SHARED HEARTS – CUORI CONDIVISI
Una vedova aveva due figlie.
Due bambine gioiose.
Diede loro i nomi accanto a un cespuglio di rose
che sorgeva nel suo giardino.
Bianca Neve era calma e cortese
e si prendeva cura della casa.
Rosa Rossa era scatenata e aveva occhi castani.
Dove soffiava il vento gelido lei si aggirava.
Dicevano: “Non ci lasceremo mai,
per tutto il tempo che vivremo.
Per te sacrificherei la mia vita”.
E così diceva loro la madre:
“Ciò che una possiede lo dovrà spartire con l’altra”.
“Oh, sorella! Sorella mia!
Il tuo cuore batte nel mio petto.
Se sarai in pericolo non troverò pace”.
“Oh, sorella! Sorella mia!
Il tuo sangue scorre nelle mie vene.
Condivideremo le nostre gioie, i nostri patimenti
e le nostre sofferenze”.
“Il sangue è più denso dell’acqua,
di conseguenza siamo inseparabili
e ci saremo sempre una per l’altra,
finché dovremo lasciare questo mondo”.
Una vedova aveva due figlie
e da un cespuglio di rose s’ispirò per i loro nomi.
Le loro anime sarebbero state intrecciate per sempre
in quanto sorelle, fosse quel che fosse.
E nonostante le bambine fossero differenti
come il giorno e la notte,
o come il bianco e il nero,
il loro legame interiore era forte
e, diversamente uguali, sarebbero rimaste unite.
“Condividiamo il cuore, la mente e l’anima”.
LONGING FOR THE SEA – DESIDERARE IL MARE
In una notte buia di tanto tempo fa
le onde carezzavano la bianca sabbia delle Shetlands.
Pelli di foca erano state abbandonate sulla sabbia chiara
dalle sirene che se ne erano svestite.
Passò un giovane ragazzo
ed esse si rigettarono in mare.
Tutte tranne una.
Il ragazzo aveva rubato la sua pelle di foca
e si ritrovò costretta a rimanere con lui.
Poiché non aveva altro luogo in cui andare,
lo seguì lontano da casa.
Si disse: “Farò così”,
ma non sapeva che il suo desiderio
sarebbe cresciuto giorno dopo giorno.
“Oh, desidero il mare
più di quanto non desideri stare con te.
Tuffarsi nell’infinito blu.
Sognare la libertà nelle mie fantasie.
Oh, desidero il mare!”
Il giovane era sempre più innamorato,
ma anche sempre meno corrisposto,
poiché lei era naufraga in una terra sconosciuta.
Silenziosamente lamentava tutta la sua sofferenza.
Non si sentiva libera.
Un giorno, in un angolo di una stanza,
vide, esterrefatta, la sua pelle di foca.
Abbandonò il suo sposo egoista
e si sentì pervadere nel profondo dalla gioia.
“Ho desiderato il mare
più di quanto non abbia desiderato stare con te.
Tuffarsi nell’infinito blu.
Sognare quella libertà che è ora realtà.
Quanto ho desiderato il mare!”
“Ho desiderato il mare.
Di sentire l’abbraccio dell’immenso blu.
Finalmente il mio sogno si è avverato.
Un sogno di libertà.
Finalmente sono libera!
Quanto ho desiderato il mare!”
DROP A STITCH – COMMETTERE UN ERRORE
“Veloce, tesoro!
Sforna il pane!
Scuoti il cuscino e rifai i letti!
Raccogli le mele dall’albero!”
Madre Hulda vuole vedermi sbrigare
le faccende che ogni brava ragazza svolge.
Ma non lo sono mai stata,
pur sbrigando le faccende che una brava ragazza svolge.
Ai tuoi occhi commetto un errore
ogni volta che faccio qualcosa,
ma non mi sottometterò a te,
nemmeno se dovessi ricoprirmi di pece.
Nemmeno se dovessi darmi della…*
Oh, dovresti valorizzare la tua mente
e fare a cambio con me.
