SHIPS TO ATLANTIS – NAVI VERSO ATLANTIDE
Gli déi mantengono il silenzio
e gli oracoli ora sono irraggiungibili.
La nave lentamente avanza.
Salomé non danzerà stanotte.
Siamo completamente soli sul ponte.
Siamo soli e osserviamo il cielo.
Che altro potremmo fare, fratello?
Di cosa potremmo parlare o scrivere?
Nessuno ci guarda.
Ogni finestra è buia.
Non abbiamo promesse da mantenere
e ci portiamo dietro il nostro carico di vanità.
Anime agitate tra le onde,
sulle affollate navi verso Atlantide,
che continuano a pregare Poseidone
che Atlantide appaia all’orizzonte.
Non dormirò stanotte.
Non ci riesco.
Penso che questa volta spalancherò la porta
e getterò il mio cuore nell’oscurità,
dove le onde lo spingerebbero fino alla fine del mondo.
Ogni giorno cerchiamo di indovinare la rotta migliore,
più per evitare la morte che per perseguire la vita.
In un roteante carosello di cieli e inferni
abbiamo perduto le mappe dei sacerdoti egizi
e così navighiamo a vista verso la linea dell’orizzonte.
Nel frattempo Atlantide si allontana sempre di più.
LEAVES ROLLING IN TIME – LE FOGLIE VOLTEGGIANO NEL TEMPO
Miglia lontani dal cielo, sui sentieri del tempo,
ci trasciniamo dietro déi e demoni,
che volteggiano come foglie nel vento.
Seguiamo la brezza che soffia da est,
dove le ore e il tempo sorgono col sole che tutto osserva.
Seguiamo le strade tracciate dai profeti.
I vortici di sabbia e tutto ciò che amiamo
e che lentamente si allontana.
Siamo gli unici che piegano le parole
e che intrappolano pianure e oceani tra frasi e profezie.
L’amore è soltanto un dono di sogni.
Non è altro che un dono di sogni.
Di nuovo in guerra,
come foglie volteggiamo nel vento
e lungo il sentiero del tempo
attraversiamo gli oceani sotto la luce delle stelle.
Ancora una volta andiamo in guerra
e seppelliamo le rovine nei deserti dell’anima,
coi nostri déi e coi nostri demoni,
dal paradiso all’inferno e dall’inferno al paradiso.
L’ultimo giorno ci troverà ancora in piedi coi nostri sogni,
come guerrieri e come eroi.
Coi nostri sogni sospesi in cielo
cadremo e ci rialzeremo al cambiare del vento.
E’ la nostra vita e il nostro destino.
E’ il nostro destino sospeso nel cielo.
Seguiamo la brezza che soffia da ovest,
dove Prometeo è incatenato
e il sole annega i suoi cavalli,
mentre Atlantide sbarra i propri portoni.
Con una sola ala per poter volare via, saltiamo e cadiamo.
E’ così che siamo arrivati.
Siamo stranieri in questo mondo
e qualche volta guardiamo verso il cielo,
oltre la luna e le stelle,
dove ci rincontreremo ancora.
So che ci rincontreremo ancora.
BENT BY STORMS AND DREAMS – PIEGATI DA TEMPESTE E SOGNI
Alzati, amico!
Abbiamo miglia da percorrere
lungo grigie pianure e oscuri oceani,
nel vento e sotto la pioggia.
Con lenti battiti d’ala
anche gli aironi spiccano il volo,
come tetre navi.
Come presagi e cavalieri sconfitti.
Stagione dopo stagione
non siamo altro che esseri umani,
tra follia e ragione,
piegati da tempeste e sogni.
Cerchiamo ciò che è andato perduto.
Beviamo la nostra birra in attesa di tempi migliori
e confidando nei prossimi giorni.
Tutto ciò che ci portiamo dietro non pesa e non brilla.
Sono soltanto ricordi sbiaditi, confusi coi sogni.
E’ solo una linea sottile tesa tra le eventualità.
Ci perderemo o ci rincontreremo in un’evoluta connessione.
