Above the weeping world

THE GALE – LA BURRASCA

Quando piove, viene giù con violenza.

MORTAL SHARE – PARTE MORTALE

Nelle loro stanze maestose vivono i sacri e i divini.
Riposano in serafica beatitudine gli eterni e i sublimi.
Così distanti dalla sfera umana
sognano senza alcuna preoccupazione.
Così lontani dal mondo in lacrime
dormono nella luce delle stelle.
Sono troppo distanti per sentire le nostre invocazioni.
Sono troppo lontani per occuparsene.
Siedono sui loro troni bruniti
e il potere arde nei loro occhi fiammeggianti.
La volta dei cieli è ai loro piedi
e dentro recano fiamme immortali.
Mai il decadimento o la morte
sfioreranno le loro anime gioiose.
Sono privi di dolore i giorni degli déi
nei loro boschi sempre in fiore.
Dove poseremo il capo per riposare?
Dove troveremo riparo quando calerà la notte?
Perché il ruolo dell’uomo
è quello di prendere il sentiero oscuro.
Di inciampare nel buio
e di perdersi in mezzo alla polvere e alla cenere.
Come fantasmi dimenticati andiamo alla deriva contro vento
e ci lanciamo nel vuoto.
Giriamo alla cieca nella notte.
Come l’acqua si getta giù dalle più alte scogliere,
così noi cadiamo. Saltiamo. Roteiamo.
Ci dissolviamo e svaniamo giù nell’ignoto.

DRAWN TO BLACK – ATTRATTI DAL NERO

Avvolti nel silenzio, giaciamo tra le ombre.
Compressi dai rimorsi. Disillusi e smarriti.
Dimenticati nella penombra,
veniamo avvinti dalla disperazione
e ci facciamo cullare da un sonno
a volte spaventoso, a volte sereno.
I miei sogni sono laceranti. Lancinanti e contorti.
Sono solo nello sconforto coi miei incubi sempre nuovi.
La notte ha mille occhi e il giorno uno soltanto.
Ancora la luce del mondo illuminato si spegne
con il sole al tramonto.
La mente ha mille occhi e il cuore uno soltanto.
Ancora la luce della vita declina
con la morte dell’amore.
Le promesse non hanno valore.
I patti sono semplicemente bugie.
I suoi baci erano fatali, ma vi si nascondeva un serpente.
Prima ti invitano ad allontanarti dal crepuscolo
in direzione di un bagliore;
poi ti abbandonano all’oscurità alla mercé dei demoni.
Soltanto le stelle vedono. Soltanto la luna ascolta.
Silenziosamente le ninfee sospirano,
come fosse l’ultimo respiro di un’anima esausta
e l’erba fluttua nelle acque orribili.
Ondeggia come i capelli corvini di una ragazza.
Le pietre nere sotto i miei piedi scalzi
sono fredde e levigate come il suo palmo pallido
e il silenzio, calato sopra queste rive,
riecheggia più intensamente di una tempesta imminente.
Poiché tutto è finito.

CHANGE OF HEART – CAMBIAMENTO DEL CUORE

La primavera li ha riportati ad unirsi.
Ha sposato il vento e il fuoco
nella clandestinità delle betulle fiorite,
di fronte ai loro cuori diventati una cosa sola.
Ogni giorno ha seguito il precedente.
Sono passate settimane. I mesi si sono susseguiti,
finché il vento si è trasformato in tempesta
e il fuoco in una colonna in fiamme.
Gelidi mulinelli a folate.
Lingue di fuoco che ardono taglienti.
L’adorazione troppo forte li separa.
Diversi sin dall’inizio,
il destino non è mai stato scritto nelle stelle
e li porta a un cambiamento del cuore.
La caduta li porta a dividersi sotto la pioggia battente.
Li riveste entrambi di solitudine
e traccia le loro strade disgiunte.
Il fuoco non può essere domato dal vento,
né il vento soffocato dalle fiamme.
E’ come mischiare la luce al buio.
Si ottiene soltanto il grigio.

