la luce ci sia ancora.
Abbiamo voluto ascoltare.
Abbiamo voluto attendere
che il nostro scetticismo declinasse
e si dissolvesse in fede.
Questa è l’ultima creazione del passato.
Pensate alla nostra razza! Alla nostra stella!
E’ tutto ciò che siamo.
Hanno continuato a suggerirci
cosa volevamo ascoltare?
Hanno continuato a nascondere le nostre colpe?
Hanno continuato a mentire con parole
che sembravano così sincere?
Hanno continuato a provarci?
Lasciate la luce accesa!
Moriremo con gli occhi aperti
e crederemo che la luce ci sia ancora.
THE MIST – LA NEBBIA
Di tutte le luci che non sono riuscite a brillare
e di tutti coloro che non sono riusciti a dimostrare,
tu sei quello che mi manca di meno.
Non c’eri mai. Non eri mai vicino.
E sei assente nei miei sogni.
E’ così sbagliato!
Addio!
In un’attesa eterna, spezzandosi interiormente.
Bruciando come all’inferno.
Tremando incomprensibilmente.
Di tutti gli esseri viventi
il cui bacio si trasforma in un pungiglione,
tu sei quello che mi manca di meno.
Il primo ad offrirsi volontario per compiacere.
L’ultimo a morire prima del ritorno alla quiete.
THEREFORE I AM – QUINDI SONO
Volti nella confusione ti fanno ricordare lei,
in luoghi in cui non sei mai stato,
ma dove ti sarebbe piaciuto essere.
Ha bruciato così velocemente
e non è mai stata destinata a durare.
Affiorano una serie di frammenti.
Parti del tuo passato.
Una regina si staglia in mezzo alle porte che hai sbattuto.
E’ così vaga.
Non esiste. Quindi io sono.
Ti ha dato tutto.
Ti ha detto che si era messa nelle tue mani,
ma non te n’è importato neanche per un minuto.
Non ti sei fidato di quelle parole.
Hai osservato le sue certezze
ed era l’unica cosa che lei sapeva.
E’ inutile scavare troppo a fondo.
Lasciala andare!
Volti nella confusione ti fanno ricordare lei
e quando ti chiama il destino dà la colpa al destino.
Non starci a pensare!
Non abboccare all’amo!
Ti ha dato tutto.
Ti ha detto che si era messa nelle tue mani,
ma non te n’è importato neanche per un minuto.
Non ti sei fidato di quelle parole.
La sottile linea tra l’alto e il basso
e l’ultimo colpo finale tra l’amore e l’arte
ti stavano aspettando per farti a pezzi.
TRUTHS – VERITA’
A corto di possibilità
ed esauriti gli stati d’animo,
le linee si sfocano
e diventi apologeticamente scontroso.
Sei lì. Ci sei dentro. Lo assorbi. Lo senti.
Lo alimenti e lo osservi.
Lasci che cresca. Ti abbandoni.
Lo fai evolvere e lo afferri.
Lo plasmi e lo mastichi.
In tutti i momenti buoni
e in tutti quelli cattivi.
E’ allineato alla mia cadenza.
Condivide il mio tempo.
E’ il mio meglio. La mia ora più oscura.
Si è riconsegnato per sempre
a tutto ciò verso cui tendo a tornare.
E’ il mio meglio. La mia ora più oscura.
Mi rifiuto di focalizzarmi.
Ho assistito a troppe verità.
E’ profeticamente oscillatorio.
Apocalitticamente fluido.
E’ allineato e cadere significa salire.
Il mio orgoglio è al suo apice.
E’ la mia montagna. La mia torre più alta.
Nessun muro ci divide.
La mia luce deciderà.
E’ la mia debolezza. La mia forza più intensa.
NO ONE IS LISTENING – NESSUNO STA ASCOLTANDO
Per tutte le battaglie che ancora dovrò perdere.
Per tutte le strade sbagliate ancora da prendere.
Ora, quando nessuno starà ascoltando, verrà pronunciato
e ora le mie lacrime per nessuno verranno versate.
Nessuno sta ascoltando stanotte.
Un’altra canzone. Mi serve un altro scenario.
Un’alba diversa che risplenda su un nuovo giorno.
Una canzone diversa che allontani da me la notte.
Canto nella solitudine per nessuno,
quando nessuno sta ascoltando.
Prendo ciò che rimane di ciò che è giusto.
Affonda in lacrime di gioia, la mia canzone stanotte.
Le mie parole sono per nessuno.
E’ piacevole stanotte cantare,
questa volta da soli.
Prendo ciò che rimane di ciò che è giusto.
TOTALLY – COMPLETAMENTE
Gli esordi non invecchiano mai così bene.
Non resta compassione, né comprensione
e il tuo corpo si compone di cellule suicide.
Nessuna empatia. Nessun amore.
Danzi in una nuova storia sentimentale.
La tua porta d’ingresso è uno sguardo.
Stai fuori e li lasci entrare.
Chiami e richiami.
Danzi in un’estasi senza fine.
Per la buona sorte e per un’occasione.
Per l’ennesimo peccato,
cadi e ricadi.
C’è la durata che dovresti percorrere ogni volta.
Mai più! Questo è certo.
C’è la forza che dovresti dimostrare per restare in riga,
come un prurito sotto il guanto.
Quante volte? Ne hai perso il conto?
Mai più. Una volta ancora.
Quante volte? Tante quante le gocce di pioggia.