Allora capiresti che non ho scelto di vivere la tua vita
e preferirei bruciare che arrendermi a te.
“Veloce, tesoro!
Prendi quella scopa!
Spazza ogni angolo!
Pulisci quella camera!
Tutto dovrà essere in ordine e al proprio posto”.
Madre Hulda vuole vedermi sbrigare
le faccende che ogni brava ragazza svolge.
Ciò che ti aspetti da me è soltanto
il ricordo di un antico passato
e quando ricamo a maglia questa scena obsoleta
salto un punto.
“E’ tutto così osceno!”
Mi libererò dalle tue catene
e un giorno il mondo cambierà.
Note: *(In inglese pitch “pece” fa rima col sottinteso bitch “puttana”)
NEVER ENDING WALTZ – VALZER SENZA FINE
Soffia un vento gelido sotto il bagliore della luna.
E’ mezzanotte e venti
e sono qui da solo.
Danzavamo un valzer nella sala da ballo
e avrei voluto che il momento non fosse mai giunto.
Te ne sei andata,
ma ti ritroverò.
Credimi! Il mio amore è vero!
Sei la fanciulla che ho sempre sognato.
Cercherò ovunque
e so che la scarpetta di cristallo mi condurrà da te.
Soffia un vento gelido
e scende la neve.
Inutilmente ti ho chiamata
con un nome che nemmeno conosco.
Ancora danziamo un valzer nei miei pensieri
e la testa mi gira, incantato da te.
Ascoltami cantare!
Ti desidero.
Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui ti troverò.
Allora danzeremo ancora,
sotto il bagliore lunare e nel vento,
un valzer che non avrà mai fine.
Ascoltami cantare!
Mai più!
YOU BELONG TO ME – MI APPARTIENI
“Mi appartieni”.
Il gioioso suono dei rintocchi di campana.
Dove è finito?
Sono come un uccellino intrappolato nella tua gabbia.
Cosa ho fatto?
E dici: ” Sono il tuo principe!
Faresti meglio a essere la mia principessa.
Dammi un dolce bacio!
Non fare l’ingenua!
Lo vuoi anche tu”.
Soffoco a causa tua!
“Mio uccellino!
I tuoi occhi rivelano che vorresti volare via da me,
ma io ottengo sempre ciò che voglio.
E’ per questo che non riesci a capire, mia cara”.
Eppure ancora un bagliore di speranza sopravvive.
“Finalmente un giorno staremo bene,
se soltanto mi obbedirai.
Se avrò abbastanza pazienza con te.
Non potrai scappare
e alla fine capirai.
Vivremo in armonia.
Mi appartieni!”
Tutto ciò che hai detto e che hai fatto
è una ferita nella mia mente.
“Mia cara, sei mia!”
Ancora non posso andarmene.
E se mi sbagliassi?
Se non potessi abbandonarti perché siamo legati?
Chiudi gli occhi davanti alla sventura!
E vissero per sempre felici e contenti.
THE COURT JESTER – IL GIULLARE DI CORTE
A corte la sua parola era ampiamente riconosciuta
come la più saggia dell’epoca.
Il giullare di corte aveva sempre detto verità
che nessuno aveva avuto il coraggio di dire.
Infatti era un uomo gioviale,
ma sceglieva comunque le sue parole con cura.
Intratteneva il re e la regina
e la verità sottintesa ammantava la sua prosa.
Esaminando il contesto,
la gente e la terra del regno,
nonché l’immagine nello specchio che reggeva in mano,
finalmente egli comprese.
Niente era come sembrava.
Niente era come era sempre stato
attraverso la lente d’ingrandimento.
Che la ragione possa guidare i vostri passi!
Di giorno gli armenti nei campi
erano agitati quando faceva buio
e i contadini videro un velo d’ombra
inghiottire il sole.
“Non può che essere un segno di Dio
per punirci per ciò che abbiamo fatto”.
Il re e la regina fecero loro un cenno,
mentre il sole splendeva nelle tenebre.