AT THE GATES OF SLEEP – AI CANCELLI DEL SONNO

Ascolta la notte! Ascolta il silenzio!
Il vento soffia tra gli abeti.
Risuona la musica nella foresta.
La melodia è triste. Il sussurrare insistente.
E’ un coro rilassante il mormorio degli alberi.
E’ tempo di dimenticare tutti gli affanni e il dolore.
E’ tempo di lasciarsi alle spalle la fatica e le traversie.
Qui dove gli specchi d’acqua sono come un cielo immobile
ed è un bel posto dove un bambino potrebbe distendersi.
Sotto il cielo avvilito, stanotte il muschio sarà il nostro letto.
Avanzeremo nella suadente oscurità.
Nel caldo abbraccio della notte.
Lontani dai tradimenti del mondo
e lontani dalle potenze dei Cieli.
Meglio sognare. E’ molto più dolce dormire
che affrontare quei giorni gelidi
o sopportare quel sinistro desiderio.
E’ tempo di riposare per un po’
e di chiudere gli occhi assonnati.
Di dormire fino all’alba. Fino allo spuntare dell’aurora.
Non prestare attenzione ai fruscii o alle grida del gufo!
Non badare ai fantasmi che dimorano nell’anima!
La notte ci porterà conforto e una profonda serenità.
La notte finalmente ci consegnerà a un sonno eterno.
Meglio sarebbe dormire per sempre
tra le silenziose ombre di una notte perenne.
Dolci sono i sogni nella selva della morte
e lontani dalle pene terrene.
Quieto è il sonno sotto i rami delle conifere.
Sereni sono i sogni nell’ombra che si addensa.
Le preoccupazioni del mondo al risveglio si dissolvono
e dimenticate sono le sofferenze del cuore stremato.

THE KILLJOY – IL GUASTAFESTE

Conoscere l’amore significa soffrire.
Far del male a se stessi e pentirsene,
perché alla fine tutto si conclude.
Le luci si spengono e il tuo tempo è finito.
Se fossi in te ritratterei e serrerei il mio cuore.
Ammetterei la sconfitta
e riconoscerei di essere fuori strada.
Se fossi in te distoglierei lo sguardo
e nasconderei il mio volto.
Ingoierei l’orgoglio
e concluderei che è tutto una disgrazia.
Tutti i nostri sogni ora giacciono nella sabbia.
Attendono che l’insidiosa marea li trascini nell’abisso.
Affondano senza lasciare traccia
e soltanto una stolta speranza sopravvive.
Gioire significa sbagliare.
Ingannare se stessi e pentirsene.
La letizia muterà presto in dolore.
Le fantasie in disprezzo.
Se fossi in te non farei calare il sipario.
Accetterei il mio destino
e di conseguenza m’interrogherei sui miei limiti.
Se fossi in te rimpiangerei di essere nato.
Ripulirei la mia vita
e mi redimerei dall’alterigia.
Ricorda queste parole quando cambierà la marea!
Meno spererai e meno soffrirai.
Se oserai fidarti, dovrai andare in pezzi.
Salterai nel vuoto e andrai in frantumi.
E quando tornerai qui con le ali bruciate e il cuore profanato,
non ti aspettare compassione o parole di incoraggiamento,
perché ti accoglierà soltanto un sorriso di compiacimento.