Tutte le strade terminano nelle profondità dell’anima.
In cieli nascosti dove il sole potrà sorgere ancora.
Tutte le strade terminano nelle profondità dell’anima,
dove soffiano venti leggeri che gonfiano le vele.
Alzati, amico!
Questo non sarà l’ultimo giorno.
Guardati intorno!
Da qualche parte il sole sorgerà di nuovo.
Alzati, amico!
In questa grigia pianura, improvvisamente,
un giorno il sole sorgerà di nuovo.
GET AWAY – FUGGIRE
Un’altra corsa tra le risate e le lacrime nell’abisso.
Sì, a volte giungono sorridendo su grandi navi
e altre volte giungono piangendo su onde irrequiete.
E’ un’altra corsa tra le risate e le lacrime nell’abisso.
Una festa eterna nell’abisso.
L’amore non trova approdo nelle persone
e veleggiando si allontana.
Trans-umani muti come cadaveri.
Non c’è più poesia. Nessuna prospettiva.
Non ci sono stelle nel cielo. Nessuna direzione.
Abbiamo smarrito la strada.
Tutto si è ridotto in polvere.
Tutto è falso e confuso.
Nella declinante luce ad ovest vorrei fuggire.
Vorrei andarmene per poter leggere le segrete parole
nascoste nelle gocce di luce,
che danzano sulle onde sussurrando ad altri mondi.
Voglio andarmene.
Voglio salire sulla cima delle colline,
come un’ape tra i petali,
in attesa delle nuvole vaganti
per strappare loro i segreti delle stagioni
e dare al mio viaggio un senso.
Per dare a tutto un senso.
E’ un’altra corsa tra le risate e le lacrime nell’abisso.
Signore, le mie mani sono vuote.
Posseggo soltanto i miei sogni come corde tese sull’abisso.
E’ un’altra corsa tra le risate e le lacrime nell’abisso.
Una festa eterna nell’abisso.
Vorrei fuggire.
Vorrei andarmene per poter camminare nei campi di grano
che si agitano nel vento e trasformano in oro la luce del sole.
WALK CLOSE TO ME – AVVICINATEVI A ME
Gli déi osservano silenziosi.
Non hanno nessuna rivelazione da presentare.
Sono persi e sospesi nel vento,
come granelli di sabbia che lentamente si dissolvono nei ricordi.
Avvicinatevi a me!
Durante questi meccanici cambiamenti di stagione.
In questo inverno senza fine.
In questi cambiamenti di stagione così concepiti.
Senza sentimento. Senza ragione.
Il battito del nostro cuore
risuonerà lungo strade deserte
e infrangerà l’ostilità di questo cielo che va in pezzi.
Camminate con me!
Indosseremo gli abiti migliori
e procederemo con dignità
in questa notte che non ha mai fine.
Saremo cortesi con chiunque incontreremo
e domani o forse in cinquecento anni faremo ritorno.
Siate saldi insieme a me e faremo ritorno!
Con il sole e sulle ali del vento faremo ritorno.
Avvicinatevi a me
e prima della fine del tempo
gli uccelli migreranno dal mare, chiassosi e liberi.
Gli déi osservano silenziosi.
Non c’è un passaggio, né una guida
per attraversare questo oceano oscuro.
Le acque non si divideranno
e non esiste un faro in lontananza
in questa notte che non ha mai fine,
ma noi non ci arrenderemo.
Non possiamo arrenderci.
Saremo cortesi con chiunque incontreremo
e domani o in cinquecento anni faremo ritorno.
Avvicinatevi a me e faremo ritorno.
Domani o in cinquecento anni, faremo ritorno,
chiassosi e liberi come gli uccelli che tornano dal mare.
NO OXYGEN IN THE WEST – NON C’E’ OSSIGENO A OVEST
Nel silenzio la luce lascia il campo alla follia.
Scappiamo alla ricerca di qualcosa,
calpestando tutto ciò che incontriamo.
Ora il tempo sta per esaurirsi.