Il giullare di corte si unì alla folla
per risolvere il mistero.
I suoi allegri campanelli tintinnavano sommessamente,
proprio come sempre,
ma le cose erano cambiate.
Le sue parole vennero bandite.
La verità che raccontava era disprezzata
ed egli non era più il benvenuto
in quella società schiacciata dalla paura.
RISING OF THE SUN – IL SORGERE DEL SOLE
Sbarre invisibili, fredde come ghiaccio,
mi tengono prigioniera in questa torre.
La strega malvagia mi ha segregato.
Il suo potere è sufficientemente forte
da tenere lontani i miei genitori.
Arriverà qualcuno a salvarmi un giorno?
Sono sbarre che svettano.
Non posso fuggire da questa torre.
La strega malvagia non mi lascerà andare
e dubito che possa arrivare qualcuno a liberarmi.
Vivrò qui e non sarò mai libera.
“Raperonzolo! Raperonzolo!”
Silenzio! Chi c’è?
Calerò i miei capelli.
Hai ascoltato le mie preghiere.
Arrampicati sui miei capelli lunghi!
Liberami da questo incubo!
Riportami a casa!
Sottraimi a questo dolore infinito
che mi sta facendo impazzire!
Mostrati a me!
Vieni a liberarmi!
Sciogli queste sbarre fredde come ghiaccio
e scongela il mio cuore!
“Raperonzolo! Raperonzolo!”
Silenzio! Chi c’è?
(Il vento mi ha ingannata).
La mia attesa è stata vana.
Ho fatto scendere i miei capelli per l’ultima volta
e sono salita su uno sgabello di legno,
poi li ho legati a un gancio d’argento.
Fuori dalla torre: un’ultima occhiata.
Con i capelli formo un cappio,
così resistente da reggermi quando penzolerò.
Vi infilo la testa, scalcio lo sgabello
e ondeggio nel vuoto.
Il soffitto non può reggere il mio peso e la mia angoscia.
Ora i caldi raggi del sole
blandamente attraversano la notte.
Un nuovo giorno si desta e si svela per me.
Qualcuno potrebbe sciogliere il ghiaccio e liberarmi!
Sull’orizzonte sorge il sole.
I suoi caldi raggi scacciano il buio e la notte.
La strega ha avvelenato la mia anima,
ma finalmente sono scappata.
Qualcuno potrebbe sciogliere il ghiaccio.
Sono io la chiave!
(Non lasciare che questo luogo sia vuoto!
C’è ancora così tanto che non hai visto!
In questo mondo lascerai traccia del tuo passaggio,
guidata da un raggio di sole).
Un nuovo giorno spunta.
E’ il sorgere del sole.
FALLING STARS – STELLE CADENTI
Le strade erano casa sua.
Viveva là tutta sola
e il pane era quasi finito.
Il suo cuore era restato umile,
fatto d’oro e di calore.
Un giorno fatidico sentì il bisogno di andarsene.
Le stelle erano luminose quella notte d’inverno.
Come una miriade di lanterne facevano da guida le luci lassù.
Oh, le stelle erano luminose quella notte d’inverno.
Come una miriade di ricordi
che le riempivano il cuore di un amore senza fine.
Le stelle l’avevano condotta da un uomo
che da giorni pativa la fame
e lei gli aveva donato il suo pane.
Quattro bambini vestiti di poco
sembravano pietosamente tristi
e regalare loro i suoi ultimi vestiti
l’aveva fatta felice.
Se ne stava là, debole e spoglia,
sotto la gradevole luce lunare.
Le stelle si sollevarono
e lasciarono il cielo d’inverno,
simili a miriadi di fiocchi di neve che luccicano come oro.
Le stelle si sollevarono
e lasciarono il cielo d’inverno,
e una miriade di monete
le riempirono le mani di oro scintillante.
Se ne stava là, debole e spoglia,
sotto la gradevole luce lunare.
Le stelle si sollevarono
e lasciarono il cielo,
ma tutto era fatto d’oro.