LAST STATEMENT – L’ULTIMA DICHIARAZIONE

Sono giunto alla fine del percorso.
Con questi ultimi passi mi sono riappropriato della mia libertà.
Ho aperto le catene
che non sono mai riuscite a trattenere la mia mente.
Il tempo continua ininterrottamente a scorrere
e supera quelli che sono stanchi morti.
Le ore termineranno per tutti noi
e alla fine nessuno sarà diverso degli altri.
Soltanto il cielo blu e la verde erba
sopravviveranno in questo mondo,
dove i secondi sembrano un’eternità
e gli anni passano in un batter d’occhio.
Quando gli ultimi raggi di luce
tramonteranno su queste terre,
la notte mi avvolgerà nel suo manto
e mi guiderà sulla via verso le stelle.
Attraverso la paura e l’afflizione,
saranno alle spalle le tempeste e la pioggia.
Ho fatto pace con il mondo. Sono rinato.
Potrò andarmene relativamente alla carne,
ma il mio amore resterà qui.
Rimarrò con voi nello spirito. Siate forti!
Nessuno vincerà stanotte.
Nessuno la farà finita.
Nessuno se ne andrà in trionfo.
Ma non dimenticatemi! Non dimenticatemi!
Accendete una candela per me quando potete!
Non dimenticatemi!

DEVOID OF CARING – ASSENZA DI INTERESSE

Questo autunno, (sto cadendo),
grandi nubi grigie si ammassano nel cielo.
La luce del sole si oscura.
Le stelle sono silenziose e la luna crescente.
Perse in questo mondo deprimente,
ombre infestanti discendono nell’abisso dell’animo umano.
Nelle notti più spaventose
il tempo emerge come una lama,
ma ancora la sua grazia risplende attraverso di me
e le nuvole minacciose.
Se la sua luce non ricadesse su di me,
sarei contento anche di sentirne la mancanza.
Questo autunno dispone per me un requiem.
Lontano da altri sentieri, procedo verso la desolazione.
Lontano da altri pensieri, sono esitante, ma vado oltre.
Lontano dagli altri, non provo interesse.
Nelle ore più buie
il tempo emerge come una lama.
Il riflesso, un tempo completo,
ora non è che una ferita che suppura dolore e disperazione.
L’immagine, un tempo così fiera,
ora non è che una cicatrice priva di speranza e di luce.
Perché tutte le cose che sarebbe stato meglio dire
sono rimaste non dette.
Perché tutte le azioni che sarebbe stato meglio compiere
sono rimaste incompiute.
Ora resta con me!

IN THE GROVES OF DEATH – NEI BOSCHI DELLA MORTE

La sera di un giorno grigio, di un giorno deprimente,
vago nel fosco silenzio degli alberi sacri,
dove gli abeti sussurrano
a coloro che hanno vissuto e sono morti.
Dove la terra benedetta ancora nasconde
coloro che abbiamo amato.
“Oh padre, ascolta queste parole!
Tuo figlio non è fatto per questo mondo.
Debole di cuore e logorato dalle preoccupazioni,
sono stato gettato in questa spregevole vita.
Nei boschi i demoni gemono.
Giuro di averli sentiti ragliare.
Sulla spiaggia riesco a scorgere
un orribile vuoto sotto i flutti”.
Male assortito con questa esistenza e questa apprensione,
passo il tempo ad aspettare
che il peggio attraversi la mia strada.
Bacche scure sono nate dal ventre di mia madre
e una di loro era più fragile.
Ero afflitto sin dalla nascita.
Confuso sin dal principio.
Sarebbe stato meglio restare tra le ombre.
Nella selva dei defunti.
Nei boschi della morte.
Invece giacerò qui fino alla fine del mio tempo.
“Ascoltami ora, mio sventurato figlio!
Allontana le tue paure!
Fai buon uso dei tuoi brevi giorni!
La vita può essere triste,
ma la morte è ben più severa.
Solo con te stesso siedi in attesa.
Solo con te stesso avrai tempo per redimerti”.
Allo spuntare di un giorno tranquillo
faccio ritorno dai boschi
e rincaso presso il focolare.
Con lo spirito rasserenato proseguo
sulle rive desolate e nella natura crepuscolare,
accogliendo tutti i giorni che mi toccheranno
e prendendo la vita così come viene.

 

Testi richiesti da Azarel

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