Le nostre mani potranno forse afferrare qualcosa,
ma le nostre anime rimangono vuote.
Non c’è più ossigeno a ovest.
Se gridiamo o piangiamo
le nostre parole si perdono nel cielo,
come il vento e la polvere
o le nuvole che passano.
Ci trasciniamo avanti come fantasmi
e di tanto in tanto guardiamo indietro,
aspettando inutilmente che questo giorno finisca.
Speriamo. Speriamo che il domani rinasca,
come un airone in volo oltre le stelle e anche più in là.
Come una goccia di luce che esplode in un nuovo giorno.
Come un airone in volo sugli oceani e oltre.
Nei cieli distanti, al di là della linea dell’orizzonte.
L’amore non è più necessario.
Babilonia solleva le gambe e sorride
e assegna a ciascuno lo stesso destino.
Abbiamo perso il legame con gli déi
a causa degli algoritmi e della tecnologia.
La candela della ragione si è spenta.
Nessun perdono. Nessuna empatia o compassione.
La luce si flette nella follia
e il sentiero è perduto in un labirinto di menzogne.
Non c’è più ossigeno a ovest.
THE LAST GLOW OF DAY – L’ULTIMO BAGLIORE DEL GIORNO
Tempeste di radiazioni.
Polvere su polvere.
Umani, déi e macchine.
Tutto è connesso.
Mentre le onde s’infrangono vanamente il sole declina.
Siamo diventati immortali,
senza perdita, né guadagno,
ma siamo ancora in piedi
e ancora aspettiamo.
Speriamo che venga giorno,
elevando le nostre parole al cielo.
E dal cielo, per ogni cuore lento che è rimasto indietro
e per ogni cuore sconfitto e rassegnato.
Dobbiamo andare.
Siamo soldati e siamo re.
Figli, madri e padri.
Siamo la storia.
Siamo il ricordo e siamo il sogno.
Siamo rondini in volo nell’ultimo bagliore del giorno.
Siamo la notte e siamo l’alba.
Ridiamo e piangiamo.
Siamo l’ultimo bagliore del giorno.
Come navi perdute cerchiamo un passaggio sul vento
e inseguiamo la fenice.
Cadiamo e ci rialziamo ogni giorno
e speriamo che venga il giorno in cui ci rincontreremo ancora.
Tutto è connesso.
Tutto è pianificato.
Ma se l’amore è affezionato a noi,
forse l’amore ci salverà.
L’amore ci salverà in un altro mondo e in un altro tempo.
Forse verrà il giorno in cui ci rincontreremo ancora in un altro tempo.
ELIZABETH – ELIZABETH
Navi vanno e vengono nel labirinto del vento
che si solleva e affonda i sogni,
come onde che si inseguono l’un l’altra.
Elizabeth, ora guardati intorno!
C’è ancora un raggio di luce
e una rondine sta ancora volando.
Gli esploratori in lunghe carovane tra le dune
stanno ancora cercando Atlantide.
Hanno attraversato gli altopiani senza guardarsi indietro
per non dover soppesare perdite e guadagni.
Anche noi, come chiunque altro,
abbiamo camminato lungo le sconnesse strade di Babilonia.
L’amore passa come un vortice su un fiume
o su acque oziose, calme e inoffensive.
Appesi come un naufrago a un albero
abbiamo attraversato tempeste, fortunali e vento.
Elizabeth, questo è l’unico amore che conosco.
Non ti seguirò mai,
perché sei l’illusione, la luna e la marea.
Sei alla testa degli Alisei*.
Sei la pioggia e vieni da lontano
e probabilmente sogni il profumo del gelsomino.
O quando eri la regina delle isole,
sorta dell’oceano come una sirena nelle Indie inesplorate.
Elizabeth, tu vieni da lontano.
Non possiamo tenere fermo il cielo,
né rallentare il tramonto,
ma c’è ancora un raggio di luce
e alcune rondini volano tuttora.
Note: *(Venti costanti che spirano regolari verso l’equatore)
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